Le elezioni regionali in Liguria sono appena terminate e ora l’attenzione della politica è tutta rivolta a quelle del 17 e 18 novembre dell’Umbria e dell’Emilia Romagna. Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, si è infatti recato oggi a Terni dove ha partecipato a diversi appuntamenti in vista proprio delle regionali. La sfida è tutta rosa tra la candidata di centrodestra Donatella Tesei e quella del centrosinistra Stefania Proietti.
Salvini sulle elezioni in Umbria
Il vicepremier ha dichiarato che l’obiettivo della Lega in Umbria è quello di continuare a sostenere la candidata Tesei, leghista e già presidente della regione dal 2019. E alla sinistra ha lanciato la frecciatina: “Lezioni su come si gestisce l’Umbria da chi l’ha fatto per 50 anni difficilmente ne prendiamo”. Ha poi portato l’esempio della Liguria, in cui la sinistra pensava di vincere, mentre i liguri hanno preferito “il centrodestra, la continuità e il buon governo”. Salvini ha affermato di augurarsi che anche gli umbri seguano la stessa strada e che “scelgano in base ai fatti, ai risultati e alla concretezza e non alle campagne ideologiche”.
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Il caso del tribunale di Bologna
Il leader leghista ha affrontato anche la questione migranti, commentando la recente decisione del tribunale di Bologna di rinviare alla Corte di Giustizia europea il caso di un cittadino del Bangladesh che aveva richiesto la protezione internazionale. All’istituzione dell’Ue il tribunale bolognese ha richiesto se in questo caso debba essere applicata la normativa comunitaria oppure la legislazione italiana con il recente dl paesi sicuri. Questa decisione ha risvegliato nuovamente la polemica sul provvedimento del governo Meloni.
Salvini ha commentato la questione spiegando che se in tutto il mondo sia la destra che la sinistra stanno approvando leggi più severe e maggiori controlli per chi entra, “accompagnando i clandestini a uscire”, in Italia i giudici sono convinti che “i confini non contino nulla e che non si possa espellere nessuno”. Quindi ha rivolto una domanda a questi magistrati italiani che per lui non si curano del controllo dei migranti: “Se qualcuno di questi graditi signori, che non possiamo espellere, domani violenta qualcuno, ammazza qualcuno. Chi risponde? Il signor giudice che ha detto poverini non si possono espellere?”.
Ha continuando sostenendo che “certi giudici sono un problema per l’Italia e l’italiani e dovrebbero cambiare mestiere. Fanno il danno. E se gli piacciono i clandestini li prendessero a casa loro”. Ha aggiunto che se “sono comunisti, liberissimi di esserlo”, ma “si tolgano la toga, si candidino e facciano politica”, perché non si può fare politica in tribunale. “Il giudice deve applicare le legge, non interpretarla”.
E il fatto di mettere in contrasto l’Italia con l’Europa non va assolutamente bene, l’Italia è un paese sovrano e quindi ha il diritto di difendere i suoi confini. Ha quindi aggiunto che “le signore che hanno paura a passeggiare per strada perché ci sono troppi delinquenti stranieri che non possiamo espellere, vadano a casa di quei giudici a chiedere spiegazioni”.
Il leader della Lega ha scritto anche un post su X per commentare la vicenda e ha definito la decisione del tribunale bolognese come l’“ennesima decisione anti-italiana. Se qualche giudice – per fortuna solo una piccola minoranza – si sente comunista, si tolga la toga e si candidi alle elezioni, ma lasci che il governo e la politica portino avanti il programma scelto democraticamente dai cittadini”.
Ha concluso il post ricordando che il 20 dicembre ci sarà la sentenza nel caso Open Arms, in cui il ministro è accusato di aver negato illegittimamente alla nave dell’ong spagnola di far sbarcare nel porto di Lampedusa 147 profughi soccorsi in mare. “Tra 51 giorni saprò se sarò colpevole o assolto per aver difeso i confini: sempre più orgoglioso di averlo fatto, da ministro e da italiano che ha a cuore la sicurezza del suo Paese”, ha scritto.
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