Nordio sulla giustizia: “Difesa della legalità e critica alle sentenze sui migranti”

L'intervento di Carlo Nordio ha messo in luce la sua ferma difesa della legalità come principio cardine della giustizia, escludendo qualsiasi intervento politico sulle decisioni giudiziarie

Redazione
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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha recentemente affrontato tematiche rilevanti riguardanti la giustizia e la sua applicazione, durante il convegno “Giustizia al servizio del Paese – Il Principio di legalità” organizzato dalla Corte dei Conti a Firenze. Durante il suo intervento, Nordio ha trattato diverse questioni, dalla critica alle prime sentenze riguardanti i migranti alla posizione del governo riguardo all’indipendenza della magistratura.

Le parole di Nordio

Un punto centrale del suo discorso è stato il caso dei decreti impugnati in merito alle decisioni sui migranti. In particolare, il ministro ha criticato le sentenze iniziali del Tribunale di Roma che non avevano convalidato i provvedimenti governativi, adducendo come motivo una “carenza di motivazione”, una lacuna che a suo parere non rispettava le normative europee in materia. La motivazione, secondo Nordio, è un elemento fondamentale nelle sentenze e deve essere espressa chiaramente, in linea con i principi stabiliti dalla Corte Europea. Il ministro ha dichiarato di aver impugnato tali decisioni proprio per tale motivo, aggiungendo che le sentenze successive sono state ben diverse, suggerendo così un miglioramento nelle motivazioni delle decisioni.

Oltre alla critica alle sentenze sui migranti, Nordio ha ribadito la sua posizione riguardo al “diritto creativo”, che considera incompatibile con il sistema giuridico italiano. Secondo lui, i giudici devono attenersi al principio di legalità, ispirandosi esclusivamente alla legge positiva e formale. Le sentenze, pur dovendo tenere conto dei mutamenti sociali, politici ed etici del contesto in cui si inseriscono, devono sempre essere fondate sulla legislazione vigente, come previsto dalla Costituzione. In caso di conflitti tra leggi ordinarie e la legge fondamentale dello Stato, il Ministro ha sottolineato che la soluzione deve essere ricercata attraverso il ricorso alla Corte Costituzionale.

Nordio ha inoltre escluso categoricamente l’uso del potere disciplinare per influenzare le decisioni di merito dei giudici. Ha precisato di non aver mai suggerito un simile approccio e che qualsiasi critica alle sentenze deve rimanere nell’ambito del dibattito giuridico, senza intaccare l’indipendenza della magistratura. Questo chiarimento è stato particolarmente importante in quanto era stato insinuato che il governo volesse intervenire sul lavoro dei giudici in relazione alla gestione dei migranti e ad altre questioni legate alla giustizia.

Nordio sul pubblico ministero

Un altro tema trattato dal Ministro è stato l’indipendenza del pubblico ministero. Nordio ha voluto rassicurare che la riforma costituzionale proposta dal governo non intende mettere in discussione l’autonomia dell’organo requirente, confermando che l’indipendenza della magistratura e la separazione delle carriere resteranno intatte. Il Ministro ha fatto riferimento alle esperienze di altri Paesi come il Regno Unito e gli Stati Uniti, dove la separazione delle carriere tra magistratura e pubblico ministero è considerata un pilastro della democrazia.

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