L’impedimento maggiore per costruire un’alternativa alla destra risiede nell’incapacità del centrosinistra di trovare una quadra che riguardi la politica estera. Lo ha chiarito il politico di Azione Osvaldo Napoli, che continua a sostenere la necessità della costruzione di un’agenda di politica estera per il Campo largo che sia finalmente chiara e soprattutto ferma.
Senza questo prerequisito sarà impossibile formare una coalizione che riesca a resistere e allo stesso tempo a rappresentare un punto fermo per i cittadini, che saranno chiamati a decidere se vorranno essere governati dal centrodestra di Giorgia Meloni o dall’alternativa che sta tentando di formare Elly Schlein. Le volontà di formare un gruppo coeso sembrano esistere, eppure la mancanza di chiarezza in materia di esteri rischia di essere un gravissimo punto debole della coalizione delle opposizioni, già indebolite dai primi scontri interni tra partiti.
Lo stesso Matteo Renzi, non ben voluto dal Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, ha sfruttato l’arma della politica estera per assestare un colpo contro i pentastellati. “Sulla politica americana, tra Trump e Harris noi non abbiamo dubbi: stiamo dalla parte dei democratici americani, di Kamala senza se e senza ma. Ci auguriamo che tutto il campo largo sia dalla parte dei progressisti contro i sovranisti” ha infatti sostenuto il leader di Italia Viva, riproponendo la necessità di costruire una linea comune su questi argomenti.
Napoli: “Il Campo largo non potrà mai nascere sul terreno di Melenchon“
Osvaldo Napoli si pone diverse domande riguardanti il Campo largo, da “quale è la strategia che vuole mettere in campo sull’Ucraina?“, passando per “come si muoverà sul Medio Oriente e Israele?“, fino a chiedersi “sarà pronto a condividere, e a declinare in chiave europea, la linea annunciata da Kamala Harris, di pieno sostegno alla difesa dell’Ucraina e di contenimento dei regimi autocratici e autoritari?“. Domande lecite, a cui per ora la coalizione di centrosinistra non ha ancora dato risposte.
Il politico di Azione, allora, si chiede: “Lo schieramento alternativo alla destra ritiene, come ha suggerito Bettini, che la sinistra debba uscire dalla gabbia dell’atlantismo, cioè la stessa nella quale Enrico Berlinguer si sentiva più sicuro che nel Patto di Varsavia?“. Anche in questo caso, ciò che manca è una risposta sul fronte della politica estera, su cui il centrosinistra continua a mantenere una certa ambiguità. Ciò che Napoli cerca di chiarire, però, è che anche se “coltivare l’idea di un ‘campo largo’ alternativo alla destra è legittimo e auspicabile” è comunque indispensabile che “sulla politica estera, cioè, quella che è la carta d’identità di un partito e di una coalizione, ci sia la massima chiarezza“.
L’esponente di Azione ha infatti evidenziato come nel resto d’Europa, “le grandi democrazie hanno fatto le loro scelte“, citando Macron, Sholz, Rutte e Tusk. Ora è arrivato il momento che anche il centrosinistra italiano riesca a decidere perché “il Campo largo in Italia non potrà mai nascere sul terreno di Melenchon” e quindi spetterà ad Elly Schlein pretendere la massima chiarezza dai potenziali alleati, così da far cadere “l’impedimento maggiore per costruire un’alternativa alla destra“.
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