Mattarella sullo sfruttamento minorile: “Necessario lavorare per contrastare l’abbandono scolastico”

L'Italia non è esente dal gravissimo problema dello sfruttamento minorile. Nel settore agricolo spesso i figli dei braccianti vengono utilizzati come forza lavoro già in tenera età. Una situazione inconcepibile su cui Mattarella ha invitato a riflettere e soprattutto ad agire le istituzioni

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In occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordare l’importanza che l’età infantile ricopre nello sviluppo di tutti gli esseri umani. Una particolare età che dovrebbe essere dedicata alla spensieratezza, alla crescita, allo sviluppo e all’affetto e che invece troppo spesso viene sacrificata per sfruttare le forze dei più piccoli nel lavoro.

Tra i migranti vi sono tanti i minori non accompagnati che rischiano di diventare forza lavoro fantasma, di svolgere mestieri inconciliabili con la loro età o addirittura di sparire nell’illegalità sotto gli occhi di quelle comunità a cui si sono affidati abbandonando le loro terre di origine” ha dichiarato il presidente Mattarella, lanciando un appello alle istituzioni affinché questo fenomeno in crescita venga immediatamente bloccato.

Per eliminare le cause profonde del fenomeno e proteggere i diritti dei fanciulli – ha infatti sostenuto il Capo dello Stato – è necessario un approccio che coinvolga governi, organizzazioni, imprese, comunità e individui, per un ambiente in cui le bambine e i bambini possano crescere sani, istruiti e liberi, senza correre il rischio di essere privati della loro età“. Un invito a tornare umani, a battersi per i diritti di chi non può difendersi e per questo viene sfruttato. Un’esortazione a non chiudere gli occhi ma ad intervenire, affinché ogni bambino possa godere dei suoi diritti e avere un’infanzia che sia degna di questo nome.

Mattarella: “Ogni bambino ha diritto ad essere protetto dallo sfruttamento economico

L’appello di Mattarella si è rivolto anche all’Unione europea, che ha sancito nell’articolo 32 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza “il diritto di ciascun bambino ad essere protetto dallo sfruttamento economico e da qualsiasi lavoro pericoloso“. Il presidente della Repubblica ha ricordato come l’Ue “ha sviluppato opportunamente iniziative tese alla applicazione di questi principi, con i recenti provvedimenti che responsabilizzano le imprese lungo tutta la catena del valore e impongono il divieto di commercializzazione di beni realizzati con il lavoro forzato, a maggior ragione quello che impiega bambini“.

Il presidente Sergio Mattarella
Il presidente della repubblica Sergio Mattarella

Troppo spesso, però, questo diritto viene ignorato e quindi non rispettato. Mattarella, quindi, tenta di proporre anche una soluzione, puntando lo sguardo verso un fenomeno che potrebbe essere contrastato e a sua volta aiutare nella sconfitta del lavoro minorile. “Il contrasto dell’abbandono scolastico, fenomeno presenta anche nel nostro Paese – ha evidenziato il Presidente della Repubblica – costituisce un importante argine allo sfruttamento del lavoro minorile“.

I dati dello sfruttamento minorile in Italia

L’Italia non è esente dal problema dello sfruttamento minorile. Secondo il report “Piccoli schiavi invisibili” di Save The Children, nel nostro Paese nel 2021 su un totale di 757 persone vittime di tratta e sfruttamento, ben 264 di loro (il 35%) è risultato essere minorenne. Tra questi 168 erano ragazze e 96 ragazzi. Inoltre, nel 2022 in Italia le vittime prese in carico dal sistema anti-tratta nel 2022 sono state 850, di cui il 59% donne e l’1,6% minori.

Nello specifico dello sfruttamento del lavoro minorile, poi, nel nostro Paese esiste un fenomeno di lavoro minorile legato all’agricoltura. I figli dei braccianti, per aiutare con l’ingente mole di lavoro, vengono sfruttati già in tenera età. Si tratta di realtà troppo spesso ignorate che convivono ai margini di una società civile e democratica che però non nota nulla. Un disinteressa che rovina vite e costringe minori a faticare per guadagnare cifre misere e a malapena sufficienti per sopravvivere.

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