Meloni sceglie il silenzio: no comment sullo scontro Trump-Zelensky e occhi puntati sulla pace

Giorgia Meloni ha deciso di non inserirsi nello scontro tra le Ucraina e Usa, preferendo continuare a riflettere sulle possibili condizioni dell'intesa che dovrà essere formalizzata. La Lega di Matteo Salvini e il M5S di Giuseppe Conte hanno deciso di esporsi apertamente, schierandosi dalla parte di Donald Trump

5 Min di lettura

Lo scontro tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump potrebbe essere il banco di prova della nuova posizione di Giorgia Meloni. Il “ponte” tra gli Usa e l’Europa, come era stata definita alcune settimane fa in vista degli ottimi rapporti costruiti con il neo presidente eletto, dovrà ora dimostrare di essere in grado di gestire questa posizione.

Già in occasione del vertice informale tenutosi lunedì a Parigi, su convocazione del presidente francese Emmanuel Macron, il premier ha mostrato l’intenzione di proseguire le trattative sull’Ucraina tenendo aperta l’opzione di una collaborazione con gli Stati Uniti. “L’Ue deve provare a fare l’Ue e dialogare con Trump per quanto sia complicato“, è questa infatti la linea del governo, scontratasi però con le ultime evoluzioni del rapporto tra il leader ucraino e quello statunitense.

Il presidente eletto degli Usa, Donald Trump
Il presidente degli Usa, Donald Trump

Dopo il revisionismo di Trump sull’inizio del conflitto è infatti giunta la dura risposta di Zelensky, che ha accusato il miliardario di “vivere in una bolla di disinformazione russa“. Un’accusa che il presidente Usa ha deciso di non lasciar cadere nel vuoto, tuonando: “Sei solo un comico di discreto successo e un dittatore senza elezioni“. Il botta e risposta infuocato giunge all’alba delle possibili trattative per la pacificazione dell’Ucraina, intavolate da Stati Uniti e Russia, con l’esclusione di Ucraina e Unione europea.

Meloni attende in silenzio

L’incontro in Arabia Saudita di due giorni fa, che ha visto trattare il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, si è concluso “positivamente” per entrambe le parti. La delusione più grande resta quella dell’esclusione degli altri due grandi elementi che da tre anni sono protagonisti del conflitti. Zelensky ha voluto quindi sottolineare questo aspetto, spingendo sia Trump che Putin a confermare che, a seguito della chiusura della prima fase delle trattative, anche Kiev e Bruxelles avranno il loro posto al tavolo dei negoziati.

Nel frattempo, da Palazzo Chigi non giungono dichiarazioni ufficiali. Giorgia Meloni ha deciso di non inserirsi nello scontro tra le Ucraina e Usa, preferendo continuare a riflettere sulle possibili condizioni dell’intesa che dovrà essere formalizzata. Non è il momento delle fughe in avanti e Meloni sembra abbastanza certa di questa considerazione, così come è convinta dell’inutilità dell’invio di truppe europee sul territorio di Kiev.

Emmanuel Macron
Emmanuel Macron, presidente della Francia

Sulla questione, il vertice di Parigi non ha trovato una soluzione, a causa delle visioni molteplici e diverse dei leader presenti. Proprio sull’argomento è previsto un incontro tra Trump, Macron e il primo ministro inglese Keir Starmer a Washington. Meloni non è preoccupata del mancato invito, consapevole del ruolo cruciale da sempre svolto dall’Italia nel sostegno a Kiev nel corso del conflitto e delle posizioni di Parigi e Londra all’interno del Consiglio dell’Onu, dove si dovrà decidere dell’invio di caschi blu nei territori in guerra.

Lega e M5S sposano le tesi di Trump e il Pd attacca

Al contrario della linea adottata dal governo, la Lega di Matteo Salvini e il M5S di Giuseppe Conte hanno deciso di esporsi apertamente sullo scontro avvenuto tra Trump e Zelensky, schierandosi dalla parte del presidente Usa. “Le parole di Trump smascherano tutta la propaganda bellicista dell’Occidente sull’Ucraina“, ha sostenuto il leader pentastellato, sottolineando come il Tycoon abbia riproposto una tesi che il suo partito porterebbe avanti da tre anni: “Battere militarmente la Russia è irrealistico“.

Meno ruvide le parole di Salvini, che ha preferito semplicemente ribadire il pieno sostegno della Lega alle azioni e all’impegno messo in atto dal presidente per portare alla conclusione del conflitto. Il Pd invece si smarca dalle dichiarazioni dei due leader, sottolineando tramite le parole dell’eurodeputata dem Pina Picierno che “c’è un limite a tutto, anche alla pazienza“.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo