“Il servizio sanitario nazionale è un patrimonio prezioso, da difendere e adeguare“. Queste le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante il discorso a braccio con cui saluta i partecipanti alla 2° edizione del Festival delle Regioni.
Ad ascoltare le parole del Capo dello Stato, nel salone degli svizzeri di Palazzo Reale, i governatori delle Regioni. Parole pronunciate, quelle di Mattarella, proprio mentre il governo Meloni sta lavorando per dare alla luce una legge di bilancio che preveda di ridurre la spesa sanitaria dal 6,6 % del Pil del 2023 al 6,2 % del 2024.
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Il presidente della Repubblica, tocca dunque un tema delicatissimo, in quanto il prossimo anno – secondo la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza licenziata giovedì da Palazzo Chigi – la spesa sanitaria è destinata a calare in numeri assoluti, da 134,7 a 132,9 miliardi. “In questo, la riflessione delle Regioni – aggiunge Mattarella – in dialogo con il Paese e la società, è preziosa e importante”,
Così i governatori regionali, preoccupati per i tagli, prendono la palla al balzo, chiedendo dunque al governo di trovare al più presto una soluzione. Come ha fatto Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli, sottolineando l’impellente necessità di “incrementare il fondo sanitario nazionale anche in un contesto economico-finanziario complicato, con la consapevolezza che questa è la priorità delle Regioni”
Ad intervenire, difendendo il lavoro dell’esecutivo, è il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, seduto in prima fila insieme al ministro degli Affari Regionali Raffaele Fitto e al padrone di casa Alberto Cirio. “Non è detto che servano più soldi – ha sottolineato Zangrillo – per rendere più efficace il nostro sistema sanitario bisogna intervenire anche sull’organizzazione“.
In forte disaccordo, e pronto a controbattere, il presidente pugliese, Michele Emiliano: “Se il fondo sanitario nazionale non verrà aumentato di almeno 4 miliardi, la sanità italiana andrà tecnicamente in difetto – spiega – anche per le Regioni più ricche e importanti”.
Sul divisivo tema dell’autonomia Mattarella non si è sbilanciato, ma ha voluto ricordare le coordinate costituzionali della questione: “Riconosco che la Carta si ispira al principio e al valore dell’autonomia. La Repubblica è una – ha ricordato – e indivisibile”, evidenziando che, “l’unità dell’Italia non va confusa con alcune visioni nazionalistiche. Il messaggio dell’unità va bilanciato con l’Ue, ambito sempre più fondamentale per il futuro del nostro Paese“.
“Nel nostro Paese, se le Regioni sono la colonna vertebrale dell’Italia – ha sottolineato il capo dello stato – ci sono divari che vanno colmati“. Ma come? “Facendo squadra – spiega – e agendo secondo lo spirito, che è poi un canone costituzionale, della leale collaborazione“.
Un’idea, quella dell’autonomia nella solidarietà, che non smette di suscitare differenze politiche tra i governatori regionali: secondo Emiliano infatti “ci sono vedute differenti sulle modalità attraverso le quali raggiungerla” – afferma il governatore della Puglia, dicendosi preoccupato, nonostante le rassicurazioni del ministro Fitto sul Pnrr, per “l’eccessivo processo di accentramento della spesa in atto nella sede del governo”.
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