Meloni al Financial Times: “Scegliere tra Ue e Usa? Sarebbe scelta infantile”

Il Presidente del Consiglio si è prestata alla prima intervista internazionale dall'inizio del suo mandato, decidendo di concentrarsi sui rapporti tra Usa e Ue e sulle possibilità che la loro rottura porta con sé

6 Min di lettura

Giorgia Meloni è profondamente convinta che abbandonare l’alleanza tra Europa e Stati Uniti sarebbe il preambolo della fine dell’Unione europea come la conosciamo oggi. Nessuno strappo, nessuna decisione avventata dettata dalla paura di guerre commerciali o militari. Questo è lo schema che dovrebbe seguire la comunità guidata da Ursula Von der Leyen, per evitare di compiere scelte di cui l’Ue potrebbe pentirsi.

Il Presidente del Consiglio lo ribadisce ormai da tempo e ha deciso di sottolinearlo nuovamente sia nel corso del summit dei volenterosi che si è svolto ieri a Parigi sia in un’intervista rilasciata al Financial Times alcune ore prima che Trump annunciasse i dazi al 25% su tutte le auto esportate negli Usa. Si tratta della prima intervista ad un giornale internazionale, che Meloni ha deciso di sfruttare per dimostrare ancora una volta la sua vicinanza ai temi e agli obiettivi che sono stati presentati e in parte già messi in atto dal presidente Usa.

Nessun affondo contro la Casa Bianca, come sottolineato dalla stessa testata, ma solamente la volontà di ricordare che senza gli Usa gran parte dei piani dell’Europa non sono realizzabili. In questo senso, quindi, secondo il premier non è possibile dividere queste due realtà, in quanto si tratterebbe di “una scelta infantile quanto superficiale“. Nel resto dell’intervista, quindi, Meloni espone il suo punto di vista su alcune delle questioni più controverse che riguardano il Tycoon.

Donald Trump sui dazi
Donald Trump, presidente degli Usa

Dai dazi, passando per le richieste di aumento delle spese di difesa Nato, fino alle sue posizioni in relazione alla pacificazione dell’Ucraina, Meloni ha sottolineato i punti di forza di questa agenda, ribadendo di non considerare affatto Trump come un avversario, ma di voler continuare a rispettarlo in quanto “primo alleato dell’Italia“.

Meloni: “Il protezionismo Usa non è nato con Trump”

Come già annunciato, l’intervista al Financial Times è stata redatta prima dell’annuncio dei dazi al 25% sulle auto del presidente Usa. Meloni ha comunque sottolineato di essere convinta che la nuova spinta protezionistica americana esista ormai da anni e non sia stata, come si ritiene, inventata dal miliardario. Il premier ha infatti citato “l’inflation Reduction Act di Joe Biden“, sottolineando che anche questo potrebbe essere considerato come una delle svolte protezionistiche degli Usa.

Incalzata sulle sue impressioni, Meloni ha ricordato di essere una leader conservatrice che si interfaccia con un presidente repubblicano, con cui quindi condivide più di qualche posizione. In ogni caso, il Presidente del Consiglio è convinta che Trump stia cercando di difendere i suoi interessi, per cui anche lei, in quanto primo ministro italiano, è convinta di voler difendere i suoi. In questo senso, quindi, Meloni ha sottolineato che “l’Italia può avere buoni rapporti con gli Usa” e che “se c’è qualcosa che l’Italia può fare per evitare uno scontro con l’Europa e costruire ponti, la farò, e nell’interesse degli europei“.

A fronte di questa dichiarazione di rispetto e fedeltà nei confronti dell’Ue che, come sottolineato dal Financial Times, è stata adottata da Meloni a seguito della sua elezione, dopo una campagna elettorale ben più dura nei confronti dell’Europa, il premier è stata incalzata sulle parole di JD Vance, che ha duramente criticato il sistema di valori europei. Meloni, come già in passato, ha dichiarato di essere d’accordo con la critica dello statunitense, chiarendo che “la critica di Trump all’Europa non era rivolta al suo popolo ma alla sua classe dirigente“.

Meloni: “Le parole di Trump sulla difesa sono stimolo necessario per l’Ue”

Meloni ha poi trattato il delicato tema del riarmo dell’Europa, sottolineando che “l’approccio conflittuale dell’amministrazione Trump sulla difesa europea sia un necessario stimolo per il continente ad assumersi la responsabilità della propria sicurezza“. Un nuovo tentativo di non lasciarsi andare a critiche alla Casa Bianca, sottolineando invece le opportunità che si potrebbero nascondere dietro ai nuovi investimenti nella spesa militare.

Per quanto riguarda il conflitto in Ucraina, in cui Meloni e l’Italia rimangono strenui sostenitori della causa di Volodymyr Zelensky, il premier ha ribadito di non essere favorevole alla proposta di Francia e Regno Unito dell’invio di unaforza di rassicurazione” europea in Ucraina, in quanto questa potrebbe essere vista da Mosca come una minaccia. Al contrario di molti altri leader europei, Meloni si è invece detta favorevole e soddisfatta degli sforzi di mediazione portati avanti da Trump nei confronti del conflitto.

Meloni ha poi ribadito di essere sostenitrice dell’ipotesi di garantire le sicurezze necessarie a Kiev attraverso l’uso dell’articolo 5 bis del Trattato dell’Alleanza atlantica, ovvero la clausola di difesa collettiva, senza tuttavia  includere formalmente Kiev nella Nato, per evitare di indispettire la Russia. Il Presidente del Consiglio ha poi concluso la sua intervista sottolineando di non voler “ambire a ruoli di primo piano in questa partita“, in quanto “per ora, la posta in gioco è troppo alta“.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo