Von der Leyen e Meloni: collaborazione o conflitto sulla gestione dei flussi migratori?

Concetto di Paese terzo sicuro, collaborazione lungo le rotte migratorie con Unhcr e Iom e "return hubs", sarebbero questi i temi principali affrontati nel corso del pre-vertice in vista del Consiglio europeo che si svolgerà oggi e domani

Redazione
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Il Consiglio europeo di oggi e domani ha tra i suoi temi principali quello dell’immigrazione irregolare, anche in considerazione dell’esperimento italiano sui centri di accoglienza in Albania, che potrebbe trasformarsi in una sorta di soluzione adottata anche da altri Paesi dell’Unione europea. Giorgia Meloni è quindi volata a Bruxelles nella consapevolezza di essere un’osservata speciale e di dover chiarire diversi punti riguardanti proprio questa iniziativa.

Il premier italiano ha quindi organizzato, insieme ai leader di Olanda e Danimarca, un vertice con i Paesi interessati a trovare “soluzioni innovative” riguardanti il problema migratorio, a cui ha partecipato anche la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen. Secondo fonti interne, sembrerebbe che la discussione tra i “falchi” si sia concentrata sul concetto di Paese terzo sicuro in vista dell’attuazione delle regole del nuovo Patto migrazione e asilo, sulla collaborazione lungo le rotte migratorie con Unhcr e Iom in tema di rimpatri volontari assistiti nonché sui “return hubs”. Sarebbero questi infatti i temi caldi su cui i 27 potrebbero scontrarsi nel corso del Consiglio europeo.

Così come Giorgia Meloni ha tentato di trovare una quadra con i Paesi like-minded” in contemporanea anche il gruppo dei socialisti ha organizzato un prevertice che si è concentrato sulle stesse argomentazioni, come sottolineato dalla segretaria del Pd Elly Schlein, che ha dichiarato di nutrire numerosi dubbi sull’intesa tra Italia e Albania. Molto dure anche le posizioni dei Liberali Ue che vorrebbero un’attuazione accelerata del Patto su migrazione e asilo, così come quelle dei Patrioti che invece rifiutano le regolamentazioni di questo stesso Patto.

Meloni: “Incontro molto positivo

Insieme al Primo Ministro di Danimarca Mette Frederiksen, e dei Paesi Bassi Dick Schoof ho ospitato un incontro per parlare di contrasto dei flussi migratori irregolari e in particolare di soluzioni innovative, in vista del Consiglio Europeo di oggi a Bruxelles” ha dichiarato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni su X, confermando quanto rilasciato da Palazzo Chigi sul pre-vertice tra i Paesi “falchi” e la Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen.

Ursula von der Leyen, presidente commissione Ue
Ursula von der Leyen, presidente commissione Ue

Il premier ha sostenuto che quello di stamattina sarebbe stato “un incontro molto positivo” che avrebbe permesso di rendere chiari alcuni obiettivi comuni tra i 10 Paesi che vi hanno partecipato. Si tratterebbe innanzitutto di prevenire l’immigrazione irregolare, così da combattere anche il traffico di esseri umani e rendere maggiormente efficace “la politica europea dei ritorni“. Meloni ha poi voluto ringraziare “i leader di Austria, Cipro, Grecia, Malta, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Ungheria per aver partecipato con spirito concreto e costruttivo” all’incontro.

In un secondo posto su X, il premier ha voluto rispondere alle accuse mosse da Elly Schlein, che ha duramente criticato l’iniziativa dei centri in Albania sia per i timori riguardanti il rispetto dei diritti umani sia per le ingenti spese economiche che il progetto ha richiesto. “Curioso notare come, mentre quasi tutta l’Europa discute delle nostre iniziative per contenere l’immigrazione irregolare e fermare la tratta di esseri umani, alcune Nazioni considerandole come modelli, la sinistra italiana pensi unicamente ad attaccarle in maniera inconsistente e gratuita” ha scritto il capo del Governo, per poi sottolineare che al momento la difesa dei confini e lo stop alla tratta di esseri umani è una priorità sia per l’Italia sia per l’Ue.

Il piano Meloni sui migranti non convince tutti i leader

Il pre-vertice tra i “falchi” ha permesso a Giorgia Meloni di sondare il terreno in vista del Consiglio europeo, nella consapevolezza che almeno dieci Paesi hanno punti di vista simili a quello italiano. Il timore, però, è che le differenze che esistono tra i 27 non permettano al Consiglio europeo di concludersi con l’individuazione di una strada comune sulla questione delle migrazioni irregolari. Da un lato infatti vi sono Danimarca e Olanda che credono fermamente nell’esperimento italiano, tanto che il leader dei Paesi Bassi Geert Wilders ha sostenuto che di star riflettendo su una soluzione simile da applicare in Uganda.

Marine Le Pen, leader del Rassemblement National
Marine Le Pen, leader del Rassemblement National

Nel mezzo, poi, vi sono i Patrioti, anch’essi impegnati oggi in un prevertice sulla questione migranti, che hanno assunto posizioni ben più dure rispetto a quelle degli altri gruppi europei. “Credo sarebbe più efficace gestire le domande d’asilo nelle ambasciate o nei consolati, sia nei Paesi d’origine e sia nei Paesi di transito, per far entrare nel territorio dell’Unione europea solo chi ha l’autorizzazione” ha infatti sostenuto la leader del Rassemblement National Marine Le Pen, seguita poi da Jordan Bardella che si è dichiarato contrario alla regolamentazione del Patto su migrazione e asilo che prevedrebbe la divisione dei migranti che giungono su territorio Ue tra i Paesi membri.

I liberali, d’altro canto, si sono detti fortemente favorevoli all’attuazione del Patto, tanto da chiedere che questo venga anticipato a un periodo precedente al 2026. Renew Europe ha infatti invitato i leader europei a non farsi “distrarre da elefanti bianchi“, ovvero da soluzioni alternative al problema dell’immigrazione, quando invece vi sarebbero già decisioni prese e ipoteticamente efficienti. “Dobbiamo concentrarci sull’attuazione più rapida del patto concordato su migrazione e asilo, rafforzando Frontex e garantendo accordi di rimpatrio praticabili, invece di progetti  fuorvianti” ha poi aggiunto la presidente del gruppo al Parlamento europeo, Valerie Hayer, sottolineando che le azioni dell’estrema destra europea starebbero mettendo a repentaglio “l’approccio europeo di cui abbiamo bisogno“.

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