Migranti, Meloni rilancia i centri in Albania: “Ue ci segue, il coraggio di essere apripista è ripagato”

Il premier è intervenuta in videocollegamento con il vertice organizzato dal suo omologo britannico, Keir Starmer, per parlare del contrasto all'immigrazione irregolare e permettere a 40 Paesi di parlarsi e collaborare insieme su questo tema

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Con il primo ministro britannico, Keir Starmer, siamo d’accordo che non bisogna avere paura di immaginare e costruire soluzioni innovative, come quella avviata dall’Italia con l’Albania“, così il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è intervenuta al vertice di Londra sulla lotta all’immigrazione illegale, portando la sua testimonianza sul lavoro avviato dal nostro Paese contro i flussi immigratori irregolari.

Il premier ha ricordato come sia il Regno Unito che l’Italia siano due Paesi fortemente improntati nella gestione delle migrazioni, con l’obiettivo di porre fine al traffico illegale di esseri umani da parte degli scafisti. Proprio da questo proposito, quindi, nasce l’idea del vertice nel Regno Unito, a cui sono stati invitati oltre 40 Paesi, per condividere strategie e unire le forze per affrontare questo complesso tema.

Keir Starmer, primo ministro del Regno Unito
Keir Starmer, primo ministro del Regno Unito

Keir Starmer è a capo del partito laburista e fautore della linea dura contro le migrazioni irregolari. Nel corso del suo governo sono state rimpatriate 24mila persone, ovvero il numero più alto dal 2008. Un tentativo di non perdere consensi, visto il pericolo rappresentato dal partito di estrema destra di Nigel Farage, che della lotta all’immigrazione ha fatto il suo stendardo.

L’intervento di Meloni al vertice contro le immigrazioni irregolari

Giorgia Meloni ha quindi preso parte ai lavori, ricordando il ruolo di apripista rivestito dall’Italia nella lotta all’immigrazione, in particolare con l’iniziativa dei centri in Albania. Il premier ha sottolineato come questo modello sia stato inizialmente criticato, ma come abbia poi raccolto sempre più consensi, tanto che oggi l’Ue sta prendendo in considerazione l’apertura di centri per i rimpatri nei Paesi terzi. “Ciò vuol dire che avevamo ragione, e che il nostro coraggio è stato premiato“, ha spiegato il premier.

Il Presidente del Consiglio ha poi sottolineato come alla base della libertà, della prosperità e del benessere di un popolo vi sia sempre la sicurezza, che deve quindi essere sempre garantita dallo Stato. In questo senso, Meloni ha sottolineato che la sicurezza passa anche dal controllo dei confini e soprattutto dal governo dei flussi migratori e dal contrasto all’immigrazione illegale di massa. “Questo è il motivo per cui i nostri governi stanno lavorando insieme da tempo per sconfiggere le organizzazioni criminali che lucrano sulla disperazione“, ha spiegato il premier nel suo intervento.

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio
Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio

Il lavoro da fare è comunque ancora tanto e Meloni inserisce il summit britannico in un percorso di rafforzamento dei confini dei Paesi e soprattutto della collaborazione tra Nazioni che hanno gli stessi propositi. Il capo del governo italiano ha quindi sottolineato l’importanza delle sempre più capillari collaborazioni tra forze di polizia e autorità giudiziarie, così come la cooperazione di Europol ed Eurojust.

L’obiettivo comune è puntare al cuore del problema, che sono i profitti di scafisti e trafficanti“, ha continuato Meloni, aggiungendo orgogliosamente: “Lo stiamo facendo seguendo quella straordinaria intuizione di due grandi giudici italiani, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che è riassunta nelle parole ‘follow the money’ e che è divenuta un modello internazionale“.

Starmer: “Fermiamo il traffico di migranti una volta per tutte”

Il discorso di apertura al summit, tenuto da Keir Starmer, ha seguito più o meno lo stesso percorso di quello di Giorgia Meloni. Il primo ministro britannico ha infatti sottolineato come sia arrivato il momento di “smantellare le bande di trafficanti di esseri umani una volta per tutte“. Questo obiettivo, secondo il primo ministro, può essere raggiunto attraverso la collaborazione tra Paesi, che dovranno impegnarsi nella lotta all’azione degli scafisti, che Starmer ha definito veri e propri “terroristi“.

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