Matteo Renzi, leader di Italia Viva ed ex presidente del Consiglio, ha sfruttato le dichiarazioni sul voto di fiducia alla Legge di bilancio per dare sfogo alle sue reali considerazioni e per ribadire nuovamente il presunto fallimento del governo Meloni in relazione alla manovra finanziaria per il 2025. Dalla norma anti-Renzi, passando per l’ennesimo voto di fiducia, fino ad uno scontro diretto con Ignazio La Russa, Matteo Renzi non ha utilizzato mezzi termini nell’Aula del Senato, rispettando le promesse fatte ai suoi elettori nei diversi post e testi sulla sua E-news.
Proprio nel corso della sua dichiarazione di voto, il senatore ha avuto da ridire sul brusio che era presente in Aula, dando inizio ad un lungo botta e risposta con il presidente del Senato. Renzi ha cercato la solidarietà del presidente, ma si è trovato di fronte ad una risposta inaspettata: “Qui non vi è alcun rumore particolare“.
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Il leader di Italia Viva, quindi, non è riuscito a mantenere la calma ed ha quindi deciso di rispondere a tono al presidente: “Lei non mi può interrompere in diretta televisiva. Lei camerata La Russa deve rispettare le opposizioni in quest’Aula“. Il battibecco, però, non si è concluso qui perché La Russa ha deciso di ribattere, ricordando a Renzi che dovrebbe avere “la cortesia di non sfuggire alla verità“.
L’ex sindaco di Firenze, ovviamente, ha cercato di riprendere il controllo della discussione, con un certo piglio polemico: “Il presidente non avverte i rumori, è tipico dell’età“. La Russa non ha risposto alla polemica, ma ha preferito rivolgersi ai senatori presenti e chiedere: “Vi prego di ascoltare religiosamente in silenzio“. La lunga polemica, però, non è bastata a spegnere il piglio di Renzi, che ha quindi ripreso la sua lunga critica al governo Meloni, concentrandosi principalmente sulla scelta di procedere anche al Senato con il voto di fiducia alla Legge di bilancio.
Manovra, Renzi: “Meloni viola regole della democrazia parlamentare“
Come avvenuto in occasione dell’approvazione alla Camera della manovra, sempre tramite voto di fiducia, Matteo Renzi ha deciso di criticare nuovamente la consuetudine dei governi a ricorrere all’escamotage per ridurre i tempi di analisi del testo ed eliminare la possibilità della doppia lettura del provvedimento. La Legge di bilancio è infatti giunta blindata in Aula al Senato e alle 14 è previsto il voto di fiducia, che chiuderà definitivamente il capitolo di questa Legge.
“Il 99,7% dei provvedimenti voluti dal governo sono stati approvati con una sola lettura e questo tema esiste“, ha dichiarato il leader di Italia Viva, sostenendo che tramite il voto di fiducia “la presidente Meloni sta violando tutte le regole della democrazia parlamentare“. In questo senso, quindi, il senatore ha voluto ringraziare il relatore e capogruppo di FdI, Guido Liris, che ha presentato le sue dimissioni dal ruolo di relatore alla Legge di bilancio sottolineando che questo dovrebbe essere l’ultimo anno in cui non è possibile procedere con la doppia lettura del testo.
“Avete messo da parte la madre di tutte le riforme, fate allora la cognata, lo stop al bicameralismo“, ha attaccato l’ex premier, ricordando la promessa di “non prendere a schiaffi il Parlamento” che Giorgia Meloni aveva fatto al momento della sua elezione e che invece non avrebbe affatto mantenuto. Sempre rimanendo sul tema della seconda lettura, Renzi si è rivolto all’intero governo, evidenziando come questo abbia “messo la fazione davanti alla Nazione pur di non cambiare il bicameralismo partitario“. Eppure, secondo Renzi, il cambiamento è comunque arrivato, ma violando i dettami della Carta costituzionale.
Manovra, Renzi: “La norma contro di me è un precedente pericoloso“
Il leader di Iv ha poi deciso di dedicare parte del suo discorso a quella che è stata definita la norma anti Renzi, ovvero la proposta del governo di vietare che i Parlamentari ottengano pagamenti da Stati extra Ue per servizi da loro offerti. Renzi sembrerebbe avere le idee piuttosto chiare sulla situazione, tanto da arrivare ad attaccare: “Avete fatto una norma sovietica, illiberale“.
Secondo l’ex sindaco di Firenze, questa proposta non andrebbe a discapito della sua persona, perché “posso anche parlare gratis alle conferenze“, ma rappresenterebbe un precedente pericoloso solo per alcuni senatori e non per altri. “Avete permesso che un capo di governo intervenisse su un senatore dell’opposizione, cosa che non era mai accaduta in 70 anni“, Renzi ha poi continuato il suo attacco, evidenziando anche che il presidente Silvio Berlusconi si sarebbe di certo opposto ad una possibilità simile. “Ve ne pentirete beceri che strillate e muti che tacete, questa che avete fatto è una norma contro il Parlamento“, ha concluso l’ex premier citando Bertold Brecht.
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