Mancano meno di due settimane alle elezioni europee e Giorgia Meloni sembra aver deciso la linea definitiva di attacco. Se durante il suo governo il premier sembrava essersi avvicinato alla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, oggi il distacco è assoluto. L’avvicinamento ai sovranisti è stato graduale ed ora sembra per Meloni l’unica possibilità per raggiungere una maggioranza forte. La stessa Marine Le Pen, leader del partito francese Rassemblement National, ha aperto alla possibilità. “È il momento di unirci. Non possiamo lasciarci sfuggire un’occasione simile“ ha dichiarato la francese durante una visita a Lillers.
Giorgia Meloni, quindi, avrebbe colto il richiamo, vedendo un margine in Europa per una coalizione forte del centrodestra. La distanza con Emmanuel Macron, ovviamente, si fa sempre più marcata, come dimostrano le parole dello stesso presidente: “Svegliamoci contro il vento dell’autoritarismo che soffia ovunque in Europa“. Intanto, il premier deve risolvere anche delle problematiche interne tutte italiane, riguardanti la riforma del premierato e il pericolo delle “opposizione che non lo vogliono perché preferiscono gli inciuci di palazzo“.
Meloni e la strategia per un centrodestra forte in Europa
“Oggi c’è un margine per costruire una maggioranza diversa nel Parlamento europeo, un’Europa diversa che faccia politiche diverse” ha dichiarato il premier Meloni, ospite del programma di Rai Radio 1 “Giù la maschera“. L’obiettivo, spiega il Presidente del Consiglio, è quello di creare “un’Europa diversa che faccia politiche diverse“, magari grazie ad un modello che rispecchi ciò che è avvenuto in Italia.
“Ho già dimostrato che le cose di possono cambiare con coraggio e buonsenso” ha infatti dichiarato il premier, sostenendo che “l’Italia che non va a rimorchio degli altri può fare da capofila su molte questioni, può indicare la rotta all’Ue“. Un piano complesso che secondo Meloni si può realizzare solo attraverso un cambio di priorità e di metodo: “Bisogna tornare a un principio di sussidiarietà di un’Europa che fa meno cose e le fa meglio“. Per poter giungere a questo fine, però, serve una coalizione forte.
Per questo, ad oggi, la collaborazione con Le Pen sembra significativa per Giorgia Meloni. Una leader forte di un Paese forte che potrebbe aiutare l’Italia a guadagnarsi un posto di rilievo. Fino a questo momento il premier non sembrava convinta, eppure ad oggi la sua strategia potrebbe essere cambiata.
I nodi del premierato
In soccorso del premier attaccato dalle opposizioni sula riforma del premierato è giunto Matteo Salvini: “Proposta seria, darà maggior peso alle scelte dei cittadini“. Non sono ancora passate in secondo piano le dichiarazioni contraddittorie del premier, che prima ha dichiarato che sulla riforma del premierato “o la va o la spacca” per poi cambiare direzione e dichiarare che nel caso in cui la riforma non dovesse andare in proto per lei sarà un “chissene frega“.
Frasi che Elly Schlein ha duramente criticato, definendole di “allucinante leggerezza“. Meloni non ha atteso a lungo, prima di ribattere: “Pd e M5S vogliono la conservazione dello status quo“, solo per poi farsi rispondere dalla segretaria del Partito democratico: “Io per la conservazione? Ma se quando ero ancora all’Università, Meloni faceva già il ministro“.
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