Mattarella e Bill Gates uniti sull’Africa: “Non diminuiamo i fondi”

La preoccupazione del Capo dello stato è quella che le risorse per l'Africa vengano destinate altrove, ad esempio nella corsa agli armamenti, e che il continente venga lasciato ai suoi numerosi problemi sanitari, come la carenza di vaccini, di alimentazione, agricoli e di mancato sviluppo, guerre, migrazioni e calamità ambientali

Redazione
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La quinta persona più ricca del mondo, Bill Gates, ha incontrato al Quirinale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo essersi accomodati, l’uomo della tecnologia e l’uomo della prudenza hanno iniziato a discutere per 40 minuti, toccando varie tematiche e trovandosi non sempre d’accordo con le affermazioni l’uno dell’altro. In molti potrebbero pensare, vista la presenza al palazzo del magnate di Microsoft, che l’argomento principale della conversazione fosse l’Intelligenza Artificiale e invece no: l’Africa si è rivelata la questione da affrontare urgentemente. Un continente in difficoltà, il cui futuro e sviluppo è fondamentale sia per Gates che per Mattarella.

Intelligenza Artificiale

Sull’Intelligenza Artificiale il Presidente della Repubblica è stato rapido e conciso nel rispondere alle affermazione entusiastiche di Bill Gates, il cui impatto dello sviluppo secondo lui è “utile e buono al 90%“. Secondo il Capo dello Stato bisogna, invece, tornare con i piedi per terra e non essere troppo leggeri nell’affrontare questo “progresso inarrestabile“. La preoccupazione del Presidente, nei confronti di questo nuovo campo che si “autoalimenta”, resta vigile e il suo desiderio sarebbe quello di avere una rivoluzione tecnologica che “resti umanae che rimanga “ancorata ai pilastri irrinunciabili della nostra tradizione di civiltà, governabile e governata“.

L’africa

L’elefante nella stanza del Quirinale è rimasta per tutto il tempo la questione dell’Africa. Sia Mattarella che Gates sono preoccupati per i suoi enormi problemi sanitari, per la carenza di vaccini, per le difficoltà nell’alimentazione, per le questioni agricole, per il mancato sviluppo, per le guerre, per le migrazioni e per le calamità ambientali. Il tutto è accompagnato da delle crisi internazionali che rischiano di oscurare il continente e lasciarlo abbandonato ai suoi mille problemi. In particolare Mattarella ricorda che “non bisogna diminuire l’impegno finanziario, malgrado le crisi internazionali” e su questo Gates è profondamente d’accordo. La preoccupazione del Capo dello Stato riguardano le risorse che potrebbero essere destinate altrove, ad esempio nella corsa agli armamenti.

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Sergio Mattarella e Bill Gates

Entrambi sono consapevoli dell’impegno che stanno mettendo nello sviluppo, nel sostegno e nella crescita dell’Africa. Gates ha fatto i compiti a casa e insieme all’enturage che lo ha accompagnato al colle – Beatrice Nere (vice-direttrice per l’Europa della Bill & Melinda Gates Foudation) e Julia Renaud (rappresentante di Breakthrough Energy, una rete di organizzazione impegnate per le emissioni zero) – hanno dimostrato di essere a conoscenza dei numerosi viaggi di Mattarella nel continente interessato.

Allo stesso tempo il Capo dello Stato sa bene che, al giorno d’oggi, sullo scenario politico bisogna tener conto non solo degli Stati ma anche del ruolo di alcuni attori privati che sostengono determinate cause: la fondazione Gates è molto attiva nell’area del Sahel, particolarmente importante per la sua posizione strategica e interessata di recente da varie turbolenze tra gli Stati Nordafricani. Entrambi, a fine colloquio, hanno ribadito nuovamente il loro impegno verso l’Africa, che sia “duraturo” e “sostanzioso“.

L’incontro tra Tajani e Gates

Antonio Tajani
Antonio Tajani

Dopo Mattarella Bill Gates ha incontrato Antonio Tajani, il ministro degli Esteri, che gli ha fatto una serie di promesse, come quella del tema dello sviluppo che sarà prioritario nell’agenda del G7, di cui l’Italia avrà la presidenza quest’anno. Inoltre, hanno parlato del vertice tra i leader in programma in Puglia dal 13 al 15 giugno.

Non solo, il ministro degli Esteri non ha perso tempo per ricordare a Gates il “ruolo centrale” assegnato dall’esecutivo “alla promozione dello sviluppo in Africa, certi che la stabilizzazione della regione non possa prescindere dalla sua prosperità” si legge sul Messaggero.

Abbandonato il discorso dell’Africa, Gates e Tajani hanno discusso di transizione energetica e del loro interesse in comune per il nucleare: dal progetto Energy Dome, per accumulare energia a lunga durata, con un possibile primo impianto in Sardegna, al progetto di TerraPower, impresa finanziata da Gates che costruisce reattori nucleari di nuova generazione. Stando ai piani del miliardario filantropo, nel 2030 saranno pronti i reattori negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Francia. “Sarà l’innovazione della tecnologia, nel nucleare e nel solare, il percorso da seguire” ha concluso Tajani a margine dell’incontro.

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