Milleproroghe, salta legge sui diritti tv

Redazione
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Il testo in Aula al Senato. Non dovrebbe essere posta la fiducia

Dal milleproroghe salta il prolungamento da 3 a 5 anni dei contratti in essere per i diritti tv dello sport.

Secondo quanto viene riferito, infatti, la misura, che riguarda tra l’altro Dazn e Sky ed entrata nel provvedimento attraverso una proposta di modifica a prima firma del senatore Claudio Lotito, verrà stralciata anche dopo i rilievi arrivati informalmente dal Quirinale. E ancora non è ben chiaro se verrà poi riproposta in un altro provvedimento.

Il governo – secondo quanto riferito – starebbe studiando la soluzione tecnica migliore (forse un emendamento soppressivo) per stralciare la misura dal decreto. E questo anche in assenza di un maxi-emendamento visto che l’esecutivo – come detto anche nei giorni scorsi dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani – sarebbe intenzionato a non porre la questione di fiducia per salvaguardare una discussione nel merito sui temi.

I margini per evitare di comprimere il dibattito con la fiducia, del resto, sembrano esserci visto che il numero di emendamenti per l’Aula, dove il testo approda domani, non dovrebbe essere troppo elevato.

Le proposte di modifica

Dall’opposizione dovrebbero arrivare all’incirca 200 proposte di modifica. Pochissimi gli emendamenti che dovrebbero venire presentati dal centrodestra. La maggioranza, tra l’altro, declassa a fake news l’ipotesi circolata nei giorni scorsi di un emendamento per la proroga dei vertici Rai.

Intanto sia M5s che Pd proveranno a riproporre la proroga di Opzione donna, ipotesi al momento bocciata in commissione per una contrarietà del Tesoro in quanto onerosa. Stessa cosa per la proroga degli sconti delle accise sulla benzina così come per la proroga del Superbonus per le villette al 100% che verrà proposta in emendamenti dei pentastellati. Molte le proposte di modifica del Terzo Polo, un centinaio circa, che vanno da Industria 4.0 alla sanità.

Domani si capirà anche qualcosa in più sulla questione balneari. Le opposizioni restano sul piede di guerra sul tema che è stato di gran lunga il più divisivo del provvedimento e sono pronti a chiedere conto in commissione Bilancio degli impatti che potrebbero derivare da una eventuale procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese.

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