Migranti, i 12 dall’Albania sbarcano a Bari: lunedì Cdm a lavoro su decreto legge per Paesi non sicuri

Il governo Meloni è intenzionato a risolvere il cortocircuito che ha portato alla decisione del Tribunale di Roma non convalidare il trattenimento dei 12 migranti; la classifica dei Paesi non sicuri sarebbe troppo stringente e l'esecutivo punterebbe quindi ad un'approvazione accelerata del nuovo Patto europeo su immigrazione e asilo

Redazione
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I dodici migranti provenienti dal centro di accoglienza di Gjiader in Albania hanno toccato suolo italiano. Scortati da una motovedetta della Guardia Costiera, i sette bengalesi e i cinque egiziani sono giunti nel porto di Bari da dove sono stati poi portati al centro di accoglienza per richiedenti asilo del capoluogo pugliese. “Non vediamo l’ora di arrivare” avrebbero detto questa mattina, poco prima di mettersi in viaggio, scatenando la solidarietà e l’empatia di coloro che sin dall’inizio hanno duramente criticato l’intesa Italia-Albania.

L’esperimento del governo Meloni ha incontrato più ostacoli di quanto mai si sarebbe immaginato, sin da quando ci si è resi conto che i tempi stimati per la costruzione non sarebbero mai stati rispettati e senza contare le molteplici critiche riguardanti le presunte violazioni dei diritti umani che vi si sarebbero potute verificare. Su quest’ultimo aspetto non è ancora possibile giudicare, visto che i primi 12 ospiti hanno passato meno di tre giorni all’interno del centro. Ora i 12 immigrati avranno la possibilità di presentare ricorso per ottenere lo status di rifugiato politico, visto che nel centro di Gjiader è stato loro negato.

Sembrerebbe che tutti e 12 i migranti siano intenzionati a presentare richiesta, così da poter intanto ottenere la condizione di richiedente asilo, in attesa del lungo iter italiano che porterà ad una pronuncia delle autorità del nostro Paese. I tempi non saranno brevi e così il piano del governo Meloni per il momento sembra essere fallito. L’esecutivo, comunque, non sembrerebbe voler gettare la spugna come dimostra la decisione del premier Meloni di indire un Consiglio dei ministri proprio per far fronte al problema e trovare una soluzione.

Migranti, in vista un decreto legge per anticipare i regolamenti Ue

Nella giornata di lunedì il Consiglio si riunirà quindi con l’obiettivo di lavorare ad un decreto legge che possa eliminare gli ostacoli che la Corte di giustizia europea ha posto sull’intesa Italia-Albania. Ormai sembra chiaro che il cortocircuito non riguardi infatti la delocalizzazioni dei migranti in un Paese extraeuropeo ma la loro provenienza. I dodici migranti sono stati rispediti in Italia in quanto sarebbero provenienti da Paesi non ritenuti sicuri. Da chi però? La decisione sulla classificazione dei Paesi, infatti, al momento spetta alla magistratura e la politica italiana vorrebbe invece prenderne il controllo.

Carlo Nordio, ministro della Giustizia
Carlo Nordio, ministro della Giustizia

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha infatti spiegato questa mattina che tale materia sarebbe correlata all’alta politica e dovrebbe quindi essere gestita da questa, poiché potrebbe causare anche problematiche a livello diplomatico. La soluzione però esisterebbe già, visto che il Patto europeo sulla migrazione e sull’asilo, i cui dossier dovrebbero entrare in vigore nel 2026, prevedrebbe la modifica della classificazione dei Paesi sicuri e non. Ad oggi infatti una Nazione per essere ritenuta sicura deve esserlo in ogni sua parte, per cui al momento sarebbero ben pochi i Paesi sicuri da cui proverrebbero i migranti.

Invece secondo il Patto un Paese potrà essere ritenuto sicuro anche solo se è tale in una sua sola parte. Un cambio radicale su cui quindi il governo italiano starebbe ragionando. L’obiettivo del decreto legge sarebbe infatti quello di anticipare i prossimi regolamenti Ue sulle procedure di frontiera, previsti dal Patto europeo sulla migrazione. Inoltre, il Consiglio dei ministri potrebbe anche analizzare ulteriori misure per rivedere le procedure sulla richiesta di protezione internazionale dei richiedenti asilo, così da poter velocizzare i tempi delle risposte da parte dell’Italia.

Si starebbe quindi lavorando su possibili ipotesi da adottare per rendere più tempestivi questi interventi. Una delle congetture riguarderebbe l’eventualità di affidare più poteri alle commissioni che esaminano le singole domande di richiesta di asilo internazionale; inoltre si ragiona anche sulla possibilità di rivedere i meccanismi che riguardano il ricorso all’autorità giudiziaria che è successivo alla richiesta di asilo. Piantedosi ha infatti dichiarato che l’obiettivo dell’Italia sarebbe quello di “fare in un mese quello che altrimenti avviene in tre anni“.

Si tratterebbe di un obiettivo complesso e soprattutto di difficile attuazione in concomitanza con la nuova regolamentazioni per i centri in Albania, su cui al momento continuano a esistere più dubbi che certezze.

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