La lunga domenica di Giorgia Meloni a Londra sta volgendo al termine. Il vertice euroatlantico sulla difesa nella capitale inglese appena conclusosi era stato preceduto da un bilaterale a Dowining Street tra la premier e il primo ministro britannico Keir Starmer. I due leader hanno dato inizio all’incontro trattando della situazione ucraina e il primo ministro italiano ha sottolineato i rischi che potrebbero derivare da un “Occidente diviso“. Per il Presidente del Consiglio, dunque, si tratta di un’ipotesi da evitare a tutti i costi, soprattutto alla luce dello scontro che venerdì ha visto protagonisti Donald Trump e Volodymyr Zelensky.
Meloni: “Nessuno può permettersi una pace che non dura”
Uscita da Lancaster House, in un punto stampa alla residenza dell’ambasciatore italiano, il Presidente del Consiglio ha delineato i principali tratti del summit, non entrando nei dettagli dei colloqui privati ma dispiegando alcune considerazioni fatte insieme agli altri 16 capi di Stato e di governo provenienti dall’area atlantica. “Tutti condividiamo lo stesso obiettivo” ha rassicurato Giorgia Meloni, ribadendo che “la divisione dell’Occidente sarebbe esiziale per tutti” motivo per cui risulta doveroso “lavorare con concretezza“.
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Per quanto riguarda l’alquanto discutibile colloquio avvenuto tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca, la premier si dice “molto dispiaciuta di quello che è accaduto” riconoscendo l’inutilità in questa fase di “lasciarsi andare alle tifoserie“, quando bisognerebbe solo guardare “all’obiettivo comune“, della pace. Secondo la premier infatti “bisogna guardare la politica estera con più profondità“, perché “si è corso troppo e si deve ripartire dalla cornice atlantica“. Rispondendo in merito ad una plausibile soluzione per raggiungere l’accordo che porti alla fine del conflitto russo-ucraino, Meloni ha ribadito che: “Né l’Europa né gli Usa possono permettersi una pace che non dura“, sottolineando come l’invio in Ucraina di truppe italiane non sia mai stato discusso.
Il punto fatto con la stampa italiana di Meloni sottolinea l’importanza e la convinzione dell’Italia che in questo momento, al netto di piani e di quelle che possono essere anche opzioni e suggestioni militari, sia importante ricomporre un dialogo e far sì che questo dialogo venga portato avanti insieme agli alleati, all’Ue e agli Stati Uniti. La premier si è detta, inoltre, convinta che questo sia fondamentale in quanto non esiste una garanzia di una pace duratura se non vi sarà il coinvolgimento degli Usa. Un mancato coinvolgimento che porterebbe probabilmente anche ad un altro rischio, ossia quello della disgregazione e della frantumazione dell’Occidente così come è stato conosciuto fino ad oggi.
Il Presidente del Consiglio, a margine del vertice, ha incontrato il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ed ha ribadito il sostegno dell’Italia all’Ucraina e al suo popolo, oltre all’impegno a “costruire una pace giusta e duratura, che assicuri un futuro di sovranità, sicurezza e libertà all’Ucraina“.
Meloni: “Divisi siamo più deboli”
Proprio per questo, ha sottolineato Meloni, ha deciso di proporre una riunione tra gli Stati Uniti e i leader europei, “perché se ci dividiamo saremo tutti più deboli“. Il premier ha quindi ringraziato il suo omologo britannico per aver convocato questo vertice, che si inserisce nello stesso quadro della sua proposta. “In questo momento è molto importante che ci parliamo, che ci coordiniamo“, ha spiegato il capo del governo italiano, rivendicando la possibilità che il nostro Paese e il Regno Unito rivestano un ruolo di “ponte” tra Nazioni che faticano a dialogare.
“Servono nuovi strumenti e nuove idee per garantire la sicurezza dei nostri cittadini“, ha poi proseguito Meloni, ricordando le posizioni piuttosto simili che il governo italiano e quello inglese hanno adottato in termini di difesa, sicurezza, difesa, energia e lotta all’immigrazione irregolare. Lo stesso Starmer ha poi sottolineato questo aspetto, evidenziando “l’approccio molto simile tra Italia e Regno Unito“.
L’incontro privato tra Meloni e Starmer, dunque, anticipa di alcune ore il vertice con i leader europei ed occidentali che si terrà a Lancaster House. Non solo Ucraina, i due leader sono intenzionati ad affrontare tematiche fondamentali per la collaborazione tra i due Stati, in particolare per quanto riguarda le tematiche del contrasto all’immigrazione irregolare e alla tratta di essere umani.
Non si esclude, inoltre, qualche riflessione sul tema della difesa e sul programma strategico Gcap, ovvero l’ambizione condivisa da Italia, UK e Giappone per lo sviluppo di un sistema aereo di nuova generazione.
