Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze ha potuto tirare un sospiro di sollievo analizzando i dati delle entrate tributarie e scoprendo che tra gennaio e luglio 2024 queste hanno registrato un +6,2% rispetto allo stesso periodo del 2023. Le casse dello Stato, quindi, hanno ottenuto 19.201 milioni in più rispetto allo scorso anno, come ha comunicato lo stesso ministero dell’Economia. Un’entrata positiva che permette al ministro del Tesoro di gioire, soprattutto nell’ottica delle discussioni con Bruxelles, che attende di sapere in che modo l’Italia vorrebbe gestire l’enorme debito pubblico che la attanaglia.
Questi 19.201 milioni, infatti, saranno utili anche nell’ottica della definizione del Piano strutturale di bilancio che il governo deve approvare entro metà mese e poi inviare a Bruxelles entro il 20 settembre, affinché l’Ue possa analizzarlo e comprendere se le linee guida del nostro Paese siano affidabili e soprattutto applicabili. Giorgetti però non vuole sbilanciarsi prima del previsto e preferisce mettere sin da subito la situazione in chiaro. “Nessun tesoretto. La cifra è vicina a quella prevista. Quindi siamo prudenti” ha infatti dichiarato, ponendo fine alle speranze di coloro che auspicavano di poter utilizzare la cifra recuperata per progetti di vario tipo.
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Il ministero, e lo stesso Giorgetti, hanno infatti promesso all’Italia una manovra finanziaria che non sia “lacrime e sangue“, pur consapevoli della complessa situazione economica che affligge il nostro Paese. L’obiettivo dunque è quello di chiedere l’allungamento del Piano strutturale di bilancio da 4 anni a 7 anni, una richiesta che potrebbe incontrare qualche reticenza da parte dell’Ue e su cui potrebbe influire anche il nuovo gettito acquisito nel 2024.
Il nodo del debito pubblico
Il costo della manovra finanziaria per il 2025 dovrebbe aggirarsi intorno ai 25 miliardi di euro, come confermano fonti del ministero. Di questi solo 18 milioni serviranno a coprire gli interventi finanziati lo scorso anno, tra cui il taglio del cuneo fiscale. Dunque, è partita la caccia ai fondi che possano finanziare la nuova legge di bilancio, tenendo sempre in considerazione l’obiettivo di non far aumentare ulteriormente il debito pubblico del Paese.
L’Italia è stretta in una morsa che pesa 3mila miliardi, su cui l’Ue continua a discutere per comprendere in che modo agire nei confronti del nostro Paese. Il Piano strutturale è una delle opzioni prese in considerazione, ma l’Italia, come altri Paesi membri, potrebbe avere problemi a raggiungere gli obiettivi posti dall’Ue in soli 4 anni. Si presuppone quindi che il Piano slitti ad una tempistica di 7 anni, così da permettere alla Nazione di lavorare con più facilità.
Il ministero, infatti, vorrebbe riuscire a portare il deficit al di sotto del 3% entro il 2026, come riportato da Bloomberg, così da far scendere il debito pubblico al di sotto della soglia richiesta dalle regole fiscali dell’Ue. Un obiettivo complesso, su cui i funzionari del Tesoro continuano a lavorare, svolgendo simulazioni e analisi dei dati a loro disposizione.
Giorgetti e le priorità della manovra
Il governo è al lavoro da settimane per cercare di comprendere quali siano i fattori irrinunciabili che dovranno essere contenuti nella manovra finanziaria. Sembrerebbe che nella maggioranza non vi siano dubbi sul taglio del cuneo fiscale, che dovrà essere mantenuto nel 2025 e forse anche esteso a nuove fasce della popolazione. Si prevedono poi nuove proposte per i ceti medi, per le madri lavoratrici e ovviamente per il sistema sanitario.
Tra le proposte in dubbio rimangono le pensioni, su cui Lega e Forza Italia continuano a spingere. “Come tutte le altre voci di spesa saranno trattate. Se ne parlerà anche nel piano strutturale” ha dichiarato Giorgetti senza però entrare nei dettagli della vicenda. Il ministro continua a mirare alla prudenza e soprattutto non ha intenzione di alimentare false speranze. “Stiamo lavorando, leggo un sacco di cose strane sulla manovra, di fantasia, che non so nemmeno io” ha infatti sostenuto il ministro del Tesoro, evidenziando che per il momento proseguono le simulazioni, senza certezze.
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