Medio Oriente, Ciriani: “Isolare Israele non è la soluzione al conflitto”

Le sanzioni nei confronti di Israele non porterebbe ad una risoluzione più veloce del conflitto, ma rischierebbero di incrinare ancora di più i rapporti tra Europa ed Israele, secondo il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani

Redazione
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Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha partecipato oggi al Question Time alla Camera in sostituzione del ministro degli Esteri Antonio Tajani, rispondendo alle domande sulla delicata questione medio orientale, sui rischi nel nostro Paese legati all’antisemitismo e sul rinnovo dei contratti alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco. Il primo anniversario della guerra in Medio Oriente si avvicina e l’Italia teme che il 7 ottobre possa trasformarsi in una giornata di scontri e violenze, anche contro la comunità ebraica italiana.

Il ministro Ciriani ha quindi rassicurato i presenti chiarendo che dallo scoppio della guerra “sono stati immediatamente rafforzati tutti i dispositivi di osservazione e controllo riferiti agli obiettivi sensibili riconducibili allo Stato di Israele“. Nello specifico, il ministro ha parlato dell’episodio della lista di nomi di persone ebree pubblicata lo scorso agosto, che avrebbe riacceso il dibattito sulla sicurezza della comunità ebraica.

Trattando dell’escalation del conflitto in Medio Oriente, Luca Ciriani ha sottolineato che al momento la soluzione non può essere quella di isolare Israele, in quanto questo non farebbe altro che far perdere all’Occidente altro controllo sulla situazione. La questione medio orientale diventa di ora in ora più complessa ed è compito della comunità internazionale individuare percorsi diplomatici che possano porre fine al conflitto e soprattutto alle morti civili.

Ciriani: “Israele ci ha chiesto di tenere aperto un canale col Libano

Ciriani ha quindi chiarito che il governo italianosostiene il diritto di Israele di difendersi ma gli chiede di fermarsi e di adoperarsi per proteggere la popolazione civile“. Una soluzione che secondo il ministro servirebbe a mantenere i rapporti con lo Stato ebraico perché una chiusura nei suoi confronti potrebbe trasformarsi un errore. “È necessario preservare il dialogo che il  nostro governo ha con Israele” ha infatti dichiarato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, chiarendo che proprio ieri Israele ha chiesto all’Italia dimantenere un canale aperto con le forze armate libanesi“.

Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento
Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento

Il ministro ha poi aggiunto che l’obiettivo delle offensive dello Stato ebraico non è il Libano ma Hezbollah e che per questo a seguito della conclusione della guerra il controllo sul territorio tornerà nelle mani dei libanesi. “Tutti ci riconoscono l’autorevolezza di aver mantenuto fin dall’inizio della crisi una posizione seria ed equilibrata” ha sostenuto Ciriana, esortando tutti a lavorare affinché questo non cambi.

Ciriani: “Approfondiremo i possibili fattori di rischio in Italia

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento ha mostrato nel corso del Question Time gli inquietanti dati sull’antisemitismo in Italia, sostenendo che dallo scorso 7 ottobre in Italia sono state registrate 456 segnalazioni di episodi a contenuto antisemita e che, in relazione alla lista dei nomi di esponenti della comunità ebraica diffusa in rete lo scorso agosto, “la Direzione centrale della Polizia di prevenzione del Dipartimento di pubblica sicurezza ha provveduto a segnalare all’Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale i documenti per la valutazione di eventuali profili di rischio a carico dei soggetti e dei titolari delle aziende interessate“.

La situazione sarebbe quindi costantemente monitorata, tramite Prefetture e Questure, al fine di acquisire una completa e aggiornata “valutazione sotto il profilo dell’esposizione a rischio degli interessati“. Secondo Ciriani, quindi, ogni elemento utile per venire a capo dell’indagine è stato preso in considerazione e allo stesso tempo l’attenzione nei confronti della comunità è più alto che mai. “Il Governo intende assicurare che continueranno ad essere approfonditi i possibili fattori di rischio ed individuati gli strumenti di prevenzione e contrasto, anche mediante l’intensificazione del raccordo informativo tra forze di polizia e le agenzie di intelligence” ha infatti dichiarato il ministro.

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