Naufragio di Crotone: i trafficanti hanno incassato trecentomila euro 

Massimo Colonna
4 Min di lettura

L’esperto Biffani: “Chi gestisce il traffico ha spesso incarichi governativi nei Paesi coinvolti nella dinamica”

Oltre trecentomila euro per le 67 vittime del naufragio di Crotone. E’ la stima che circola negli ambienti governativi rispetto alla tragedia avvenuta a Crotone. 

Mentre nella giornata di mercoledì sono andate in scena le cerimonie per onorare le vittime del naufragio, ecco che la questione rilancia anche il tema dei rapporti tra governi per la gestione dei migranti.    

Il parere dell’esperto 

“I trafficanti di carne umana – spiega a Il Difforme Carlo Biffani, esperto internazionale di intelligence, sicurezza e terrorismo, volto noto tv come esperto del settore, nonché tecnico ascoltato anche dalla Nato – hanno incassato più o meno 300.000 euro per uccidere 60 immigrati clandestini, come riportano fonti governative. Il mero, assurdo, odioso dato, è incontrovertibilmente questo. Tutto questo porta a delle riflessioni. Un traffico simile si stronca solo con decisori politici all’altezza della soluzione della minaccia e con decisioni politiche ferree. Un osceno traffico simile, si stronca solo azzerando le organizzazioni criminali che guadagnano cifre che oltrepassano il miliardo e creando hot spot sul terreno, nei paesi di imbarco, protetti e gestiti da missioni militari coadiuvate da enti internazionali”. 

il difforme carlo biffani

Ma come potrebbe muoversi l’intelligence, in un quadro così complesso? “Solo con un mandato, appunto, ferreo – prosegue BIffani – ed in conseguenza di questo, gli organismi di intelligence, dovrebbero e potrebbero identificare i mandanti, le loro basi, le loro strutture operative, i loro pingui conti bancari, le loro case, i mezzi che utilizzano per spostarsi e pianificare un attacco letale, contro questi mercanti di morte. E volete ridere? Lo hanno già fatto e sappiamo molto se non tutto di questi esseri odiosi. Abbiamo le strutture di intelligence in grado di operare in maniera coerente con il mandato e confacente allo scopo, e abbiamo Reparti di Forze Speciali in grado di portare a termine in maniera performante tale incarico”.

Cosa manca all’Italia 

“Quello che non abbiamo più avuto rispetto ai tempi dell’Ammiraglio Martini (ex direttore del SISMI, ndr) sono politici in grado di prendere e sostenere tali decisioni, considerando anche il fatto che attualmente il mondo è cambiato così come anche le alleanze fra paesi europei. Quello che non abbiamo (più) è una autonomia nazionale nelle decisioni strategiche, che ci consenta di agire senza il bisogno di placet da parte dei nostri, supposti, alleati, di fronte a una minaccia che mina gli equilibri di sicurezza, economici e di integrità dei nostri confini e di conseguenza, di quelli di tutto il continente europeo. Intanto, un numero imponente di organizzazioni, di associazioni, di cooperative, fa business grazie a questo scempio. Il resto, tutto il resto, a mio modesto parere, sono solo chiacchiere odiose, oscene, vergognose, mentre bambini, donne e uomini muoiono”. 

“Per concludere, le azioni di contrasto tattico a tali fenomeni sarebbero possibili in quelle aree e quei paesi nei quali non si trasformerebbero in azioni di guerra contro governi legittimi. Cosa in realtà complessa se si pensa al fatto che in molte nazioni coinvolte nella dinamica, chi sfrutta il fenomeno ha incarichi governativi”. 

© Riproduzione riservata

Condividi questo Articolo