Meloni e Von der Leyen in Egitto: la missione per il memorandum sui migranti

Nella visita ad al-Sisi, Meloni e von der Leyen saranno accompagnate una serie di capi di Stato e di governo europei, tra i più preoccupati, insieme all'Italia, all'emergenza migranti; l'Ue porta ad al-Sisi la promessa di altri 7,4 miliardi tra prestiti e sovvenzioni

Anita Armenise
4 Min di lettura

Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen saranno oggi in Egitto per mettere a punto con il presidente Abdel Fattah al-Sisi gli ultimi accordi per dare vita ad un partenariato strategico e per firmare un Memorandum tra l’Ue e il paese nordafricano. Formalmente al centro del dibattito ci sarà il tema delle rotte migratorie, ma la visita dei leader occidentali cela interessi geopolitici più ampi.

Von der Leyen e Meloni volano in Egitto

Nella visita ad al-Sisi, le due leader saranno accompagnate una serie di capi di Stato e di governo europei, tra i più preoccupati, insieme all’Italia, all’emergenza migranti. Tra questi il belga Alexander De Croo, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, il presidente cipriota Nicos Christodoulidis e il cancelliere austriaco Karl Nehammer.

Abdel Fattah al-Sisi, presidente dell'Egitto
Abdel Fattah al-Sisi, presidente dell’Egitto

Bruxelles continuerà a fornire denaro per sostenere i programmi egiziani legati alle migrazioni: la delegazione europea porta ad al-Sisi la promessa di altri 7,4 miliardi tra prestiti e sovvenzioni, previsti dal programma Ue, che celano, dietro gli intenti umanitari, un interesse strategico più ampio: quello di mantenere in vita il regime di al-Sisi per evitare l’implosione della bomba economica e sociale che tiene l’Egitto sul filo del rasoio e che avrebbe ripercussioni sui paesi vicini, tra cui l’Europa. Come? Iniettando liquidità nelle tasche del regime.

Meloni e von der Leyen in Egitto per finanziare il regime di al-Sisi

L’Egitto è attanagliato da un enorme debito pubblico e da una crescente inflazione. Inoltre è un crocevia di popoli quindi è un paese di transito perché si trova, geograficamente, incastonato tra la Libia, il varco di Rafah ed è pericolosamente vicino al conflitto della Striscia. Non è un caso che questi finanziamenti abbiano ricevuto il benestare di Washington e seguono lo sblocco del prestito da parte del Fondo Monetario Internazionale, interessato a non fare crollare l’economia del paese nordafricano, visto il ruolo sempre più centrale nelle evoluzioni dei conflitti mondiali.

Tutto questo rende l’equilibrio del paese molto precario e nell’agenda di Giorgia Meloni la stabilizzazione del fronte nordafricano occupa un posto prioritario. Anche per dare corpo a quel tanto dibattuto Piano Mattei, che per nessun motivo deve rimanere lettera morta, pena la perdita della credibilità del governo sulla scena internazionale.

Meloni e von der Leyen in Egitto: le reazioni del parlamento europeo

La scelta di un tale approccio alle politiche migratorie si è però scontrato con le contestazioni al Parlamento europeo da parte di socialisti, verdi, liberali e anche una parte del Ppe, secondo i quali Bruxelles non può erogare fondi a un Paese autocratico dove democrazia e diritti umani non sono garantiti. Un approccio, quello di denaro in cambio dello stop alle partenze che “in questi anni ha solo calpestato diritti fondamentali e non ha prodotto una soluzione di solidarietà europea“, attacca la segretaria del Pd Elly Schlein definendo “gravissimo” il fatto che Meloni e von der Leyen siano volate in Egitto con queste intenzioni.

Risulta evidente che la ragion di Stato, e un possibile ritorno in termini di consensi elettorali, siano anteposte a qualunque principio più elevato, compreso il tabù sulla morte del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni, che non ha ancora avuto giustizia.

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