Milei offre la sua ricetta all’Italia e sprona Meloni a lottare contro l’ideologia woke

Nell'intervista rilasciata a Libero, il Presidente argentino Javier Milei elimina qualsiasi dubbio intorno alle sua figura politica. Partendo dall'internazionale della destra, dai risultati della sua ricetta economica, fino ai rapporti con Meloni, Trump e Musk, il premier dimostra che le idee della libertà siano la chiave della prosperità

Redazione
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La politica è l’arte di rendere possibile l’impossibile“, si potrebbe dire che queste siano le parole che riassumono meglio la figura di Javier Milei. Il Presidente argentino, nell’intervista rilasciata a Mario Sechi per il quotidiano Libero, è riuscito a spiegare con concretezza impressionante ogni passaggio delle sue scelte politiche e dei suoi rapporti con i leader mondiali.

Infatti, l’impossibile che diviene possibile è proprio ciò che è successo in Argentina. “Se io avessi detto un anno fa che avrei applicato le mie idee in argentina, un paese flagellato da cento anni di socialismo, mi avrebbero detto che sarebbe stato impossibile“, spiega Milei facendo notare ciò che è avvenuto, Ossia, si è realizzato un aggiustamento del Pil pari al 15%, insieme ad ogni singola riforma strutturale che il presidente aveva messo in programma e che poi sono state varate. “Quindi, penso che la mia visione politica sia applicabile“, continua il premier di Buenos Aires, sottolineando che la sua ricetta ha funzionato.

Anzi, egli stesso confessa di esser rimasto stupito dalla velocità con cui si sia riuscita ad applicare tale ricetta economica e a raccogliere risultati positivi. Milei non esista a portare sul tavolo i dati, perché carta canta e infatti, dimostra che è riuscito ad “abbassare l’inflazione dal 54% mensile fino all’1,2% mensile” con un livello di produzione che è “sensibilmente più alto” rispetto a quello che è stato “ereditato dai precedenti governi“. Una motosega passata dal simbolico alla chiave del successo del programma: tagliare la spesa pubblica si è dimostrata la mossa vincente che ha permesso al settore privato di non “andare in sofferenza“, ricevendo in cambio una spinta all’economia.

Milei e il socialismo

Il presidente, con precisione, senza dilungarsi e senza perdersi, affonda poi il tema del socialismo, riconoscendo in Donald Trumpun grande difensore della libertà e un forte oppositore del socialismo” che sa essere il nemico. Questa ideologia politica è un tema che resta di sfondo alla battaglia che il presidente argentino porta avanti e su sui sta costruendo un nuovo modello di impresa e di economia. Un sistema economico che il premier dichiara potrà essere sorretto dalla visione del “Leonardo da Vinci della contemporaneità” ossia Elon Musk, il quale “svolge quel ruolo dell’imprenditore così come veniva configurato dalla scuola austriaca e costituisce sicuramente una rivoluzione impressionante in termini di valori“.

L’internazionale della destra

Nell’ottica dell’internazionale della destra, Milei vede riuniti il presidente neoeletto Trump, la premier Meloni, il presidente salvadoregno Bukele e il Primo ministro israeliano Netanyahu. Quest’ultimo sostenuto in prima battuta e senza esitazione dall’Argentina, perché “la difesa di Israele è innanzitutto una difesa dei valori occidentali“, dichiara Milei che continua definendo lo Stato come una “roccaforte della morale capitalista e della civiltà occidentale“.

Meloni, l’ideologia woke e l’Italia

Poi, le previsioni sulla vita dell’Europa che “si salverà se riuscirà ad estirpare il cancro dell’ideologia woke“. Ideologia che la stessa Giorgia Meloni, presidente dai “valori solidi e dalla forza ammirabile, si trova a dover lottare contro”. Alla domanda secondo cui sia possibile applicare la sua ricetta economica liberale all’Italia, Milei risponde senza esitazione, spiegando che “esiste il problema delle restrizioni applicate dall’unione europea ai vari Paesi” che rappresenta un ostacolo per tutti i governanti dalle buone intenzioni.

Motivo per cui, il premier della motosega, non lasciando spazio ad interpretazioni, ritiene che “i Paesi europei debbano mettersi a tavolino e affrontare seriamente la questione perché non è possibile che un gruppo di burocrati riuniti nella loro torre d’avorio possano decidere della vita di milioni di cittadini“.

Con ironica serietà e seria ironia, l’ormai italo-argentino Javier Milei si racconta poi nel privato confessando di trovare la sua energia dalle idee della libertà, di poter prendere in considerazione un’ipotetica proposta di Meloni di fare il suo premier e dei sogni che aveva da bambino incentrati sul “futbol“. Infine saluta il giornalista lasciando, come solito, uno spiraglio di speranza e positività, rispondendo con un sibilante “yeeessss” sul promuovere un forum dell’internazionale di destra.

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