Manovra, in arrivo 120 milioni alle missioni internazionali

Per il centrosinistra l'emendamento dei relatori presenterebbe materie troppo eterogenee e non valutabili nei tempi previsti; Fontana ha respinto l'istanza e sostenuto che le opposizioni avranno il tempo e gli strumenti giusti per procedere alle loro valutazioni

Redazione
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I lavori per la manovra 2025 saranno più lunghi del previsto e le polemiche più numerose di quanto preventivato. È questo il quadro emerso dalla commissione di Bilancio che a breve chiuderà definitivamente il capitolo sulla Legge di bilancio, per poi passare la palla alla Camera, che dovrà votare sul testo della riforma finanziaria. Il tutto con un paio di giorni di ritardo sulla tabella di marcia.

Intanto è emerso che aumenteranno i fondi per le missioni internazionali. Un emendamento dei relatori alla Manovra incrementa il fondo ad hoc di 120 milioni nel 2025. In parte, per una quota pari a 70 milioni, le coperture arrivano dalle risorse del ministero degli Esteri.

Secondo le opposizioni, però, il testo della Legge sarebbe impresentabile a causa delle troppe modifiche presentate dalla maggioranza in commissione. “Hanno riscritto la manovra in una notte“, hanno sostenuto alcuni esponenti del centrosinistra, commentando gli emendamenti presentati nel corso dell’analisi di questi giorni. Così, i capigruppo di Pd, M5s, Iv e Avs, senza Azione, hanno deciso di rivolgersi direttamente al Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, per lamentare la struttura estremamente eterogenea” dell’emendamento presentato dai relatori venerdì sera.

L’obiettivo sarebbe quello di far fermare le modifiche presentate in commissione Bilancio, in quanto considerabili una sorta di seconda manovra, impossibile quindi da valutare con le tempistiche brevi a disposizione. La risposta di Lorenzo Fontana, però, è stata perentoria: le modifiche sono molte, ma non troppe di più rispetto a quanto presentato negli anni passati, e le opposizioni hanno a disposizione il giusto tempo per valutarle e i mezzi adatti per intervenire e vietarne l’approvazione.

Manovra, il botta e risposta tra Fontana e le opposizioni

Secondo il centrosinistra, l’emendamento presentato dai relatori avrebbe al suo interno troppe materie. Si tratta, infatti, di modifiche che riguardano la fiscalità diretta e indiretta delle politiche sanitarie, gli interventi per il Mezzogiorno, il rifinanziamento di fondi per le missioni internazionali e modifiche in materia di Giustizia tributaria e incentivi per l’occupazione. Si tratta di settori troppo disparati che rischiano di mettere in difficoltà i deputati che si troveranno poi a doverle votare, anche in considerazione del fatto che i testi sono stati presentati senza relazioni tecniche, per cui la valutazione risulta ancora più complessa.

Fontana, però, non sembra assolutamente preoccupato, in quanto, come da lui stesso spiegato, “la manovra è fisiologicamente eterogenea e comprensiva di interventi su vaste e svariate materie“. Quest’anno, dunque, non sarebbe avvenuto nulla di troppo straordinario, per cui le opposizioni potranno esercitare i loro diritti e i loro doveri senza troppi ostacoli. Il presidente della Camera ha infatti chiarito che il centrosinistra avrà la possibilità, come sempre, di presentare subemendamenti e di richiedere l’utilizzo dello strumento della votazione separate per poter valutare al meglio l’emendamento dei relatori.

Manovra, gli emendamenti presentati

Il testo della manovra, da quando è approdato in commissione Bilancio, ha subito numerose modifiche, che potrebbero di fatto darle un volto totalmente nuovo. L’emendamento più discusso è quello dell’equiparazione dello stipendio dei ministri e dei sottosegretari non eletti con quello dei loro colleghi con un seggio in Parlamento, anche se le polemiche sulla questione sembrano essersi già in parte sedate. Segue l’aumento delle detrazioni fiscali, da 800 a mille euro, per le famiglie che iscrivono un figlio alla scuola paritaria; tale proposta era stata bollata dal Movimento 5 Stelle come “un privilegio“, in quanto fa riferimento a nuclei famigliari che possono “permettersi di pagare le rette per l’istruzione privata“.

La Lega è riuscita a far rientrare nella manovra due delle sue richieste. La prima è l’esclusione delle somme investite in start up e Pmi innovative dal tetto delle detrazioni, da cui rimangono fuori anche le spese sanitarie, gli interessi dei mutui e i premi assicurativi. La seconda è l’ampliamento della platea della flat tax per i lavoratori dipendenti; in essa saranno quindi inclusi i lavoratori con tetto da reddito di lavoro dipendente sotto i 35mila euro.

Inoltre, è stata inserita una norma che dovrebbe evitare la proliferazione dei “furbetti della Naspi“, in quanto nell’ultimo periodo le istituzioni hanno registrato numerosi casi di dimissioni volontarie, nuove assunzioni e poi licenziamenti, molto spesso di breve durata o intermittenti, per ottenere la Naspi. Se la proposta dovesse essere accettata, verranno quindi introdotti dei tempi minimi di lavoro nel nuovo impiego dopo le dimissioni volontarie.

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