Nella Giornata internazionale contro la violenza delle donne, le parole del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni hanno scatenato una polemica similare a quella nata a seguito delle dichiarazioni del ministro Valditara, in occasione della presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin. In entrambe le situazioni, infatti i due ministri hanno collegato in qualche modo il fenomeno della violenza di genere a quello dell’immigrazione irregolare.
Intervistata da Donna Moderna, Meloni ha infatti dichiarato che “c’è un’incidenza maggiore, purtroppo, nei casi di violenza sessuale, da parte di persone immigrate, soprattutto illegalmente” e questo si verifiche, secondo il premier, perché “quando non hai niente, si produce una degenerazione che può portare da ogni parte“. Prima di affermare questo dato Meloni, avrebbe dichiarato che è consapevole che per esso verrà “definita razzista“.
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Meloni ha poi respinto la teoria per cui la violenza di genere sarebbe un problema culturale, dichiarando che invece si tratterebbe di una problematica “securitaria” e che quindi per questo “bisogna garantire la presenza delle forze dell’ordine, garantire che ci siano i reati, garantire che quando qualcuno commette un reato paghi per quel reato“. Oltre a queste riforme, sarebbe poi necessario contrastare l’immigrazione illegale di massa “che incide ed è una delle materie su cui il governo incide di più“.
Inoltre, secondo il Presidente del Consiglio, un fattore da non trascurare sarebbe quello della violenza economica. “Io penso che ci sia anche un lavoro da fare che riguarda le donne che scelgono di non lavorare“, ha infatti dichiarato Meloni, sostenendo che dal suo punto di vista nella revisione delle tax expenditures sia necessario che “le risorse della detrazione del coniuge carico, quando c’è un coniuge a carico, non debbano andare al coniuge che lavora ma al coniuge a carico“. In questo modo, secondo il Presidente del Consiglio, si manderebbe un segnale importante, un vero e proprio messaggio, cioè: “Non dipendere“.
Pd risponde a Meloni: “Tentativo di giustificare i centri in Albania”
Le parole di Giorgia Meloni hanno quindi scatenato la reazione delle opposizioni, che sono insorte per smentire il dato sulla migrazione e la violenza di genere pronunciato dal premier. “È un’operazione che non risponde a verità, ma che soprattutto è dannosa per quella che dovrebbe essere una battaglia comune“, ha infatti dichiarato la senatrice del Pd Valeria Valente, nel Bicamerale Femminicidio, sottolineando che “i dati della Commissione femminicidio del Senato dicono che in più del 70% dei casi il femminicida ha le chiavi di casa. Si tratta del partner o dell’ex partner“.
Secondo la senatrice del Pd quello della violenza di genere è un dato trasversale, perché sarebbe vero che l’incidenza di immigrati è maggiore nei casi di violenza sessuale, ma non lo sarebbe per quanto riguarda i reati di genere, ovvero i maltrattamenti, la violenza domestica e i femminicidi. “La violenza contro le donne è e rimane insomma non un problema di sicurezza, ma di cultura” ha quindi continuato Valente, per poi affondare contro il premier: “Quella di attribuire ai migranti la colpa della violenza contro le donne in Italia, di trovare il capro espiatorio è un’operazione sbagliata, fatta a fini di propaganda e per giustificare i centri in Albania“.
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