I Patrioti, nuovo gruppo europeo fondato dal premier ungherese Viktor Orban, insieme all’ex primo ministro ceco Andrej Babis ed Herbert Kickl, leader del Partito delle Libertà austriaco (Fpoe), sta iniziando ad assumere contorni sempre meno sfumati. I Patrioti contano ora “84 eurodeputati da 12 Paesi Ue“, come confermato ala stampa dal leghista Paolo Borchia, che ha partecipato alla riunione costitutiva del gruppo svoltasi oggi a Bruxelles. Al nuovo gruppo di ultradestra ha aderito anche il Rassemblement National di Marine Le Pen con l’intenzione di “opporsi con tutte le forze alle politiche finora messe in campo dell’Ue“.
Il gruppo di Orban ha superato in grandezza anche il gruppo del conservatori, di cui è presidente Giorgia Meloni, divenendo il terzo partito più numeroso e quindi influente in Europa. Un traguardo straordinario raggiunto in tempi brevissimi, vista la fondazione del gruppo avvenuta solo il 30 giugno. Il gruppo è composto da 30 eurodeputati dal francese Rassemblement National, 11 dagli ungheresi Fidesz e Partito Popolare Cristiano-Democratico ungherese, 8 dalla Lega, 7 dal partito ceco Ano, 2 dal partito ceco Giuramento e automobilisti, 6 dall’austriaco Fpo, 6 dall’olandese Pvv, 6 dallo spagnolo Vox, 3 dal fiammingo Vlaams Belang, 3 dal portoghese Chega, 1 dal Partito popolare danese, 1 dal greco, La Voce della Ragione e 1 da Prima la Lettonia.
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La grande novità comunicata oggi, però, riguarda i ruoli apicali del gruppo dei Patrioti. L’eurodeputato francese, Jordan Bardella, è stato eletto presidente, mentre Roberto Vannacci, eletto con la Lega, è uno dei sei vicepresidenti. “Buon lavoro al generale Roberto Vannacci, eletto vicepresidente del gruppo dei Patrioti per l’Europa, per rappresentare la Lega e gli italiani. Avanti tutta!” ha scritto orgogliosamente sui social Matteo Salvini, subito dopo la condivisione della notizia.
Patrioti: “Il cordone sanitario contro di noi è anti-democratico“
“I Patrioti per l’Europa rappresentano la speranza per le decine di milioni di cittadini delle nazioni europee che apprezzano la loro identità, la loro sovranità e la loro libertà. Come forze patriottiche, lavoreremo insieme per riprendere le nostre istituzioni e riorientare le politiche per servire le nostre nazioni e i nostri popoli“, così Jordan Bardella, delfino di Marine Le Pen e grande sconfitto nelle elezioni francesi di questi giorni, ha dato avvio al suo ruolo di presidente dei Patrioti.
Un compito importante da perseguire, viste le difficoltà che il gruppo potrebbe incontrare nella sua lotta al potere in Europa. “Nel 2019 hanno imposto il cordone sanitario, dovremmo essere nel tempio della democrazia e chi ci fa la predica ci impone una regola che è assolutamente anti-democratica” ha infatti dichiarato detto Jean-Paul Garrud del Rassemblement National nella conferenza stampa per la nascita dei Patrioti, sostenendo che l’ostracismo vissuto a Bruxelles deve trovare il proprio termine al più presto.
“Noi rappresentiamo milioni di elettori, dodici Paesi. Come possono imporci il cordone sanitario? Noi ci candideremo a tanti posti e intendiamo avere dei rappresentanti eletti, come è giusto che sia” ha sostenuto ancora il francese, battendosi per i diritti del suo gruppo, per poi tuonare verso i giornalisti: “Quando verremo esclusi, voi cosa direte, voi della stampa cosa scriverete?“.
I Patrioti non sosterranno Von der Leyen in Commissione
Una delle prime certezze che giunge dal nuovo gruppo dei Patrioti è che nessuno degli eurodeputati che ha aderito al gruppo voterà per il secondo mandato di Ursula Von der Leyen. Lo ha dichiarato il leghista Paolo Borchia a seguito della riunione a Bruxelles. Inoltre, sembra che il gruppo tedesco Afd non abbia possibilità di entrare a far parte dei patrioti, poiché starebbe cercando di costruire a sua volta un gruppo.
Secondo Jean-Paul Garraud, rappresentante del Rassemblement national, invece, non vi sarebbero blocchi su una possibile alleanza o su un accordo con Ecr perché i Patrioti “non sono necessariamente un monoblocco, ci sono delle sfumatura, in vari ambiti“. Garraud ha quindi spiegato che il gruppo è sovranista e in quanto tale tende a “rispettare la sovranità di ciascuno Stato” e allo stesso tempo “non chiude ponti né contatti, perché le cose si evolvono e lo fanno nel buon senso“.
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