E’ scattato il primo arresto per le inchieste sull’urbanistica della città di Milano, che vede l’architetto Giovanni Oggioni da stamani ai domiciliari. “Non posso dire nulla appena capisco qualcosa mi pronuncerò“, così il sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala ha commentato a caldo la vicenda che, a detta sua, lo porterebbe a vivere preoccupato. Non avendo al momento elementi sufficienti per esprimere giudici, il primo cittadino ha dichiarato di non essere al corrente dei fatti imputati, ben che meno se i fatti siano stati imputati quando l’ex dirigente del Comune di Milano era in Comune, alla Commissione paesaggio o quando lavorava per Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili.
Giuseppe Sala è stato invitato durante la co-gestione dagli studenti del liceo Parini. “Non do giudizi – afferma il sindaco – perché non è il caso ma a Milano l’edilizia è ferma perché le indagini della Procura hanno portato al fatto che c’è una paralisi“, e molte realtà che avevano un’autorizzazione del Comune oggi si vedono mettere in discussione dalla Procura.
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“Siamo partiti dal fatto che avevamo circa 200 aree urbane dove c’erano ex fabbricati
industriali abbandonati e abbiamo lavorato per rigenerare quelle aree“, ha ricordato il sindaco spiegando che erano stati erogati permessi di costruzione per sostituire un fabbricato con un palazzo. Sarebbe, infatti, proprio questo il punto che viene contestato dalla Procura ma Sala giustifica i fatti dichiarando di aver mantenuto gli stessi metri quadrati. Un’altra accusa, inoltre, è di avere dato “procedure semplificate” per tutti i palazzi superiori a 25 metri sui ci vigerebbe però una legge del 1942 che spiega come queste operazioni debbano passare da un iter procedurale particolare, “noi abbiamo semplificato – puntualizza Sala – e ci accusano”.
Nell’ambito delle domande in riferimento all’inchiesta sono arrivati anche i quesiti in merito al Salva Milano. A chi gli ha chiesto se dopo l’arresto dell’architetto Oggioni ora possano esserci ripercussioni sul provvedimento, Beppe Sala ha risposto che dipende proprio da quando è stato commesso e se è stato commesso il fatto e a cosa va attribuito “quindi non lo so, proviamo a capire un po‘”.
Come si legge nell’ordinanza e come riportato da Il Giorno, per la Procura di Milano si sarebbe di fronte a “un’organizzazione parallela” che avrebbe preso il posto di quella istituzionale degli uffici comunali, nell’ottica di privilegiare i professionisti prescelti, attraverso la valutazione positiva dei loro progetti nonostante non rispettino le norme.
I pm ipotizzano che tale organizzazione, che sarebbe stata ideata e diretta dallo stesso Oggioni, avrebbe quindi lo scopo di favorire alcune società operatrici per procurarsi in cambio arricchimenti economici. Inoltre, secondo la ricostruzione, con tale sistema gli indagati sarebbe stati efficacemente tutelati al punto che la loro richiesta di approvazione del decreto Salva Milano per bloccare le indagini dei magistrati, sarebbe stata immediatamente portata all’attenzione del Governo e del Parlamento.
Cos’è il Salva Milano
Salva Milano è il provvedimento che punterebbe a sbloccare la situazione urbanistica meneghina, in stallo da mesi a causa delle inchieste della magistratura che hanno messo nel mirino quelle ristrutturazioni diventate nuove costruzioni grazie a una “semplice Scia” e non a un Permesso di costruire. Si tratta di una situazione che risulta ormai bloccata da oltre un anno e mezzo. Quindi, ci sarebbe la necessità di una prima risposta per consentire al settore di continuare a operare. Si punta poi a procedere con rapidità a una revisione del sistema normativo delle costruzioni in quanto sembrerebbe basato su normative antiquate.
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