Separazione carriere, per Nordio la riforma è “dovere nei confronti degli elettori” ma l’Anm non ci sta

Nel suo intervento in Cassazione, per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, il Guardasigilli ha ribadito che la riforma della separazione delle carriere non indebolirà la fiducia del pm ma la difenderà e rafforzerà. Secondo il presidente dell'Anm, però, questa dichiarazione sarebbe inconciliabile con quanto detto dal ministro nei giorni scorsi, ovvero che "il pm è un organo sostanzialmente irresponsabile e incontrollabile"

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La riforma della Giustizia, il delicato tema della separazione delle carriere, l’assunzione di duemila nuovi magistrati e le resistenze al processo penale telematico sono i temi che il Guardasigilli, Carlo Nordio, ha affrontato nel corso del suo intervento alla Corte di Cassazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e delle più alte cariche dello Stato. Dopo gli interventi della prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, e del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli, il ministro della Giustizia ha voluto nuovamente rassicurare coloro che ritengono che la riforma su cui il Ministero è al lavoro possa essere un vulnus nei confronti della magistratura.

I contenuti della riforma sono ben noti ma ribadisco ancora una volta il postulato assoluto dell’indipendenza del pm rispetto al potere esecutivo“, ha dichiarato il Guardasigilli, sottolineando come il provvedimento della separazione delle carriere si presenti solido per quanto riguarda l’indipendenza e l’autonomia della magistratura. L’ennesima riposta agli attacchi dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), che in queste settimane ha continuato a portare avanti le sue contrarietà nei confronti della riforma, sostenendo anche la possibilità di uno sciopero per rafforzare le sue posizioni.

Il ministro della Giustizia ha continuato il suo intervento, evidenziando come la separazione delle carriere dei magistrati requirenti e giudicanti permetterà di “difendere e rafforzareil ruolo del giudice, senza indebolire allo stesso tempo l’accusa, grazie all’attuazione del principio secondo cui la giurisdizione si attua attraverso un processo giusto. Affinché ciò accada, ha sottolineato il ministro, è necessario che le parti si trovino in condizioni di totale parità di fronte ad un giudice “terzo e imparziale“.

Giustizia, Nordio: “C’è fiducia nel referendum popolare”

Il Guardasigilli è pronto a proseguire il suo cammino, nella consapevolezza di voler mettere in atto una riforma della Giustizia che gli stessi cittadini italiano desiderano. Così, nell’Aula della Cassazione, il ministro ha ricordato come tale provvedimento siaun dovere assunto nei confronti degli elettori“, che hanno votato un governo che aveva promessa una Giustizia finalmente giusta. Ogni tipo di speculazione che invece implica il contrario, è stata definita da Nordio “un’arbitraria interpretazione divinatoria“, che tenta di indebolire un processo che è invece ritenuto giusto.

Immediata la risposta del presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, che ha criticato il ministro per una presunta “incoerenza“. Secondo il magistrato, le parole di Nordio sarebbero in conflitto con quanto da lui stesso dichiarato in Parlamento nei giorni scorsi, in quanto oggi ha sostenuto che il pm non avrà un abbassamento di indipendenza, mentre alle Camere ha “accusato il pm attuale di essere un organo sostanzialmente irresponsabile e incontrollabile“. Santalucia ha quindi evidenziato la presunta “incoerenza che tradisce una mancanza di chiarezza” sui reali intendimenti della riforma.

Giuseppe Santalucia, presidente Anm
Giuseppe Santalucia, presidente Anm

Per quanto riguarda la possibilità di un referendum confermativo, Nordio si dice piuttosto tranquillo. La possibilità che i cittadini possano esprimere direttamente le loro volontà sulla riforma non è così remota. Al momento, il provvedimento ha ottenuto un solo via libera, dalla Camera, ma essendo una riforma che vuole modificare la Costituzione, in totale il Parlamento dovrà votare quattro volte.

Diviene, quindi, sempre più probabile l’eventualità per cui nelle ultime due votazioni, una al Senato e una alla Camera, non si raggiunga la maggioranza dei due terzi sul provvedimento. Se ciò dovesse avverarsi, quindi, la riforma dovrà essere sottoposta al referendum. “Il legislatore procederà senza esitazione“, ha spiegato Carlo Nordio, sottolineando la “fiduciosa ma incondizionata acquiescenza al referendum popolare“, che avrà quindi il compito di porre fine alle disquisizioni su questo “iter complesso“.

Carceri, magistrati ordinari e processi telematici: gli altri temi affrontati dal ministro

Il ministro della Giustizia ha sfruttato il suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario per affrontare il complesso tema del processo penale telematico. Il Guardasigilli ha riconosciuto che l’introduzione del processo civile telematico è stata “più graduale e accompagnata da maggiori sperimentazioni“, essendo durata all’incirca dodici anni, invece dei due per il processo penale telematico. Il ministro ha però voluto ricordare come, anche nel primo caso, non siano mancante delle “difficoltà applicative” e delle resistenze di natura culturale, che ha definito “comprensibili e, in parte, inevitabili“.

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Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio

Nonostante la situazione si stia ripetendo per il processo penale, Nordio confida nella collaborazione tra gli uffici ministeriali e giudiziari, che sia però libera da “pregiudizi culturali o vischiosità amministrative” e che punti solamente ad una veloce e definitiva risoluzione dei problemi. La novità di questo processo telematico è stata introdotta via decreto lo scorso 27 dicembre ed è entrata in vigore il primo gennaio, ma il sistema sin da subito avrebbe riscontrato delle criticità, mandando “nel caos l’intera macchina giudiziaria“. Il timore di magistrati e avvocati, quindi, ha riguardato la possibilità che la piattaforma sia stata avviata con troppo anticipo.

Per quanto riguarda, invece, le critiche della magistratura sulla mancanza di forza lavoro, che inficerebbe anche la velocità di risoluzione dei problemi, Nordio ha ricordato come l’anno scorso si siano svolti ben quattro concorsi, il cui scopo è quello di permettere “l’ingresso in tempi abbastanza rapidi di circa 2mila nuovi magistrati ordinari“. Un aumento che dovrebbe permettere al settore di tirare finalmente un sospiro di sollievo e che dovrà velocizzare l’intero processo giudiziario italiano.

Nuove assunzioni riguarderanno anche il personale dell’Amministrazione penitenziaria, nel tentativo di risolvere la grave crisi delle strutture carcerarie. L’obiettivo primario, come spiegato dal Guardasigilli, sarà quello di garantire la sicurezza nelle carceri, sia per quanto riguarda i dipendenti di queste strutture sia per gli stessi detenuti, “nella logica di un equilibrato bilanciamento“.

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