Giorgetti chiede uno “sforzo a tutti”, ma Forza Italia frena: la manovra si complica

L'aumento delle accise sul Diesel e del costo delle sigarette sarebbero altre due opzioni in esame al governo, con l'obiettivo di rendere la prossima Legge di Bilancio il meno traumatica e il più efficace possibile

Redazione
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I 25 miliardi della manovra e il piano settennale di ripresa del debito pubblico italiano diventano sempre più complessi da conciliare per il ministero dell’Economia e per il governo stesso. I dati rilasciati dall’Istat sul Pil italiano sembrerebbero essere stati l’elemento finale che ha messo alle strette Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti. Servono fondi per la Legge di Bilancio ed è giunto il momento di trovare soluzioni efficaci per ovviare a questa impellente necessità.

Se Giancarlo Giorgetti ha mandato in tilt il settore delle aziende, sostenendo che nel 2025 sarà chiesto “uno sforzo da parte di tutti” affinché la manovra finanziaria sia funzionale, Forza Italia ha chiuso subito alla possibilità, sostenendo che il partito non è favorevole all’introduzione di nuove tasse e che per la Legge di Bilancio sarà necessario trovare nuove soluzioni. Eppure, oggi, sembrerebbe che il governo stia valutando l’ipotesi di un’addizionale Ires (Imposta sul Reddito delle Società) con aliquota fissa al 24% per le imprese italiane.

Una possibilità che però preoccupa gli istituti di credito, che ritengono che essa possa pesare sui conti. Si preannuncia, quindi, una trattativa serrata tra ministero e aziende prima della conclusione della manovra. L’Ires, però, non sarà abbastanza per colmare il debito italiano e per finanziare la manovra, il governo è quindi al lavoro per considerare altre possibilità. Si fanno quindi strada gli aumenti sulle accise legate al Diesel e l’aumento dei costi delle sigarette, affinché il ricavato della loro vendita possa essere utilizzato per finanziare il settore sanitario.

Giorgetti corre ai ripari dopo le stime Istat

Nel mezzo delle riflessioni e delle proiezioni realizzate dagli esperti del ministero del Mef, l’Istat ha rilasciato i dati riguardanti il Pil italiano, disegnando un quadro poco idilliaco per quanto riguarda le stime future. Le speranze del governo Meloni sono state cancellate in un attimo, davanti a numeri che indicano un ribasso delle stime precedenti e addirittura un calo della crescita acquisita per il 2024 dallo 0,6% allo 0,4%.

Tali numeri dimostrano quindi che la situazione del Paese è più complessa di quanto immaginato e che di conseguenza una pressione fiscale come quella esercitata dalla Legge di Bilancio potrebbe dimostrarsi profondamente gravosa. L’obiettivo del governo sarebbe quello di un +1% del Pil nel secondo semestre, eppure ad oggi sembrerebbe un fine piuttosto inarrivabile. Nel caso in cui quindi questo accadesse, allora il lavoro del governo diventerà ancora più complesso.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Così, si tenta di correre ai ripari. Benzina e sigarette sono i beni che potrebbero essere maggiormente tassati, nonostante Giorgia Meloni solo pochi anni fa criticò duramente l’aumento delle accise voluto dai governi precedenti. Secondo le stime realizzate dall’Unem (Unione energie per la mobilità) con l’equiparazione delle accise di benzina e diesel, quest’ultimo potrebbe arrivare a costare 13,5 centesimi in più al litro, permettendo allo Stato di ricavare circa 2 miliardi l’anno dalla spesa delle famiglie italiane.

La situazione di emergenza, quindi, sembrerebbe aver fatto cambiare idea al Presidente del Consiglio, che ora potrebbe addirittura prendere in considerazione la proposta presentata dai medici oncologici italiani: l’aumento di 5 euro a pacchetto per le sigarette. Un tentativo di diminuire il numero di fumatori in Italia ma anche di riempire le casse dello Stato con fondi che potrebbero essere riservati alla sanità.

La reazione delle Associazioni all’ipotesi Ires

Al momento, però, la proposta che più fa discutere riguarda l’imposta Ires. Secondo Luigi Sbarra della Cisl e PierPaolo Bombardiere della Uil quella di Giorgetti sarebbe “una dichiarazione di buon senso“. Sembrerebbe quindi che per parte delle associazioni la possibilità da parte deipiù fortunati” di contribuire alla ripresa economica del Paese sia una scelta piuttosto saggia.

L’obiettivo è la riduzione della pressione fiscale” ha infatti chiarito il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, chiarendo quali sono i reali obiettivi del governo. Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha discusso con i titolari del ministero dell’Economia e delle finanze della possibilità dell’introduzione dell’imposta Ires non come addizionale ma come “primalità per chi fa investimenti“.

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