Nordio contrario all’omicidio sul lavoro: “Quello stradale non ha diminuito gli incidenti”

Il ministro ha anche discusso l'ipotesi di istituire una procura nazionale per le indagini relative alle morti sul lavoro. "Non credo che una procura nazionale sia la soluzione più efficace"

Redazione
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Non credo che aumentare le pene abbia un effetto deterrente“, ha affermato il ministro della giustizia Carlo Nordio durante il question time alla Camera, mostrando tutto il suo dissenso nei confronti dell’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Il tema delle morti sul lavoro è stato nuovamente discusso questa mattina in Consiglio dei Ministri, con la proposta di introdurre sanzioni penali personali.

Citando l’esempio dell’omicidio stradale il ministro ha sottolineato che “la pena è stata aumentata a dismisura”, ma “gli incidenti non sono diminuiti – ha spiegato il ministro – anzi sono aumentati”.

Il ministro ha anche discusso l’ipotesi di istituire una procura nazionale per le indagini relative alle morti sul lavoro. “Non credo che una procura nazionale sia la soluzione più efficace”, ha detto Nordio. “La frammentazione nelle procure più piccole può essere un problema, ma la soluzione potrebbe essere quella di devolvere la competenza alle procure distrettuali, in modo da dare un indirizzo omogeneo”.

Il guardasigilli ha concluso sottolineando che la materia è complessa e richiede un’attenta valutazione: “E’ tutto oggetto di discussione – ha detto – ma l’esperienza ci insegna che una procura distrettuale centrale non risolverebbe il problema. Dobbiamo trovare una soluzione che garantisca la specializzazione dei magistrati e l’uniformità di indirizzo nelle indagini”.

Il ministro della Giustizia, Nordio
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio

Nordio dice no all’omicidio sul lavoro, le reazioni

Le parole di Nordio hanno acceso il dibattito sulla sicurezza sul lavoro. Le associazioni dei lavoratori hanno criticato la posizione del ministro, chiedendo l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e il rafforzamento delle misure di prevenzione.

Il governo italiano non ha ancora preso una posizione definitiva sulla questione. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha annunciato l’intenzione di aprire un tavolo di confronto con le parti sociali per trovare una soluzione condivisa.

Le morti sul lavoro in Italia

Ogni anno in Italia centinaia di lavoratori muoiono a causa di incidenti sul lavoro; nel 2023 si sono registrati 1.239 infortuni mortali, una media di tre morti al giorno. Un dato inaccettabile che richiede un cambio di passo nella gestione della sicurezza sul lavoro.

Perché introdurre il reato di omicidio sul lavoro

Quanto è importante il riconoscimento del valore della vita? Parecchio? Assolutamente sì. La morte di un lavoratore non può essere considerata un semplice “incidente”. Attribuire la giusta gravità a questi eventi vuol dire riconoscere il valore della vita umana e la dignità del lavoro. Inoltre la minaccia di una pena detentiva per i datori di lavoro che causano la morte dei propri dipendenti potrebbe spingerli ad adottare misure di sicurezza più rigorose.

Non è da sottovalutare la necessità di Giustizia per le vittime e le loro famiglie. Il reato di omicidio sul lavoro permetterebbe loro di ottenere il riconoscimento del danno subito e di cercare un risarcimento adeguato. Inoltre, contribuirebbe a responsabilizzare le aziende in materia di sicurezza. La consapevolezza di poter essere perseguiti penalmente in caso di morte di un lavoratore potrebbe spingerle ad investire maggiormente nella prevenzione degli infortuni.

Obiezioni e possibili soluzioni

Alcune obiezioni si concentrano sulle difficoltà di stabilire un nesso causale diretto tra la violazione delle norme di sicurezza e la morte del lavoratore. A tal fine, si potrebbero rafforzare gli strumenti investigativi e le competenze degli organi inquirenti.

Potrebbe però subentrare il timore che il nuovo reato possa portare a criminalizzare eccessivamente imprenditori e datori di lavoro. Per evitare questo rischio, è necessario definire con precisione i criteri per l’attribuzione del reato, prevedendo sanzioni proporzionate alla gravità della condotta.

Di sicuro l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro è un passo fondamentale per contrastare la strage di lavoratori e per affermare la cultura della sicurezza sul lavoro. Si tratta di un tema complesso che richiede un confronto costruttivo tra tutte le parti coinvolte, con l’obiettivo di tutelare la vita e la dignità dei lavoratori.

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