La commissione Bilancio alla Camera ha incontrato qualche ostacolo nel corso del processo per la presentazione degli emendamenti alla manovra finanziaria per il 2025 ed ora i tempi sono slittati e le opposizioni sono sul piede di guerra. “Stanno riscrivendo la Legge di bilancio“, è questo il grido di allarme di alcuni esponenti del centrosinistra, che osservano con una certa preoccupazione la commissione al lavoro per depositare emendamenti che di fatto starebbero modificando lo scheletro stesso del provvedimento.
Qualcuno, quindi, chiede l’intervento di Giancarlo Giorgetti, ma tutti sono consapevoli che un ulteriore stop ai lavori rischierebbe di mandare in crisi le tempistiche di approvazione del testo. Secondo le stime precedenti, la manovra avrebbe dovuto approdare in Aula già domani, ma gli esami in commissione si sono dilungati più del previsto ed ora il termine è slittato di ben due giorni. “Il cronoprogramma prevede la discussione degli emendamenti in commissione per tutta la giornata di lunedì, compresa la notte“, ha dichiarato la relatrice di FdI, Ylenia Lucaselli, sottolineando quindi che l’analisi del testo alla Camera dovrebbe quindi concludersi il prossimo venerdì.
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La situazione, però, non soddisfa affatto le opposizioni, che evidenziano sia le incoerenze dell’esecutivo riguardanti i contenuti e le tempistiche della manovra, sia la mancanza delle relazioni tecniche che solitamente accompagnano gli emendamenti del governo. “Stiamo rasentando la mancanza di rapporti istituzionali“, ha infatti lamentato la capogruppo del Pd, Chiara Braga, sostenuta dai democratici e dai pentastellati. A far discutere maggiormente, però, sono le modifiche approvate al testo, che preoccupano e agitano il centrosinistra.
Manovra, l’aumento per i ministri
Tra i punti più discussi della Legge di bilancio c’è ancora la proposta di aumento dei salari dei ministri e dei sottosegretari non eletti con quelli dei loro colleghi con un ruolo in Parlamento. In totale sarebbe 17 i politici che potrebbero godere di questa modifica, ottenendo un compenso mensile pari a 7.193 euro, che il leader del M5S, Giuseppe Conte, e la segretaria del Pd, Elly Schlein, hanno ribattezzato come “salario massimo“.
La scelta sembrerebbe una mancanza di rispetto nei confronti di tutti gli italiani che continuano a faticare per ottenere uno stipendio che sia in grado di garantire loro una vita dignitosa, così come per tutti i pensionati che percepiscono l’assegno minimo e che dal 2025 otterranno un misero aumento di 1,80 euro al mese.
I diretti interessati sono quindi scesi in campo per giustificare l’emendamento e tentare di chiarire la sua funzione. Da un lato c’è il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che difende i suoi colleghi ricordando che “da due anni serviamo, con disciplina e onore l’Italia, senza chiederci quale sia il trattamento economico“, mentre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ribatte: “Ritengo giusto che un ministro che non è parlamentare percepisca la stessa indennità di un collega che non lo è“.
Manovra, le proposte di modifica al testo
Sono molti altri gli emendamenti che, presentati in commissione, hanno indispettito il centrosinistra o la maggioranza. Sembrerebbe che l’esecutivo si sia deciso sulla diminuzione dell’Ires premiale per le aziende che assumono comportamenti virtuosi. Si prevede un taglio di 4 punti percentuali per quelle che accantonano l’80% degli utili e ne reinvestono il 30% per l’acquisto di beni destinati a strutture produttive in Italia. La web tax per le piccole imprese è stata eliminata, così che questa possa essere applicata solo alle grandi realtà che fatturano più di 750 milioni, ed è stata tolta anche la possibilità di ridurre il turn over per le forze di polizia, i vigili del fuoco e i ricercatori universitari.
Per quanto riguarda il delicato tema del ruolo delle banche, in commissione è passato il nuovo contributo richiesto attraverso la riduzione ulteriore, dal 65% al 54%, della quota di deduzione delle svalutazioni e perdite su crediti, che di fatto allarga la base imponibile degli istituti di credito e aumenta di fatto il gettito di cui può giovare lo Stato, producendo utili per 400 o 500 milioni di euro. Previsto, inoltre un aumento sui giochi online e le scommesse: 25,5% sui giochi di carte o bingo a distanza, 20,5% per le scommesse sportive dal vivo, 24,5% online; così come l’aumento di 50 centesimi per ogni carta d’imbarco per voli in Paesi extra-Ue.
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