Il ministro della Salute Orazio Schillaci è intervenuto a margine dell’Assemblea generale della Federazioni europea dei medici dipendenti (Fems) in corso a Roma, per rispondere ad alcune domande riguardanti il tema della sanità pubblica e del suo ruolo nella prossima manovra finanziaria, in vista di un netto miglioramento sia dal punto di vista della qualità del lavoro dei medici che dei tempi di attesa a cui i cittadini devono far fronte.
Incalzato sulle parole del ministro Giorgetti, che in una intervista a Bloomberg ha parlato di “più sacrifici per tutti” nell’ottica del finanziamento della Legge di Bilancio, Schillaci ha voluto difendere il ministro del Mef, sottolineando che questo non sta facendo altro che “cercare le risorse per fare una finanziaria che sia utile per il Paese“. In questo senso, il ministro della Salute ripone numerose speranze nella prossima Manovra, in considerazione delle riforme che potrebbero interessare il settore.
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Gli obiettivi primari riguarderebbero sia i dipendenti del settore sanitario, che devono essere protetti nel loro lavoro e soprattutto remunerati in maniera corretta, sia il grave problema delle liste d’attesa. Per i cittadini italiani il settore della sanità pubblica diviene sempre più complesso da utilizzare, a causa delle tempistiche lunghissime a cui si deve far fronte. “È impensabile che non ci sia un’organizzazione in grado di trovare una visita specialistica con tempi di attesa di un anno” ha dichiarato infatti il ministro, sostenendo che parte del lavoro deve però essere svolto dalle Regioni.
Schillaci: “In Manovra servono risorse per un piano di assunzioni“
Il ministro della Salute ha infatti sottolineato che le liste di attesa regionali devono rimanere aperte, ma ci sarebbe “ancora qualcuno che le tiene chiuse” per motivi che non sono specificati. Al momento però, “non è accettabile, non solo per me ma per i cittadini“, ma il ministro ha specificato che per ora non ha intenzione di “esercitare un controllo centrale sul territorio, perché ho massimo rispetto per le Regioni“. Il ministro ha infatti sottolineato che con esse la collaborazione è ancora aperta e che ad oggi “ognuno deve fare la sua parte” perché “non sarò io, ma saranno i cittadini a capire chi funziona e chi non funziona, con tutte le conseguenze del caso“.
Trattando proprio il bisogno di nuove risorse sia economiche che umane, il ministro ha evidenziato che nel 2025 sarà importante che “in manovra ci siano le risorse adeguate per avere un piano pluriennale di assunzione di personale medico e sanitario negli ospedali e per far sì che ci sia un maggior numero di operatori del servizio sanitario pubblico“. In questo modo sarà possibile “pagare meglio” i lavoratori del settore anche grazie ad una tassazione minore dell’indennità di specificità dei professionisti di questo ambito.
Schillaci avrebbe quindi presentato a Giorgetti la possibilità di tassare al 15% queste indennità specifiche così “da dare ulteriore ossigeno alle buste paga“. Tale proposta andrebbe a favore delle richieste del sindacato Anaao Assomed di una flat tax sull’indennità specifica, che oggi è pari al 43%. “La valorizzazione e la tutela dei medici è un imperativo per questo governo perché loro rappresentano la spina dorsale del servizio sanitario pubblico e garantiscono i livelli di eccellenza nella cura e nell’assistenza” ha quindi dichiarato Giorgetti, chiarendo le motivazioni dietro queste scelte.
Schillaci: “I fondi per la sanità devono avere un indirizzo molto chiaro“
Orazio Schillaci ha sottolineato che l’impegno italiano ed anche europeo “è quello di affrontare il nodo della carenza dell’organico“, che a partire dal 2025 sarà garantita dall’abolizione del tetto di spesa per le assunzioni, che secondo il ministro sarebbe solamente “un vincolo finanziario ormai anacronistico“. Il servizio sanitario nazionale, infatti, deve ritrovare la sua “attrattività” attraverso nuove misure su cui il ministero è al lavoro. Da un lato grazie all’aumento della retribuzione per le prestazioni aggiuntive, dall’altro attraverso una maggiore protezione nei confronti dei professionisti.
“I giovani hanno grandi aspettative ed esigenze diverse rispetto al passato” ha infatti chiarito il ministro, spiegando che è necessario costruire un settore che sia meno burocratico e soprattutto che dia maggiori possibilità di fare carriera. Per quanto riguarda la sicurezza dei lavoratori negli ospedali, Schillaci ha evidenziato che “sono state inasprite le pene per chi aggredisce un operatore sanitario e previsto la procedibilità d’ufficio, anche senza la denuncia di chi ha subito la violenza” e che sono stati aumentati i posti di polizia negli ospedali, nel tentativo di evitare che episodi come quelli di questi anni continuino a verificarsi.
Tornando a parlare di fondi, il ministro ha poi affrontato il tema del Pnrr, sottolineando che questo è nato in risposta all’emergenza del Covid-19 e nel tentativo di migliorare i sistemi sanitari nazionali, e come al contempo i finanziamenti per la sanità siano però minori rispetto a quelli per altri settori. “Quando andiamo a vedere che abbiamo messo 15 miliardi sulla sanità e 50 miliardi sull’ambiente, che è importantissimo perché sono convinto e ho da sempre una visione di ‘One health’, forse qualcosa non torna, qualcosa in più sulla sanità forse lo potevamo mettere rispetto a quanto è stato messo su altri capitoli” ha infatti dichiarato il ministro.
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