Nomine Rai spaccano la maggioranza: il voto slitta al 12 settembre

Nelle ultime settimane Fratelli d'Italia ha cercato in tutti i modi di accelerare, per procedere con la nomina di Giampaolo Rossi come nuovo amministratore delegato, ma l'accordo non è mai arrivato

Redazione
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Slittano dopo la pausa estiva le nomine Rai. La capigruppo del Senato ha deciso che l’aula di Palazzo Madama voterà la nomina dei due componenti del cda giovedì 12 settembre, previa intesa con la Camera che dove procedere con l’elezione degli altri due membri. Al momento a Montecitorio si è deciso che ci sarà una nuova capigruppo alla ripresa per definire la data.

Lo snodo delle nomine Rai

Dalla maggioranza è arrivata la spinta per provare a definire l’accordo in tempi brevi. Nelle ultime settimane Fratelli d’Italia ha cercato in tutti i modi di accelerare, per procedere con la nomina di Giampaolo Rossi come nuovo amministratore delegato, ma l’accordo non è mai arrivato a causa della Lega che chiede di poter indicare il direttore generale, Marco Cunsolo o Maurizio Fattaccio. Lo scoglio principale è però quello della presidenza. Da Forza Italia c’è la volontà di nominare Simona Agnes che dovrebbe avere però l’avallo dei due terzi della Vigilanza.

L’intesa nell’opposizione, compatta sull’uscita dall’aula di San Macuto in caso di voto sul presidente, per evitare franchi tiratori, ha aumentato i dubbi sulla riuscita del piano che prevedeva un appoggio di Azione e Italia Viva. Si vedrà a settembre se gli equilibri cambieranno e se si virerà su un presidente di garanzia. Dopo lo sciopero dell’Usigrai del 6 maggio, sono ora gli altri sindacati a proclamare uno stop nazionale per il 23 settembre. A preoccupare sono Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Snater: c’è la vendita di ulteriori quote di Rai Way per sostenere il piano industriale, dall’altro l’ipotesi avanzata dalla Lega di intervenire nuovamente sul canone dopo l’ultimo taglio.

Inoltre, la pronuncia del Tar del 23 ottobre dopo il ricorso di alcuni candidati al cda contro l’attuale normativa sulla governance, che dovrebbe essere adeguata ai nuovi criteri di trasparenza e indipendenza previsti per i servizi pubblici europei dal Media Freedom Act. Il nuovo regolamento Ue richiede che gli stati membri si adeguino entro l’agosto del 2025.

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