Meloni: “Atto Procura è voluto, se giudici vogliono governare si candidino”

Il Presidente del Consiglio, intervenuta all'evento "La Ripartenza" di Nicola Porro, ha sottolineato la sua intenzione a "non mollare" e a voler continuare il suo lavoro senza stop di alcun tipo. L'unico rammarico sulla questione Almasri è per il presunto danno di immagine che il Paese potrebbe subire all'estero

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A chiunque nei miei panni, di fronte a questa vicenda cadrebbero un po’ le braccia“, ha sostenuto Giorgia Meloni nel suo breve intervento in occasione de “La ripartenza“, evento organizzato dal giornalista Nicola Porro a Milano. Anche questa volta, le dichiarazioni del premier sono in relazione alle evoluzioni del caso Almasri. L'”avviso di garanzia” che la leader di FdI ha ricevuto nei riguardi di una indagine sulle accuse di favoreggiamento e peculato, quindi, non rappresenterebbe alcuno scoglio al suo lavoro. Il Presidente del Consiglio, come più volte ribattuto in questi giorni, è pronta a continuare il suo percorso a “testa alta“, senza lasciarsi intimidire.

Anche nel corso del dibattito con Porro, Meloni ha ribadito la sua intenzione a “non mollare di un millimetro“, nella consapevolezza di poter continuare a vestire i panni di premier finché ci persisterà il sostegno dei cittadini nei suoi confronti. La leader di FdI, poi, ha sottolineato di essere stata sin da subito consapevole che, nel momento in cui fosse stata eletta, avrebbe avuto diversi ostacoli da superare. In questo senso, quindi, secondo Meloni l'”avviso di garanzia” sarebbe un “atto voluto“, perché in molti altri casi si sarebbe invece deciso di non procedere.

All’interno di questa vicenda, quindi, lo scotto maggiore riguarda le conseguenze che l’indagine potrebbe avere sulla politica estera del nostro Paese. “In Italia i cittadini capiscono perfettamente cosa sta accadendo, all’estero no“, ha infatti spiegato il premier, chiarendo che la sua iscrizione, insieme a quella dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano, non sarebbe altro che “un danno all’Italia“. Nello specifico, si tratterebbe di un vero e proprio danno di immagine, che potrebbe mandare in fumo il lavoro fin qui portato avanti dall’esecutivo Meloni.

Meloni e i timori sulla percezione estera

Il riferimento del premier è alla prima pagina di uno dei giornali esteri più influenti al mondo, che alcuni giorni fa ha riportato la notizia dell’indagine sulla sua persona. “Mi ritrovo sulla prima pagina del Financial Times“, ha infatti spiegato il premier, chiarendo che nei Paesi esteri la sensibilità non è la stessa che c’è in Italia. Proprio questo atto avrebbe quindi rischiato di minare la credibilità del Presidente del Consiglio, la stessa che ha “faticosamente cercato di costruire“.

Meloni ha infatti ricordato come, da quando è divenuta premier, l’Italia abbia assunto nuovamente un ruolo di spicco agli occhi degli investitori stranieri. “Questo è il lavoro che ci permette di dire, volendo fare una battuta, che dal ghiaccio dei fiordi fino alla sabbia del deserto il mondo è tornato a guardare con interesse all’Italia“, ha infatti specificato il premier, chiarendo che le azioni operate nei suoi confronti sono poi riflettute direttamente sul futuro del Paese.

Giorgia Meloni
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni

Quindi, mentre c’è un governo che cerca di “esprimere al massimo” il potenziale delle aziende, c’è qualche italiano che “cerca di remarci contro“. Proprio questo concetto manderebbe “ai matti” il Presidente del Consiglio, in quanto il loro essere avversi nei confronti del governo, non farebbe altro che “smontare il lavoro” finora portato avanti.

Meloni: “Se i giudici vogliono governare si candidino”

Meloni ha poi affrontato lo spinoso tema della riforma della separazione delle carriere, fortemente ostacolato dalle opposizioni e dall’Associazione nazionale magistrati. “La battaglia che stiamo cercando di condurre è forse anche più grande di un programma di governo“, ha spiegato il premier, chiarendo che il suo unico obiettivo è quello di costruire un’Italia in cui una persona innocente non debba “avere paura della giustizia, o del fisco o della burocrazia“.

Inoltre, sarebbe necessario comprendere in che modo gestire il potere della magistratura. In questo senso, infatti, Meloni ha sottolineato come “i contrappesi servano“, perché sono presenti in tutti gli ambiti di responsabilità. “Se io sbaglio, gli italiani mi mandano a casa, ma se a commettere errori sono i magistrati, nessuno può dire niente“, ha tuonato il Presidente del Consiglio, chiarendo come la magistratura sia ovviamente “una colonna portante della nostra Repubblica“, ma come “nessun edificio si regge su una colonna sola“. Per quanto riguarda, quindi, i membri della magistratura che hanno il desiderio o la volontà di governare, Meloni prosegue lanciando un consiglio: “Si candidino alle elezioni“.

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