Meloni preoccupata per i centri migranti in Albania: tempi non rispettati e costi in aumento

Il premier Meloni tornerà a Tirana il prossimo 5 giugno per "un'ispezione sul campo" ai cantieri dei due centri e per spiegare agli italiani i motivi di questo ritardo. Nel frattempo dagli Usa potrebbero arrivare decine di immigrati venezuelani, inviati come chiesto da Meloni nel 2018

Redazione
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I fantasmi delle campagne elettorali passate sono tornati a perseguitare Giorgia Meloni. Nello specifico il tema dei migranti, su cui il premier ha insistito notevolmente in passato, continua a creare problemi al governo di centrodestra. I due centri di accoglienza in Albania non sono pronti e ora a peggiorare la situazione sono intervenuti anche gli Stati Uniti d’Ameria, pronti ad esigere quanto promesso dal Presidente del Consiglio.

Per comprendere meglio cosa sia successo è necessario tornare al 2018, quando Giorgia Meloni ad Atreju dichiarò che al posto dei migranti provenienti dal continente africano sarebbe stato più proficuo accogliere migranti provenienti dal Venezuela, perché “sono cristiani, sono spesso di origine italiana” e quindi si tratterebbe di “un’immigrazione più simile alla nostra“. A distanza di sei anni gli Usa hanno chiesto di poter usufruire della proposta italiana, inviando circa 500 venezuelani che non possono rimanere sul suolo americano.

Una richiesta che ha gelato Palazzo Chigi e il Viminale, che ora si trovano a dover risolvere una crisi a sette giorni dalle elezioni europee. Nel frattempo Giorgia Meloni sta organizzando l’ultimo blitz prima delle votazioni: un viaggio in Albania per mostrare i passi in avanti dei lavori ai due centri di accoglienza e magari trovare una risposta agli ingenti ritardi registrati in questo progetto.

Palazzo Chigi: “La ricostruzione della Cbs è fuorviante

L’emittente statunitense Cbs ha spiegato come l’amministrazione Biden abbia intenzione di risolvere il problema dell’immigrazione dal Sud America, spedendo migliaia di immigrati in Europa, nello specifico in Italia, Grecia Spagna e poi anche in Canada. Si tratterebbe di un accordo di “reinsediamento” necessario a ridurre gli ingressi illegali dalla frontiera con il Messico.

Una notizia che a Palazzo Chigi ha scatenato il caso. Da un lato il gravissimo problema del dover spiegare ai cittadini come mai le tempistiche dei centri albanesi non sono state rispettate, dall’altro ora la necessità di aiutare un Paese oltreoceano con la sua emergenza immigrazione. Per evitare drammi improvvisi, Palazzo Chigi ha quindi deciso di dare un’altra versione della storia, una in cui “la ricostruzione della Cbs è del tutto fuorviante“.

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Joe Biden vorrebbe inviare immigrati sudamericani in Europa e Canada

Questo perché l’Italia dovrebbe accogliere solo una ventina di venezuelani e si tratterebbe di uno scambio equo perché gli Usa ospiterebbero rifugiati presenti in Libia e volenterosi di andare in Europa. Qual è il fine di questo scambio? Non è dato saperlo. Mentre Palazzo Chigi cerca di mediare, il ministero dell’Interno ha voluto rilasciare alcune doverose precisazioni: “L’Italia non darebbe mai un assenso alla ricollocazione di centinaia di persone sul proprio territorio nazionale in considerazione dei già notevoli sforzi sostenuti sul fronte dell’accoglienza dei migranti“.

Il sopralluogo di Meloni e Piantedosi in Albania

Un secondo problema da risolvere, non meno grave, riguarda l’hotspot e il Cpr in costruzione in Albania. Due centri su cui l’Italia ha investito e su cui Giorgia Meloni ha promesso. “I centri saranno pronti entro la fine di maggio” eppure oggi, primo giugno, non c’è ombra di festeggiamenti da parte del governo Meloni. I lavori vanno a rilento e gli investimenti aumentano sempre di più.

Matteo Piantedosi
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

Il premier dovrà quindi rendere conto di queste spese agli italiani e allo stesso dovrà cercare di addossare la colpa di questi ritardi a qualcun altro. All’interno di questo quadro, quindi, si inserisce la visita istituzionale del Presidente del Consiglio e del ministro dell’Interno in Albania per “un’ispezione sul campo“. Al loro arrivo i centri di Shengjin e Gjader saranno solo cantieri e Meloni e Piantedosi dovranno essere pronti a scaricare ogni colpa sulla Corte Costituzionale albanese che, con i suoi continui rinvii, ha pregiudicato l’intero progetto.

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