Osvaldo Napoli, vicepresidente dell’Anci e membro della segreteria nazionale di Azione, ha criticato duramente l’assenza di un vero e proprio dibattito sul terzo mandato, riguardante la possibilità per i presidenti di Regione di potersi candidare per tre volte nello stesso ruolo. Una discussione mancata che invece è stata sostituita da quella che Napoli chiama “una rissa tutta politica e priva di qualsiasi costrutto“, che di conseguenza non può portare a nessuna soluzione.
“Non si è levata una sola voce per affrontare la questione in termini di opportunità istituzionale“, ha infatti spiegato il politico, aggiungendo che “prima di dire Zaia e De Luca no, Pinco Palla sì, si provi a impostare in termini istituzionali la questione“.
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Le possibili soluzioni di Napoli
L’unico modo per affrontare il dibattito sul terzo mandato, secondo il politico di Azione, è quello di distinguere tra i candidati a funzioni di rappresentanza, nei Comuni e nelle Regioni, o legislative, in Parlamento, e candidati a funzioni esecutive. Questo perché “se il presidente di Regione può essere eletto per un massimo di due mandati, trovo giusto che lo stesso limite valga per il Presidente del Consiglio, i ministri, gli assessori regionali e comunali“, così come, nel caso in cui un Parlamentare venisse eletto senza limiti, allora lo dovrebbe essere anche chi si candidare per svolgere il ruolo di consigliere comunale o regionale.
In questo modo si eliminerebbero dalla questione “le lotte tribali per il potere“, che verrebbero invece sostituite da un approccio razionale e soprattutto finalizzato ad un obiettivo. Inoltre, come spiegato da Osvaldo Napoli, questa soluzione eliminerebbe anche “certe stupide barriere“, come la regola dei due mandati solo nei Comuni con un certo numero di abitanti. A migliorare ancora di più il processo di elezione, poi, vi sarebbe la proposta presentata dal leader di Azione, Carlo Calenda, e sostenuta dallo stesso Napoli.
“Si abbia il buon senso di discutere dell’Election Day. È tutto assurdo e smettiamola di stupirci se gli elettori preferiscono andarsene al mare anziché a votare“, ha infatti concluso il vicepresidente dell’Anci.
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