Meloni, la distanza tra Tajani e Salvini mette alla prova il fronte unito

La competizione tra i due leader capisaldi della maggioranza indebolisce la presidente del Consiglio e la sua credibilità nel tenere il fronte unito

Giulia Fuselli
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Per la premier Giorgia Meloni sono ore decisive per il futuro del fronte unito, costruito con fatica e sempre meno convintamente difeso dai suoi Vice presidenti. Il secondo mandato come presidente della Commissione Ue di Ursula von der Leyen ha incrinato i rapporti – già precari dalla morte di Berlusconi – tra il leader di Forza Italia, Antonio Tajani e quello del Carroccio Matteo Salvini. “Bisogna evitare le polemiche inutili” è la voce che corre a Palazzo Chigi, ma come i capponi di Renzo Tajani e Salvini continuano a beccarsi rischiando di finire essi stessi nel pentolone di una strada che ribolle di ripicche e guerricciole nel centrodestra.

Meloni, Tajani e Salvini: fronte unito spaccato?

La Meloni si trova in mezzo a due fuochi. Da una parte il vicepremier azzurro sottolinea: “Forza Italia è sempre in prima fila per realizzare il programma senza creare alcuna turbolenza, intendiamo arrivare a fine legislatura con la maggioranza di centrodestra. Posso rassicurare tutti gli italiani che non ci sarà alcun problema per quanto riguarda la tenuta della maggioranza“. A lui risponde il leghista Salvini: “Il Governo lavora tanto e bene, e lavorerà fino all’autunno del 2027. In Europa abbiamo posizioni diverse, da sempre. Io penso che questa commissione sia partita malissimo perché i cittadini hanno chiesto il cambiamento e loro si sono riproposti con le stesse facce. E pensare che ci siano tasse per 100miliardi di euro l’anno per gli italiani è qualcosa che da ministro e da italiano non mi lascia tranquillo. Però la Lega, in Italia e in Europa, visto che siamo il terzo gruppo, difenderà il diritto al lavoro, alla salute e al risparmio degli italiani“. 

Le dichiarazioni ufficiali provano a gettare acqua sul fuoco, propongono un continuum di intesa nella diversità, ma ciò che traspare da Palazzo Chigi sembra ben altro. Lega e Forza Italia hanno due visioni totalmente differenti e la bravura della Meloni nel metterle insieme sembra pian piano sgretolarsi. Salvini è ritornato a polemizzare sulla qualunque, a partire dal Ponte sullo Stretto: “L’Europa finanzia una parte della progettazione della ferrovia del Ponte sullo Stretto perché non può progettare strade per il Pnrr. L’obiettivo rimane quello di chiudere il progetto e aprire i cantieri entro quest’anno, e il fatto che l’Unione europea ci metta decine di milioni di euro vuol dire che come noi, come tanti siciliani crede nel progetto“.

Poi sull’Autonomia differenziata: “Io non ho mai paura quando si esprimono i cittadini. E’ una grande occasione di modernità, sviluppo e innovazione per tutta l’Italia e soprattutto il Sud. Se ci sono regioni del Sud che hanno servizi differenti o inferiori è per colpa della pessima politica, non per l’Autonomia“. La competizione tra i due leader capisaldi della maggioranza indebolisce la presidente del Consiglio e la sua credibilità nel tenere il fronte unito. Ancora non si sa come può concludersi la vicenda, ma ciò che pare venire fuori è il desiderio di Salvini di riprendersi la leadership della coalizione.

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