Siamo solo al principio: ebbene, la questione migranti è ancora allo sbaraglio e secondo i report del Viminale – al vaglio del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – la situazione è tutt’altro che sotto controllo.
Le ondate di sbarchi in Italia sono ingenti e non si intravede una soluzione, anzi si immagina un peggioramento. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Domani, il fenomeno “coinvolgerà l’area del Sahel, oggi infuocata dalla siccità alimentata dal cambiamento climatico e dai colpi di stato delle giunte militari che negli ultimi due anni hanno preso il potere in Burkina Faso, Mali e da ultimo in Niger“.
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I dati parlano da soli e non danno notizie positive. Il flusso migratorio incombe sull’Italia e l’Europa è tutt’altro che preparata. Anzi, da una parte l’Italia è abbandonata a sé stessa con una politica del tutto inadeguata, incline all’esclusione e alla marginalizzazione. Il governo Meloni e la premier stessa hanno testimoniato a New York una guerra ‘globale’ fondata sul traffico di esseri umani e dominata dal caos.
Una situazione caotica che non tarda ad avere effetti sui rapporti nazionali e internazionali. Il presidente della Repubblica Federale Tedesca, Frank Walter Steinmeir ha detto che “L’immigrazione è un fenomeno epocale che va governato con visione del futuro non con provvedimenti improvvisati o tampone“. Ed è proprio al futuro che guarda la premier Meloni che – strizzando l’occhio a Bruxelles – cerca aiuto dai paesi europei e non solo. L’obiettivo del governo italiano è mettere al centro delle azioni della Commissione europea il tema del governo di un Africa che sta esplodendo e questo lo si fa portando avanti un piano di investimenti, siglando intese per i rimpatri con i paesi che non accettano le espulsioni dei loro cittadini e favorendo la cooperazione militare.
Migranti: una politica ‘addormentata’
I tempi sono lunghi e l’emergenza corre veloce. Disciplinare i flussi migratori rappresenta la sfida del secolo. Dal Sahel i migranti – provenienti da Burkina Faso, Niger, Mali, Somalia e Nigeria -fuggono da conflitti civili, carestie, una critica situazione economica e terrorismo. Si tratta di condizioni che hanno di gran lunga superato quei limiti compresi nel principio di libertà. Una libertà tanto agognata, tanto sperata che risulta solo essere una trappola politica.
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