Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto al Convegno nazionale della Coldiretti – Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti – in occasione dell’80esimo anniversario dalla costituzione della maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana.
Il discorso di Mattarella
Il presidente della Repubblica ha voluto omaggiare la Coldiretti raccontando che sin dalla sua fondazione, 80 anni fa, è stata protagonista della storia italiana, accompagnando il paese nella modernizzazione, nella crescita, nel consolidamento della libertà dei cittadini e nella realizzazione di importanti obiettivi della Costituzione della Repubblica.
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Mattarella ha ricordato che la questione agraria ha segnato la vicenda repubblicana, “rappresentando una delle cartine di tornasole della capacità del nuovo ordinamento di rendere effettivi i diritti elencati nella nostra Carta fondamentale”. Il presidente ha spiegato che nella Costituzione è stato esplicitato il “rifiuto di passare dall’arretratezza di rapporti economico-sociali nelle campagne di tipo quasi feudale, alla collettivizzazione”, per un futuro di eguaglianza, libertà di impresa e sviluppo.
Il progetto Costituzione con l’obiettivo di portare il paese al progresso si è misurato in primis nei campi, portando all’evoluzione che trasformò “il mondo agricolo da presunto peso e problema della società italiana in risorsa preziosa”. Mattarella ha precisato che è proprio grazie alla Costituzione che è stata “rigettata l’idea di un’agricoltura forzata a scegliere tra latifondo e modello sovietico di carattere collettivistico-kolkosiano”.
Il presidente ha ricordato l’elezione in Parlamento di alcuni dei membri di Coldiretti, secondo una scelta di condivisione di valori voluta dal fondatore dell’associazione, Paolo Bonomi. “La rappresentanza politica dei contadini era una sfida”, a cui “vi avevano preso parte, addirittura prima della riunione della regione all’Italia, l’Unione Contadini del Trentino e, in Piemonte, nel 1921, il Partito dei Contadini, con l’elezione in Parlamento di propri rappresentanti”. Coldiretti partecipò alla vita politica nazionale nell’ambito dell’esperienza del movimento di ispirazione cristiana guidato da Alcide De Gasperi. Bonomi divenne membro della Consulta nazionale, della Costituente e infine della Camera dei deputati fino al 1983.
“Dall’esperienza della Coldiretti è venuto un contributo alla definizione delle modalità organizzative e del ruolo delle forze sociali nella neonata democrazia“. Il presidente si è soffermato anche sulla difficoltà della ripresa dopo le guerre, con gli uomini che dovevano recarsi sul fronte e non potevano occuparsi della produzione e con le scarse risorse alimentari dopo l’autarchia a seguito dell’aggressione italiana all’Etiopia. La guerra aveva devastato oltre 700mila ettari di seminativo e distrutto 85mila ettari di pascoli. La produzione agricola italiana del 1938 era pari a 100, mentre nel 1945 era scesa a 60.
La ricostruzione aveva quindi l’obiettivo di riprendere la produzione e l’agricoltura svolse in questo ambito un ruolo fondamentale. “Oltre di 3,6 milioni di ettari vennero assegnati alla proprietà diretto-coltivatrice con gli espropri dai latifondi e le acquisizioni rese possibili attraverso la Cassa per la piccola proprietà contadina e il Piano Verde, coinvolgendo circa 1 milione e 200mila famiglie”, ha concluso il capo dello Stato.
L‘Italia per Mattarella si identifica in ampia misura nell’agricoltura e questo è stato vero durante il Covid, per esempio, e durante le alluvioni: “Agli agricoltori va il ringraziamento per avere assicurato nutrimento al Paese“. Il presidente ha sottolineato che il nostro paese è consapevole che “è a partire da elementi essenziali come l’acqua e il cibo che si costruisce la pace tra i popoli” e le guerre in corso stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza di intere popolazioni, “con un uso spregiudicato della risorsa alimentare come arma”. Quindi il fatto che Coldiretti agisce anche in ambito di cooperazione internazionale, li rende veicoli di pace. “L’agricoltura – ha concluso Mattarella – è futuro per l’umanità. Fedele alle proprie radici, sono certo che troveremo su questa strada la Confederazione dei prossimi anni“.
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