Giorgia Meloni è salita sul palco del congresso di Azione, in corso oggi allo “Spazio Eventi” del Rome Life Hotel di via Nazionale, con l’intenzione di fare chiarezza sia sul motivo della sua partecipazione sia su alcune critiche che negli ultimi giorni l’hanno investita. Il Presidente del Consiglio è stata accolta dal capogruppo alla Camera del partito di Carlo Calenda, Matteo Richetti, ed è inizialmente rimasta seduta in prima fila ad ascoltare l’intervento del leader di Azione, per poi alzarsi e prendere la parola.
Innanzitutto, il premier ha sottolineato come la sua presenza al Congresso abbia fatto nascere una serie di vociferazioni, sia perché qualcuno l’ha interpretata come una messaggio nei confronti degli alleati, o meglio come un segnale da parte del primo ministro che “sarebbe pronta a sostituirli“, sia perché altri hanno invece letto nella decisione del Presidente del Consiglio una volontà di “fare una scorribanda tra gli alleati“.
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Meloni ha quindi smentito entrambe le ipotesi, sostenendo di non voler cambiare idea su partiti con cui non condivide ideologie ma di voler comunque aprire un dialogo con esse, sottolineando come FdI sia sempre stata una realtà “che ha fatto del confronto con le idee anche più distanti la sua cifra“, senza però mai mettere in discussione l’identità di questa forza politica. Un concetto che lo stesso Calenda aveva espresso qualche tempo prima con i cronisti, chiarendo che l’occasione odierna avrebbe potuto trasformarsi in una piattaforma per uno scambio di idee bipartisan, in onore delle democrazia che caratterizza il nostro Paese.
Meloni: “Non ho mai detto di essere schierata con Trump contro l’Europa”
Il Presidente del Consiglio ha poi dedicato il resto del suo intervento alle critiche ricevute a seguito della sua intervista al Financial Times. Ieri, infatti, le opposizioni politiche, in particolare Elly Schlein, hanno affondato contro i contenuti di questo intervento, evidenziando che le parole di Meloni avrebbero tradito la fedeltà nei confronti del Paese in nome dell’alleanza con gli Usa.
“Sono molto stupita dalla interpretazione della mia intervista al Ft“, ha spiegato il premier, sottolineando di non aver mai sostenuto quanto riportato dalle critiche, ma si aver sempre ammesso di essere “dalla parte dell’Italia“, nella consapevolezza però che il nostro Paese è inserito all’interno dell’Europa e nella consapevolezza di ciò “il suo ruolo deve essere anche quello di difendere l’unità dell’Occidente“.
Su questo aspetto, poi, Meloni ha voluto ringraziare la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, per aver dichiarato, in un’intervista al Corriere della Sera, che la posizione dell’Italia in relazione agli Usa è “positiva per l’Ue“. La leader europea ha infatti sottolineato che più fronti sono aperti nello scenario euroatlantico, più la posizione dell’Unione sarà rafforzata. In questo senso, il premier ha ribadito di credere che la sua responsabilità di leader del governo italiano sia quella di fare tutto ciò che è in suo potere per “difendere o ricostruire, se necessario, questa unità“.
Per quanto riguarda il tema dei dazi, invece, Meloni ha riconosciuto l’esistenza di “divergenze“, ma ha al contempo ricordato l’importanza di “non agire d’impulso“, ma di continuare a ragionare per cercare di raggiungere quello che ha definito “un punto di equilibrio“. Queste stesse divergenze si troverebbero poi anche sul tema della difesa. Il Presidente del Consiglio ha sostenuto che gli investimenti per la sicurezza sono “il prezzo della libertà“, come già detto due settimane fa nel corso delle comunicazioni sul Consiglio europeo in Parlamento.
“Se chiedi a qualcuno di garantire la tua difesa devi sapere che quel qualcuno non lo farà gratis“, ha infatti ribadito il premier, spiegando che coloro che chiedono che non vengano spese risorse per la difesa e che si interrompano i rapporti con gli Usa starebbero proponendo di far diventare l’Europa “una grande comunità hippie demilitarizzata, che spera nella buona fede delle potenze straniere“.
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