Nordio, sulle carceri i conti non tornano

Secondo il Segretario Generale della UILPA-Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, le dichiarazioni stampa del ministro della Giustizia "dispensano una serie di numeri che confermano solo come e quanto a Via Arenula siano scollegati dalla realtà”

Lucrezia Caminiti
6 Min di lettura

La dura presa di posizione del sindacato UILPA-Polizia penitenziaria, potrebbe essere sintetizzata come un “fare i conti senza l’oste”, cioè senza aver dato il giusto ascolto a chi è parte coinvolta nella situazione. In particolare a chi rappresenta coloro che operano in prima fila nelle strutture penitenziarie.

Preoccupa che le affermazioni del Guardasigilli Carlo Nordio siano contestate e considerate desolanti da una delle principali parti in causa. Specialmente perché, ricordiamolo, lui è il ministro alla Giustizia, cioè colui che dovrebbe aver presente la reale situazione delle carceri italiane e agire di conseguenza.

Il (NON) piano di investimenti straordinario per le carceri

In una recentissima conferenza stampa Nordio ha parlato di investimenti per le carceri italiane: per il 2024 sono stati stanziati € 10,5 milioni aggiuntivi rispetto al budget iniziale di € 4,4 milioni, portando lo stanziamento totale a € 14,9 milioni. Il Ministro ha anche annunciato un piano strategico per rinnovare il sistema dell’esecuzione penale, con l’obiettivo di coniugare la certezza della pena con l’efficacia dei percorsi di reinserimento sociale dei detenuti e garantire un impatto positivo sulla sicurezza e la coesione sociale.

Nel dettaglio, così sono state ripartite le risorse: € 9,5 milioni sono destinati agli psicologi; € 1 milione ai mediatori culturali, per aumentare il numero di professionisti negli istituti penitenziari e migliorare la qualità dei percorsi individualizzati di trattamento dei detenuti; € 7 milioni sono destinati alla presa in carico e al reinserimento sociale dei detenuti che, pur avendo i requisiti giuridici per accedere a misure alternative alla detenzione, non dispongono di un domicilio idoneo o dei mezzi necessari per il sostentamento; € 5 milioni sono destinati a incrementare i posti disponibili nelle strutture residenziali per la riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti; € 9 milioni sono destinati a rafforzare le opportunità di formazione professionale e di lavoro per i detenuti, con un aumento di € 1 milione per la formazione (portando il budget totale a € 2.066.151) e di € 8 milioni per il lavoro.

Inoltre, il budget di € 128 milioni previsto per la retribuzione del lavoro intramurale dei detenuti è stato aumentato di € 8 milioni. Sono stati stanziati € 19 milioni per sgravi fiscali e agevolazioni alle imprese per incrementare il lavoro all’esterno, e € 270 milioni (cofinanziati dall’Unione Europea) per l’inclusione socio-lavorativa delle persone in esecuzione penale.

Ad intervenire sui numeri dati da Nordio il Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria Gennarino De Fazio: “Il Ministro della Giustizia si è limitato a vantare risultati, ma ha taciuto su questioni cruciali come le morti, le rivolte e le tensioni che caratterizzano questi giorni. I numeri che presenta sono insufficienti, e la polizia penitenziaria in servizio è sempre meno” ha dichiarato De Fazio.

Suicidi e rivolte

Il Segretario della UILPA ha criticato il Ministro Nordio per la mancanza di risultati concreti, citando altri numeri, reali e preoccupanti: “Dall’inizio dell’anno si sono registrati 2 omicidi e 60 suicidi tra i detenuti, 6 agenti di polizia penitenziaria si sono tolti la vita, e ci sono 14.500 detenuti oltre i posti disponibili. Inoltre, mancano all’appello più di 18mila unità nella polizia penitenziaria, con traffici illeciti, evasioni e disordini quotidiani“. Ricordiamoci che, parlando solo della categoria lavorativa degli agenti penitenziari il decreto svuotacarceri di Nordio prevede l’assunzione di mille nuovi agenti di Polizia Penitenziaria, 20 nuovi dirigenti penitenziari, 22 vicecommissari e 48 viceispettori, per migliorare la gestione degli istituti penitenziari e ridurre le carenze di organico.

I punti critici degli investimenti di Nordio: agenti ed edilizia penitenziaria

I dati ufficiali confermano un costante decremento del personale: al 31 gennaio 2022 erano in servizio 36.155 agenti, scesi a 36.101 nel 2023 e a 35.998 nel 2024. Un calo significativo rispetto ai 40.134 agenti del 2010, nonostante l’aumento dei compiti e del numero dei detenuti.

De Fazio ha inoltre sottolineato che per l’apertura di nuovi padiglioni e spazi detentivi, che aggiungeranno 3.940 posti entro il 2026, saranno necessari almeno 2.246 agenti in più. “A ciò si aggiungono i tre nuovi istituti penali per minorenni previsti a Lecce, Santa Maria Capua Vetere e Rovigo, per i quali serviranno ulteriori risorse umane,” ha aggiunto.

La UILPA Polizia Penitenziaria richiama quindi l’attenzione sulla necessità di affrontare con urgenza e serietà la crisi del sistema carcerario italiano, evidenziando l’importanza di incrementare le risorse umane e migliorare le condizioni di lavoro degli agenti penitenziari per garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti umani all’interno delle strutture detentive.

È arrivato il momento di ripensare il sistema carceri

Ma quello che non è più rinviabile, e spesso ignorato dai governi, è il vero problema: le carceri sono marce, il sistema è crollato. Invece di parlare di numeri, per far credere che si stia facendo qualcosa, quello che manca è una vera riforma del sistema, anche ipotizzando eventualmente di ridurre il numero di reati per cui sia previsto il carcere e, conseguentemente, implementare delle pene alternative alla detenzione ed avviare una efficace struttura che consenta la loro gestione sul territorio. Insomma, qualcosa che abbia senso e che fermi queste stragi.

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