Le Pen rompe con Meloni, è scontro sulla questione migranti

Redazione
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Mentre Giorgia Meloni era in visita insieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ai cantieri dei due centri di accoglienza per migranti in Albania, in Francia Marine Le Pen sferrava il suo personale attacco alla leader italiana. Dopo settimane di corteggiamento tra le due donne, Le Pen ha tradito la loro possibile coalizione. L’idea di unire il Rassemblement National e Fratelli d’Italia sotto un unico gruppo europeo aveva solleticato gli appetiti di entrambe, eppure le divergenze sembrano già farsi sentire e il tema migranti è più divisivo che mai.

Il premier italiano in Albania ha precisato due elementi ben specifici. Il primo riguardava l’interesse di ben 15 Nazioni europee su 27, ovvero la maggioranza dell’Ue, che hanno sottoscritto un appello alla Commissione per chiedere che si segua il “modello italiano“, ovvero quello che prevede la costruzione di hotspot e centri di prima accoglienza in Paesi di primo accesso che però sono extra-europei. Il secondo, invece, riguardava le accuse di Riccardo Magi di +Europa, atterrato in Albania per criticare il progetto del governo Meloni. “Noi abbiamo portato la legislazione europea qui” ha dichiarato Meloni di fronte ad un Magi infuriato, aggiungendo: “Volevate più Europa? Eccola qua“.

In realtà, come dimostrerebbero le azioni di Marine Le Pen, l’Europa, o almeno parte di essa, non sembrerebbe proprio favorevole al modello Italia. In particolare, il Rassemblement National, partito di Le Pen e Bardella, contesterebbe all’Italia il patto di solidarietà obbligatoria che interesserebbe tutti e 27 i Paesi membri. Una richiesta economia per cui la Francia non sarebbe disponibile e che quindi metterebbe in difficoltà i piani di Meloni.

Le Pen si stacca da Meloni

Il patto di solidarietà obbligatoria prevedrebbe che i Paesi dell’Ue, per aiutare i Paesi di primo sbarco come Italia, Grecia e Spagna, prendano nel loro territorio parte dei migranti oppure partecipino alle spese di accoglienza. Una richiesta di aiuto piuttosto dispendiosa, su cui Le Pen ha messo gli occhi. Mancano due giorni alle elezioni europee e il tema migranti è diventato uno dei fatto principali di discrimine tra un partito e l’altro.

Le Pen si è spostata ancora più a destra, decidendo di mostrarsi categorica sull’argomento. Secondo il Rassemblement National la rilocazione dei richiedenti asilo eccede le competenze dell’Unione europea perché impedisce alla Nazioni di assicurare la funzione essenziale di mantenimento dell’ordine pubblico” e poiché pone compiti irragionevolisulle spalle dello Stato. La Francia, infatti, nel caso in cui l’Italia lo chiedesse, si vedrebbe costretta a dover accettare sul suo territorio parte dei migranti sbarcati nel nostro Paese.

Marine Le Pen
Marine Le Pen (Rassemblement National)

Proprio per evitare che ciò accada, Le Pen e Bardella sono ricorsi per la prima volta ad una procedura prevista dalla Costituzione francese all’articolo 88-6, che permette di rivolgersi alla Corte di Giustizia dell’Ue dopo aver raccolto le firme di almeno 60 parlamentari. La Francia ha dunque preso la sua posizione e ora non resta che attendere il risultato di questo spostamento e come questo modificherà il modello Italia.

Von der Leyen: “L’accordo con Tirana si basa sul diritto italiano e non europeo

Anche la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, ha mostrato il suo punto di vista sulla questione. Parlando dell’accordo tra Italia e Albania, il suo portavoce ha ricordato che “L’Ue non lo ha mai giustificato, ne abbiamo semplicemente preso atto“. Anche qui un attacco brutale alle dichiarazioni di Meloni, che si è presentata a Shengjin e Gjader forte del sostegno dell’Unione europea.

Ursula Von der Leyen, europee
Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Ue

Anche Ursula Von der Leyen deve guardare i suoi tornaconti personali, di fronte ad una tornata di elezioni che non si presenta per nulla semplice. Come Le Pen, anche la presidente della Commissione europea ha preso posizioni più vicine alla destra che ai popolari, ma sempre tutto in nome della possibilità di poter proseguire in Europa con un secondo mandato.

La Commissione Ue non ha mai criticato apertamente l’accordo italiano con l’Albania, ma Von der Leyen sa bene che questo si posiziona proprio al limite dei confini del diritto internazionale. La presidente, quindi, ha voluto prendere ulteriori distanze, dichiarando che tale accordo si basa più sul modello italiano che su quello europeo. Allo stesso tempo, però, l’Ue è costretta a mettere delle limitazioni e queste riguardano la necessità che i migranti inviati in Albania siano quelli salvati in acque internazionali e non in quelle italiane.

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