Meloni in missione diplomatica: cosa aspettarsi dagli incontri in Giordania e Libano

Nell'agenda ufficiale di Meloni si legge che alle 12 dovrà incontrare il Re di Giordania Abdallah II ad Aqaba, mentre l'incontro con il primo ministro libanese, Najib Mikati, a Beirut si terrà alle 16.30

Redazione
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La presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ha confermato durante le sedute scorse al Senato e alla Camera che il 18 ottobre visiterà prima la Giordania e poi il Libano, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani si sta preparando per un viaggio a Israele e in Palestina che farà la settimana prossima. “Anche con la nostra presenza stiamo facendo tutto quello che è possibile fare” ha dichiarato Meloni.

Media libanesi sulla visita di Meloni

Il programma della premier in Libano, dopo aver partecipato al Consiglio Ue, sarà quello di approdare in Giordania in mattinata, per poi visitare il Libano nel pomeriggio. Nell’agenda ufficiale della presidente si legge che alle 12 dovrà incontrare il Re di Giordania Abdallah II ad Aqaba, mentre l’incontro con il primo ministro libanese, Najib Mikati, a Beirut si terrà alle 16.30.  

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

I media libanesi stanno parlando della visita e la definiscono l“attesa visita a Beirut venerdì pomeriggio della premier italiana Giorgia Meloni, il cui Paese detiene la presidenza di turno del G7”. Il sito di notizie ‘Lebanon 24‘ ha sottolineato che è la prima visita “di alto livello in Libano dopo l’intensificarsi degli attacchi israeliani contro Hezbollah”.

Il sito di notizie ha inoltre affermato che Meloni incontrerà sia il presidente del Parlamento Nabih Berri, sia il primo ministro Najib Mikati e che visiterà il battaglione italiano Onu nel sud, che recentemente è stato esposto al fuoco israeliano durante gli scontri tra le forze israeliane e Hezbollah. Il sito libanese ha sottolineato che la premier aveva avvertito, intervenendo al Parlamento italiano, che “il ritiro della forza Onu sarebbe un grave errore”, nonostante le continue richieste israeliane. La tappa della premier al contingente italiano Unifil in realtà non è sicura, perché il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato nei giorni scorsi che non ci sono le condizioni di sicurezza.

Il giornale libanese ha dichiarato che intanto ”le autorità del Libano e la sua popolazione attendono l’esito dei contatti internazionali che potrebbero costituire una leva per arrivare al cessate il fuoco nel sud del paese attualmente teatro delle più violente battaglie tra Israele e Hezbollah”.

È stata poi citata una fonte politica libanese autorevole che però è rimasta anonima, che ha sottolineato che la prima preoccupazione oggi è il cessate il fuoco“. Riguardo alla soluzione politica interna, quindi il destino di Hezbollah e l’elezione del presidente, “nonostante gli sforzi e l’impegno profusi, ci sono ancora molti ostacoli, a cominciare dall’incapacità di raggiungere un accordo sul nome del Capo dello Stato secondo la lista che sta circolando” ha affermato la fonte anonima.

Il quotidiano Al-Akhbar, che è vicino a Hezbollah, riguardo alla situazione dell’elezione di un nuovo capo dello Stato ha riferito che il presidente del Parlamento Berri ha ribadito che questo non è il momento giusto per eleggere un presidente, data la situazione in Libano, “sottoposto all’aggressione israeliana”. Per questo molti parlamentari di Lealtà alla Resistenza, il gruppo politico di Hezbollah, ”corrono il rischio di essere assassinati ed esiste una chiara minaccia israeliana di prenderli di mira”.

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