Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato oggi nelle Canarie, a Las Palmas de Gran Canaria, per partecipare alla 17esima edizione del simposio Cotec, incentrato sul tema “Sovranità tecnologica”. L’evento si tiene ogni anno e ha l’obiettivo di promuovere la cultura dell’innovazione e lo sviluppo di nuove competenze. Per il nostro Paese, oltre al capo dello Stato, partecipano quest’anno anche i manager di Eni, Enel e Leonardo.
Il discorso di Mattarella
Le parole del presidente italiano al Cotec si concentrano sui principali temi per lo sviluppo dell’Unione Europea: l’innovazione e la tecnologia, la transizione digitale, il problema demografico e il rapporto Draghi per la competitività Ue.
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Mattarella ha parlato della necessità dell’Europa di concentrare “profondamente i suoi sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione“. Questo perché, come si evince dal rapporto Draghi sulla competitività dell’Unione, l’Ue è molto lontana sul campo della produttività rispetto a Usa e Cina, soprattutto a causa del settore tecnologico. Ha quindi affermato che l’Ue è “debole nelle tecnologie emergenti che guideranno la crescita futura”, ricordando che solo quattro delle cinquanta aziende tecnologiche più importanti al mondo sono europee, come rivelato anche negli studi del Cotec.
Rifacendosi alla denominazione dell’evento, Mattarella spiega che “sovranità
tecnologica” non è sinonimo di “chiusura, arroccamento o protezionismo”, poiché queste misure potrebbero “indebolire e marginalizzare ulteriormente l’Europa, gli Stati dell’Unione Europea”. Sovranità tecnologica significa invece potenziare la ricerca per affrontare la transizione digitale, “cogliendo i vantaggi dell’intelligenza artificiale nella gestione dei cambiamenti epocali che essa produce”. È importante che per perseguire questo obiettivo l’Ue abbia eletto un’apposita commissaria dell’Unione per la sovranità tecnologica, Henna Virkkunen. “L’apertura e la capacità di inclusione proprie alla cooperazione scientifica internazionale sono fattori essenziali perché l’accesso all’innovazione non resti prerogativa esclusiva di alcuni Paesi, contribuendo allo sviluppo e alla crescita equa e collettiva“ ha sottolineato.
Per Mattarella l’Ue deve attuare misure che promuovano “la sua capacità industriale nei settori ad alto contenuto tecnologico”. Sarà fondamentale, per poter consentire ai cittadini europei un’esistenza sempre migliore, l’essere presenti “nelle filiere tecnologiche di frontiera” nei settori che determineranno in modo sempre più incisivo “le condizioni di vita nell’avvenire e la possibilità di rispondere alle numerose sfide del futuro”, come la sostenibilità ambientale, la lotta ai fenomeni di alterazione climatica e la salute umana.
La supremazia tecnologica è fondamentale nel rapporto tra Stati, poiché “il trasferimento delle tecnologie tra Paesi è sempre stato un segno di fiducia e condivisione di crescita”. In questo contesto l’Ue deve avere condizioni pari agli altri paesi e si impone “la capacità di dar vita a ‘campioni’ europei, espressione di sovranità condivisa”. Le politiche pubbliche sono determinanti sia per le regole che per creare condizioni utili a far progredire la ricerca e la capacità di “trasformare le nuove conoscenze in valore e in impresa”.
La transizione digitale per il capo di Stato italiano è “una sfida epocale” e “l’elemento costitutivo della digitalizzazione sono i microprocessori”, i quali però da molto tempo vengono prodotti in maniera marginale in Europa. Mattarella parla del Regolamento che l’Ue aveva sottoscritto dopo che il Covid “aveva provocato la drastica riduzione di produzione in Cina e il crollo delle esportazioni, evidenziando una drammatica dipendenza europea dalla catena di approvvigionamento”.
Con questo sono state prese misure per produrre la produzione di microchips in Ue, ma le materie prime necessarie alla produzione si sono rivelate non sufficientemente reperibili in Ue. Per questo a marzo l’Ue ha adottato “il Regolamento sulle materie prime critiche, per mettere al sicuro questa e altre catene di approvvigionamento strategiche”.
Il capo di stato fa notare come per la competitività servano risorse, soprattutto per la ricerca e per i sistemi educativi, portando l’esempio dell’Italia in cui c’è un deficit di istruzione nelle lauree Stem (science, technology, engineering and mathematics). Oltre alle risorse, c’è bisogno di intese per assicurare “l’approvvigionamento delle materie prime indispensabili per la produzione delle nuove tecnologie”. La sovranità tecnologica ha infatti bisogno di questo e di cooperazione, perché “non è indifferente la questione della internazionalizzazione della ricerca e degli investimenti relativi, della tutela del valore strategico di alcuni ambiti”.
Conclude dicendo che l’Ue ha come punto di forza, come tutti i regimi liberi e democratici, la dignità delle persone, fondamentale per l’innovazione al servizio del progresso.
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