Ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha accolto al Quirinale i vertici Casagit, la cassa assistenziale integrativa della categoria dei giornalisti, con cui ha iniziato una riflessione sull’importanza della Carta Costituzionale e della libertà di stampa in essa tutelata. Il Capo dello Stato si è poi rivolto ai politici e ai cittadini italiani, con una severa sferzata in merito i poteri, i compiti e gli obblighi in capo al Presidente della Repubblica.
Mattarella rimette i politici in riga: “Non firmo le leggi, le promulgo, è diverso”
“Vorrei cogliere l’occasione di far notare che frequentemente il presidente della Repubblica viene invocato con difformi e diverse motivazioni. C’è chi gli si rivolge chiedendo con veemenza” ma il Presidente della Repubblica non è un sovrano, ricorda Mattarella: i tempi dello Statuto Albertino, quando il potere legislativo era in mano al parlamento e al re, chiamato ad esprimersi nel merito delle leggi, sono ormai andati.
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“Il Presidente della Repubblica non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa“. Il riferimento è chiaro, ed è rivolto ai vertici della politica che tendono ad interpellarlo più del dovuto sulle questioni che animano l’agenda del governo, strattonandolo a destra e a manca per fargli prendere una posizione. Così il capo dello Stato ha colto l’occasione per esprimersi in modo fermo sulla confusione che sembra caratterizzare la distinzione tra i suoi poteri e quelli di un sovrano o un monarca.
Un approccio sbagliato, quello che lo crede nella posizione di esprimere un giudizio su una legge promulgata, come se fosse nelle competenze del Presidente della Repubblica dare una direzione alla legislazione nascente. “Quando il Presidente promulga una legge non la fa propria, non la condivide, ma fa solo il suo dovere”, conclude Mattarella.
Si ricordi che questo intervento si colloca in un contesto in cui il Colle è stato indirettamente chiamato ad esprimersi sulle proteste di Pisa e sul caso del dossieraggio dell’inchiesta di Perugia. E non è un caso se proprio ieri è stata istituita una Commissione parlamentare di inchiesta sul caso Covid, gestito dall’allora capo del governo Giuseppe Conte, oggi tra gli oppositori più temuti da Giorgia Meloni.
Mattarella ai vertici della Casagit
In merito alle preoccupazioni che animano le fila della categoria dei giornalisti, allarmati da una censura sempre più esplicita, il Capo dello Stato non si esprime ma ricorda che: “La libertà di stampa è fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia. Che vede nella nostra Costituzione una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l’indipendenza dell’informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti. Ma è un elemento indispensabile della nostra democrazia, e questo carattere di indispensabilità, io ho cercato tante volte di richiamarlo e sottolinearlo“.
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