Migranti, il Cdm vara il decreto dei 19 Paesi sicuri: il governo protegge l’intesa Italia-Albania

Il decreto legge avrebbe dovuto contenere una lista di ben 22 Paesi ritenuti sicuri; da questi però sono stati eliminati Nigeria, Camerun e Colombia ma il governo Meloni è riuscito ad inserire Bangladesh ed Egitto, i due Paesi da cui provenivano i dodici migranti di GJiader

Redazione
7 Min di lettura

A meno di una settimana dalla decisione dei sei giudici del Tribunale di Roma, che non hanno convalidato il trattenimento dei dodici migranti nel centro di accoglienza di Gjader in Albania, il governo Meloni parte all’attacco. La sentenza della Corte di Giustizia Ue e quella dei magistrati non intimoriscono l’esecutivo, che invece si è messo immediatamente all’opera per comprendere in che modo agire ed evitare che in futuro un problema come quello dei dodici migranti si presenti nuovamente.

Il Consiglio dei Ministri che si è svolto ieri sera ha quindi varato un decreto legge ad hoc che contiene la lista dei 19 Paesi che l’Italia ritiene sicuri e in cui quindi è possibile il rimpatrio dei migranti. Così, sembrerebbe essersi risolto il cortocircuito che aveva visto i magistrati assumersi il compito di decidere quali Paesi potessero essere considerati sicuri e quali no, in base alla sentenza dello scorso 4 ottobre della Corte di Giustizia Ue, che però non avrebbe stilato una vera e propria lista ma stabilito dei parametri con cui analizzare ogni singolo Paese.

In questo modo invece, come sottolineato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, la lista dei 19 Paesi eviterà che i giudici cadano in “un’interpretazione ondivaga“, poiché ad essi sono invece applicati “parametri più stringenti e più omogenei a livello nazionale“. Il decreto legge, comunque, secondo le indiscrezione che sono circolate negli scorsi giorni avrebbe dovuto contenere ulteriori norme e anche un numero superiore di Paesi sicuri, ma per evitare lo scontro col Quirinale e con la stessa magistratura, il governo ha deciso di mantenere un profilo basso, di fatto varando la norma di cui al momento aveva più bisogno.

Migranti, il richiamo di Mattarella che frena il governo

Il decreto legge sui 19 Paesi sicuri si configura però come l’ultimo passaggio di uno scontro complesso e preoccupante che ha riguardato il governo e la magistratura. I due poteri dello Stato si sono scontrati sulla liceità di alcune norme e che uno dei due, quello esecutivo, ha accusato l’altro di non aver rispettato i limiti esistenti tra poteri, di fatto “esondando“, per utilizzare le parole del Guardasigilli Nordio. Una bagarre che agli occhi di molti potrebbe sembrare senza senso, in realtà assume una configurazione preoccupante se si pensa alle conseguenze di un vero e proprio scontro tra poteri.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

C’è infatti chi procede più moderatamente, come la stessa Associazione nazionale magistrati, che annuncia pubblicamente di non avere alcun tipo di problema con il governo e di non avere intenzione di porre ostacoli al suo operato. “Più che uno scontro con le istituzioni italiane dovrebbe essere uno scontro con le istituzioni europee” ha infatti dichiarato il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia.

Giorgia Meloni, però, toccata nel vivo dalla decisione del Tribunale di Roma, sceglie la via più dura, pubblicando su Instagram lo stralcio di una e-mail di un magistrato appartenente alla corrente democratica della magistratura, in cui si legge: “Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione“.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Sulla questione, quindi, anche per evitare uno scontro ancora più pericoloso è intervenuto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha lanciato un appello a tutte le parti in causa affinché scelgano sempre la mediazione e la prudenza. “La collaborazione tra le istituzioni è parte essenziale della vita democratica” ha infatti ricordato il Capo dello Stato, sottolineando che le istituzioni appartengono e rispondono alla collettività del Paese e quindi “tutti devono potersi riconoscere in esse“.

Il Presidente ha quindi invitato tutti a cercare dei “punti in comune” poiché la loro individuazione è fondamentale affinché venga reso alla comunità il servizio che merita. “Vi sono dei momenti nella vita di ogni istituzione in cui non è possibile limitarsi ad affermare la propria visione delle cose, approfondendo solchi e contrapposizioni, ma occorre sapere esercitare capacità di mediazione e sintesi” ha spiegato Mattarella, senza citare né governo né magistratura, ma lasciando intendere che il discorso non potesse che essere diretto a loro.

Migranti, Bangladesh ed Egitto per l’Italia sono Paesi sicuri

Il decreto legge, quindi, avrebbe dovuto contenere una lista di ben 22 Paesi ritenuti sicuri. Da questi però sono stati eliminati Nigeria, Camerun e Colombia, in quanto si tratta di Nazioni che prevedono eccezioni territoriali, ovvero presentano zone meno sicure di altre. Per ciò che concerne il resto, l’esecutivo italiano ha potuto raggiungere il suo obiettivo, tanto da inserire anche il Bangladesh e l’Egitto nella lista. Quindi, se questa fosse stata in vigore già dalla scorsa settimana, i dodici migranti sarebbero ancora a Gjiader e nessun passaggio di questa storia si sarebbe verificato.

Il decreto poi chiarisce che la lista verrà aggiornata ciclicamente per controllare che la situazione nei diversi stati non si modifichi o si complichi, così da avere un registro costantemente aggiornato su cui basarsi per prendere una decisione. “Nel momento in cui l’elenco dei Paesi sicuri è inserito in una legge, il giudice non può disapplicarla” ha chiarito poi il ministro della Giustizia Carlo Nordio, rendendo tutti partecipi del fatto che con questo nuovo decreto legge il governo ha ottenuto finalmente ciò che voleva.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo