“Confronto” è la parola che riassume la lunga intervista che il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha rilasciato al settimanale 7 del Corriere della Sera. Una lunga analisi della situazione attuale del governo italiano, giunto nella seconda metà del suo mandato e in grado, in parte, di tirare le somme su quanto fatto finora e di esprimersi con una certa sicurezza su ciò che può accadere in futuro. Giorgia Meloni sa bene che la sua situazione rispetto all’ottobre 2022 è ben diversa ed ora afferma con sicurezza che la sua è una maggioranza in cui ci sono partiti e visioni diverse ma che riescono “sempre a trovare una sintesi“, trovando la loro forza.
Così, il governo ha pian piano iniziato a raggiungere gli obiettivi che si era posto, a dare inizio “all’inversione di rotta“, in particolare per quanto riguarda il miglioramento delle percentuali di occupazione e la conseguente diminuzione di quelle della disoccupazione. Nel mezzo, poi, Meloni ricorda il grande successo del tasso di occupazione femminile, che è ad oggi “il più alto di sempre“. Le soddisfazioni maggiori, però, il premier le incassa nella politica estera, nella capacità di costruire nuovi rapporti e di scalare, anche grazie a situazioni favorevoli, i vertici dell’Ue. E a chi la critica per l’impegno maggiormente profuso all’estero, Meloni risponde gelida, ricordando come ogni accordo in più abbia un effetto immediato sulla politica interna italiana.
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“Quando vado all’estero e chiudo un partenariato strategico per le nostre imprese, sto facendo politica estera o nazionale?“, spiega il Presidente del Consiglio, ricordando comunque di non essere mai soddisfatta del suo lavoro e di voler sempre puntare al miglioramento e al consolidamento del suo potere. Eppure, Meloni è consapevole che la sua maggioranza ha anche ingenti punti di forza, tra cui proprio quello di “saper dialogare con tutti“, di aprirsi al confronto e mitigare le differenze che esistono con chi potrebbe divenire un asset importante per l’Italia.
Meloni e i rapporti con i leader esteri
Il pensiero, ovviamente, va subito a Elon Musk. L’uomo più ricco del mondo, il consigliere e braccio destro di Donald Trump, l’investitore e il creatore di satelliti, con cui Giorgia Meloni è riuscita a creare quella che anche lei stessa ha definito “un’amicizia“. Eppure, Musk potrebbe essere uno dei gli individui più lontani dalla linea politica di Fratelli d’Italia e la contraddizione salta sempre più all’occhio. “Musk è un innovatore straordinario che ha sempre lo sguardo rivolto al futuro, trovo naturale poter dialogare con lui“, ha spiegato però il premier, ribadendo che le differenze tra le loro linee di pensiero “non impediscono il confronto“.
E così, il mantra è sempre lo stesso per qualunque altro capo di Stato o di Governo estero. Con Ursula Von der Leyen c’è “un rapporto istituzionale” e col tempo si è sviluppato anche “un rispetto reciproco“, sempre col fine di garantire all’Italia la situazione migliore possibile. Con il britannico Keir Starmer c’è invece “una sintonia su molti dossier“, compreso quello dei flussi migratori e al contrasto dell’immigrazione di massa, mentre con Emmanuel Macron c’è un confronto sempre attivo, dovuto “agli interessi convergenti” ma anche “ai punti di vista differenti“.
E su Trump, Meloni tranquillizza ricordando come le sue visioni sulla guerra russo ucraina siano piuttosto simili a quelle italiane. Il premier ha infatti citato alcune delle dichiarazioni del tycoon, sottolineando come il magnate voglia “arrivare ad un accordo, senza abbandonare l’Ucraina“. Proprio queste posizioni, unite a quelle sui dazi verso l’Europa, potrebbero incrinare i rapporti tra Vecchio e Nuovo contenente, così come mettere in una posizione scomoda Meloni, divisa tra le lealtà verso Palazzo Berlaymont e le occasioni garantite da un rapporto esclusivo con il presidente Usa.
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