Meloni: “Senza Usa è difficile per l’Ue sostenere Kiev”
I venti minuti di scontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky potrebbero aver cambiato tutto. Il mancato accordo sulle terre rare, la chiusura di Trump a nuovi vertici con il leader ucraino, finché questo non cambierà postura, e la corsa ai ripari di Zelensky, che ha raggiunto a Londra il primo ministro Keir Starmer, hanno dato una scossa notevole alle posizioni dell’Unione europea.
Il vertice organizzato a Londra dal primo ministro di Downing Street potrebbe quindi rivelarsi più concreto di quanto inizialmente ipotizzato. Giorgia Meloni ne è consapevole, così come è cosciente che oggi si siederà al fianco di leader che hanno già espresso il loro sostegno e la loro solidarietà a Zelensky, condannando il comportamento del presidente Usa. L’Italia, per ora, non ha preso una posizione, se non per gli strappi di alcuni leader di partito che, singolarmente, hanno dato la loro lettura degli eventi.
Il Presidente del Consiglio ha invece preferito non commentare, se non per specificare che ogni divisione che nasce tra le democrazie occidentali serve solamente a depotenziare e a minare i valori su cui si basa “la nostra civiltà“. Ieri sera, poi, il premier ha sentito telefonicamente Donald Trump. Le indiscrezioni vogliono che la telefonata sia servita per avvisare il miliardario della posizione che Meloni adotterà nel corso del vertice di Londra: per l’Ue è difficile sostenere l’Ucraina senza Stati Uniti.
L’ipotesi dell’incontro Ue-Usa di Meloni
La telefonata a Washington si è resa necessaria anche per anticipare agli altri leader occidentali la linea che l’Italia intende proporre. Il vertice odierno, che avrà inizio alle 15 ora italiana, potrebbe infatti trasformarsi nel punto di origine della frattura definitiva all’interno dell’Ue e in generale dei Paesi occidentali. I dossier sul tavolo sono numerosi e riguardano principalmente le decisioni concrete da mettere in atto per difendere l’Ucraina.
Sull’ipotesi delle truppe Ue, presentata da Macron e appoggiata da Starmer, Meloni potrebbe mantenere la linea dura. Per Palazzo Chigi, infatti, questo sarebbe uno scenario piuttosto rischioso. Il piano di Meloni, invece, prevede l’organizzazione di un incontro tra Unione europea e Stati Uniti per discutere delle garanzie da assicurare a Kiev. Il premier starebbe inoltre prendendo in considerazione di inserire questo vertice al di sotto dell’ombrello della Nato. In fin dei conti, solo alcuni giorni fa, il Presidente del Consiglio aveva definito l’Alleanza atlantica “la pietra angolare della nostra sicurezza“.
La proposta di Meloni è stata accolta con favore dal primo ministro polacco, Donald Tusk, che ha prima ribadito il suo sostegno e quello della sua Nazione all’Ucraina, per poi evidenziare la necessità di “fornire un sostegno inequivocabile e duraturi a Kiev“. Allo stesso tempo, il premier ha sostenuto “la più stretta alleanza possibile tra l’intero Occidente e gli Stati Uniti“. Inoltre, secondo Tusk sarebbe positivo che il vertice Ue-Usa sia stato proposto proprio da Meloni “per via dell’ottimo rapporto con Trump“.
Ovviamente, un coinvolgimento della Nato potrebbe infastidire la Russia, ma per il momento Meloni cerca di gestire il delicato equilibrio della posizione italiana, evitando di infastidire sia Washington sia Bruxelles. Un compito piuttosto difficile, anche in vista degli strappi che nei giorni scorsi sono stati compiuti dalla politica italiana. La posizione pubblica di Matteo Salvini, storico sostenitore di Donald Trump, potrebbe aver spinto il premier a riportare il governo sulla retta via, ricordando l’importanza di evitare le tifoserie e di prendere posizioni affrettate che potrebbero mettere in difficoltà l’Italia.
Meloni verso il banco di prova
Il progetto dell’esecutivo italiano è stato riassunto in poche parole dal viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, il quale ha spiegato che l’Italia deve essere “in linea di principio dalla parte di Kiev“, ma allo stesso tempo deve mantenere una posizione neutrale nello scontro tra Zelensky e Trump. “Devi fare molta diplomazia per non perdere un alleato storico, ci vogliono realismo e umiltà“, ha spiegato.
Il banco di prova di Giorgia Meloni è quindi giunto. Il vertice odierno, anticipato da un bilaterale con Starmer, e il Consiglio straordinario Ue del 6 marzo saranno due momenti strategici per l’Ue ma anche per il Presidente del Consiglio. Il ruolo di “ponte“, come era stato annunciato settimane fa, potrebbe dover presto entrare in funzione. A Meloni, quindi, spetta l’arduo compito di allinearsi con le posizioni degli alleati senza però causare una rottura definitiva con gli Stati Uniti. Allo stesso tempo, però, l’apertura verso le posizioni di Trump deve essere tale da non infastidire più del dovuto Bruxelles, ancora scottata dall’annuncio di futuri dazi del 25% sull’export europeo.
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