Meloni scettica sull’invio di truppe a Kiev: in bilico la presenza al summit di Londra

L'incontro della "coalizione dei volenterosi" che si svolgerà sabato su richiesta del premier britannico, Keir Starmer, non prevede la partecipazione di Paesi osservatori. L'Italia, quindi, dovrà prendere una decisione sul possibile invio di soldati a Kiev, uscendo dall'immobilismo attuale

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Il ruolo di Giorgia Meloni come “ponte” tra Usa e Ue sembra diventare sempre più complesso da sostenere, anche alla luce delle evoluzioni velocissime che investono il rapporto tra le due potenze, impegnate su fronti diversi a portare a termine il conflitto in Ucraina. Il Presidente del Consiglio si trova a camminare su un filo sottilissimo, che rischia di farla cadere da una o dall’altra sponda, minando irrimediabilmente i rapporti con tanta fatica costruiti con Donald Trump e Ursula Von der Leyen.

Così, la posizione del governo italiano sulla situazione in Ucraina resta ancora poco chiara. Se fine a pochi giorni fa il sostegno italiano alla causa di Kiev sembrava incondizionato, come ribadito anche dal premier a margine dell’incontro di Londra del 2 marzo, oggi Fratelli d’Italia ha preso una decisione che sembrerebbe incomprensibile se snaturata dal suo contesto. In occasione del voto dell’Europarlamento sulla risoluzione ucraina, che condanna i rapporti nati tra Usa e Russia, FdI, il partito guidato da Meloni ha deciso di astenersi.

Una posizione durissima, spiegata però dai membri stessi del partito presenti a Strasburgo. “La risoluzione più che a favore di Kiev era diventata contro Trump“, ha sottolineato Carlo Fidanza, aggiungendo che il testo approvato dal Parlamento europeo risulterebbe anacronistico in quanto non terrebbe in considerazione i negoziati che si sono tenuti l’11 marzo a Gedda tra la delegazione statunitense e quella ucraina.

Meloni: ancora indecisioni sulla partecipazione dell’Italia alla “coalizione dei volenterosi”

Giorgia Meloni, quindi, avrebbe deciso di non tradire la fiducia del presidente Usa, scegliendo la cautela e l’equilibrio a fronte di uno scenario che è in continua evoluzione. Se la decisione di oggi è stata presa, non senza accurate riflessioni, ora resta da comprendere in che modo deciderà di agire il premier in riferimento alla “coalizione dei volenterosi“, ovvero il piano di Francia e Regno Unito per l’invio di truppe di interposizione a Kiev che mantengano la pace dopo il cessate il fuoco.

Keir Starmer, primo ministro inglese
Keir Starmer, primo ministro inglese

Il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha chiamato a raccolta i Paesi interessati per una videochiamata che si terrà il prossimo sabato. Dopo due incontri a cui hanno preso parte i capi di Stato maggiore e i ministri della Difesa di Paesi interessati e osservatori, sembrerebbe che il prossimo sabato possa rivelarsi una data fondamentale per comprendere praticamente se il progetto sia attuabile oppure no.

Al momento Giorgia Meloni si è detta fortemente contraria all’invio di truppe in Ucraina. Quindi, se il prossimo vertice servirà per pianificare un’operazione di questo tipo, la partecipazione del premier risulterebbe inutile. In questo summit, infatti, non sono previsti Paesi osservatori, per cui anche l’Italia sarà costretta a prendere una decisione. Sembrerebbe che le riflessioni saranno riferite anche ai riscontri che il ministro Crosetto porterà dal vertice di Parigi.

Noi dobbiamo ragionare su tutti i possibili scenari“, ha spiegato il ministro della Difesa, aprendo quindi alla possibilità che la posizione del nostro Paese sull’invio delle truppe in Ucraina cambi radicalmente. Ciò che sembra chiaro, come più volte ribadito dal premier, è che l’Italia potrebbe dirsi favorevole ad una missione di questo tipo solamente sotto l’egida dell’Onu. In quel caso infatti si tratterebbe di una missione di pace da attuare a seguito della conclusione dei negoziati tra Russia e Ucraina.

A far riflettere il governo, però, è la possibilità che alla coalizione promossa Francia e Regno Unito prendano parte anche potenze extra Ue. Il momento di riflessione, quindi, è necessario anche per comprendere quali siano i piani della altre forze in gioco. Intanto, i giorni che mancano al prossimo sabato continuano a diminuire, mentre la pressione sulle spalle del Presidente del Consiglio continua a crescere.

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