Manovra, al via la revisione finale: si tratta sulle detrazioni per famiglie con figli

Il timore è che le agevolazioni alla natalità possano penalizzare gli anziani e i nuclei senza figli, per cui i tecnici starebbero lavorando ad una soluzione che non lasci indietro nessuno; grande attenzione anche al concordato fiscale che potrebbe portare entrate inaspettate da utilizzare per migliorare la Legge di bilancio

Redazione
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Il termine per la presentazione della manovra si avvicina sempre di più e il governo inizia a tirare le fila della questione per giungere finalmente ad una Legge di bilancio che non presenti falle, o almeno non di dimensioni troppo preoccupanti. I tecnici sarebbero al lavoro per tentare di chiudere la questione prima del 20 ottobre, così che entro il 22 possa essere inviata per l’esame alla Camera, in tempo per la conferenza stampa che terrà il premier Giorgia Meloni e anche per il secondo anniversario del suo governo.

Le questioni ancora aperte sul tavolo dei tecnici del Mef sono numerose. I margini di lavoro sono piuttosto stretti e gli obiettivi che l’esecutivo vuole raggiungere sono numerosi e complessi. Sembrerebbe che al momento l’obiettivo principale sia delineare un quadro chiaro che riguardi i nuclei famigliari italiani con figli. Per questi sarebbero infatti previste delle detrazioni fiscali che agevolerebbero la loro vita e che possibilmente potrebbero spingere anche nuovi cittadini a decidere di avere figli.

La preoccupazione, però, è che a pagare le conseguenze di questa apertura alla natalità siano gli anziani e le famiglie senza figli. Le opposizioni hanno addirittura parlato di nuove “tasse camuffate“, in riferimento agli importi più elevati che questi cittadini saranno costretti a pagare. Inoltre, i tecnici saranno impegnati anche a riflettere sulle modalità con cui verrà richiesto l'”anticipo di liquidità a banche e assicurazioni e sui tagli lineari che verranno effettuati sui ministeri. Questioni al tempo stesso delicate e complesse, che dovranno essere inserite in un quadro preciso e soprattutto efficace, anche in vista delle stringenti richieste dell’Unione europea.

Manovra, i dubbi sui tetti per le detrazioni

Per quanto riguarda quindi le detrazioni sulle famiglie con figli, l’ipotesi del governo è quella di individuare dei tetti basandosi su due criteri ben precisi: il reddito e il numero di figli. In questo senso le possibilità sarebbero numerose, per cui l’esecutivo ha dichiarato che i tecnici non starebbero lavorando su una percentuale precisa ma su griglie generiche in cui far rientrare situazioni similari. Sembrerebbe allora che gli esperti potrebbero individuare percentuali superiori a quanto finora trapelato, tra cui tetti dell’8%, del 6% e del 4%.

In questo modo, fanno sapere alcune fonti, sarebbe possibile creare un effetto combinato dal nuovo sistema di detrazioni e da quello delle aliquote Irpef. Come anticipato, la preoccupazione riguarda principalmente coloro che rimarranno esclusi da queste specifiche detrazioni. Il capogruppo del M5S Stefano Patuanelli ha definito un massacro fiscale quanto ipotizzato dal governo, poiché non terrebbe conto di fasce della popolazione in difficoltà, ma senza figli. Un’altra ipotesi, quindi, vedrebbe il governo impegnato sui temi di queste critiche, con l’obiettivo di creare un modello che non sia discriminatorio ma che tenga in considerazione anche le diverse condizioni di vita dei cittadini italiani.

Manovra: banche, assicurazioni e ministeri nel mirino

Una volta chiarita la questione delle detrazioni fiscali, gli esperti dovranno concentrarsi sull’altro grande tema della Legge di bilancio 2025: gli apporti delle banche, delle assicurazioni e dei ministeri. Nel caso dei primi due, nelle ultime settimane un duro scontro ha evitato che venisse applicata una tassazione sugli extraprofitti, che è stata poi sostituita con un “anticipo di liquidità” da parte di questi settori, che poi riceveranno indietro la somma anticipata a partire dal 2027, anno in cui scadrà il governo Meloni. Sarebbero ancora molti i dettagli non chiari su questo anticipo, in particolare sul funzionamento che tale meccanismo dovrebbe avere.

Diverse incertezze esisterebbero anche sui tagli lineari ai ministeri, che dovrebbero toccare quota 5%. Ovviamente i ministri italiani non sarebbero entusiasti di questa scelta, consapevoli che ogni taglio significherebbe rinunciare ad una parte di lavori e innovazioni, per cui il governo starebbe riflettendo sulla possibilità di indirizzare questi tagli su punti precisi, lasciando intatti i settori vitali dei ministeri. Gli esperti, così come gli esponenti del centrodestra, sarebbero interessati anche alle conseguenze del concordato fiscale che potrebbe portare entrate fresche da utilizzare per limare la Legge di bilancio e per presentare emendamenti che possano in qualche modo migliorarla.

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