Mentana-Meloni, lo scontro televisivo e il futuro del giornalismo italiano

Redazione
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Il “redditometro” da dimenticare e i segnali dalla campagna elettorale spingono Giorgia Meloni sotto i riflettori con interventi quotidiani. Dopo essersi presentata come “premier-anchor-woman” su “Telemeloni”, ieri è stata la volta di un messaggio elettorale contro La7, rete televisiva considerata ostile, insieme agli spettatori che la seguono.

Enrico Mentana, direttore del Tg La7, ha risposto con un sorriso, invitando Meloni a un confronto tra leader da lui organizzato. “Per il 6 e 7 giugno ho invitato tutti i leader – ha affermato il giornalista – Non escludo che si faccia. L’errore di base è stato aspettare la par condicio”. In ogni caso, Mentana è convinto che i confronti finali “non spostano voti”.

Mentana, Intervistato al Festival della Tv e dei Nuovi Media di Dogliani, ha anche commentato la decisione della premier Giorgia Meloni di scrivere solo “Giorgia” sulla scheda per le elezioni europee, e ha espresso il suo parere sul possibile referendum costituzionale sul premierato, paragonandolo alla sfida di Renzi del 2016. “La sfida di Meloni sul premierato? Ricorda quella di Renzi del 2016. Renzi non aveva fatto i conti con la sua opinione pubblica, per Meloni, invece, la battaglia è più contendibile”.

Giorgia Meloni su X
Giorgia Meloni su X

Il controllo della Rai sui partiti

Il giornalista ha ribadito che il controllo dei partiti sulla Rai è una prassi consolidata, sottolineando l’importanza dell’autonomia dei giornalisti. “L’occupazione della destra non è diversa dalle occupazioni passate. Bisogna essere vigili, perché io non sottovaluto mai i rischi per la libertà, ma questa è garantita non solo dalla Costituzione, ma anche da chi fa informazione. La libertà ce la garantiamo noi. I giornalisti sono difensori della loro stessa libertà. La questione del controllo dell’informazione piace all’opposizione, ma la gente ragiona con la propria testa, la gente non è stupida. La prova è che chi ha controllato la Rai, dal 1994, ha sempre perso le elezioni”.

Le critiche di Mentana a Scurati

chi era passato a Discovery: “Chi lascia la Rai farebbe bene a evitare di atteggiarsi a martire, perché non esiste alcun diritto inalienabile a essere sempre in onda” aveva detto – quest’anno il giornalista ha espresso la sua opinione sul caso Scurati. Ha smentito la tesi della grande censura. Scurati? Probabilmente un dirigente poco accorto ha deciso di non pagarlo e lui ha scelto di non presentarsi più – ha osservato il direttore del Tg. L’orazione di Scurati è stata letta e diffusa ovunque, inclusa la trasmissione dove doveva apparire. Se queste sono le censure – ha concluso – siamo davvero liberissimi”.

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