Governo, Manovra rischia di slittare dopo Natale, Meloni incontra i capigruppo

La Manovra è a un punto di stallo e ancora non viene discussa al Senato, manca l'emendamento sullo stretto e risorge l'ipotesi Superbonus. Meloni ha incontrato i capogruppo della maggioranza alla Camera

Redazione
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La Legge di bilancio del governo Meloni si trova ora ad un punto di stallo. La Manovra è stata approvata il 16 ottobre scorso e gli emendamenti deposti il 21 novembre; sembrava filare tutto troppo liscio, con una manovra promessa prima delle feste natalizie. Ma così non è andata.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

La Legge è ora ferma al Senato e le discussioni sul testo, blindato dalla maggioranza, non sono ancora iniziate. L’opposizione continua a protestare e invoca l’intervento di Giorgetti per sistemare questi ritardi, che rischiano di far slittare l’approvazione della Legge di bilancio alla Camera al periodo tra Natale e Capodanno. Il governo, infatti, deve ancora presentare in commissione Bilancio l’emendamento sulle infrastrutture, ovvero uno dei quattro annunciati contenente la rimodulazione dei costi del Ponte sullo Stretto di Messina, e i relatori della maggioranza stanno ancora discutendo le loro proposte, che saranno circa una decina. Non serve specificare che la maggioranza non si è ancora espressa neanche sui 2.600 emendamenti presentati dall’opposizione.

Manovra, Meloni incontra i capigruppo alla Camera

Giorgia Meloni ha deciso di incontrare i capigruppo della maggioranza alla Camera per discutere della situazione riguardante la Manovra finanziaria. Presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, i capigruppo Tommaso Foti (FdI), Paolo Barelli (FI), Riccardo Molinari (Lega) e il leader di Noi moderati Maurizio Lupi.

Alle 16, poi, in Aula a Montecitorio il premier farà delle dichiarazioni in vista del Consiglio europeo.

Manovra, spunta l’ipotesi sul Superbonus

Mentre l’opposizione continua ad inveire contro i ritardi del governo, che probabilmente sarà costretto a rinviare la discussione in Senato a domani, Dario Damiani di Forza Italia si dedica ad alcuni pronostici: oggi arriverà la proposta del governo e forse quella dei relatori e potrebbe anche essere presentato un emendamento riguardante il Superbonus 110%, su cui finora il Ministero dell’Economia e delle Finanze si è sempre opposto a causa degli ingesti costi richiesti. Damiani però sottolinea che tale proroga del Superbonus sarà necessaria per “chiudere i cantieri in modo non oneroso“.

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Dario Damiani

Nei condomini che hanno deciso di affidarsi al Superbonus sono ancora da terminare i lavori per un valore di circa 13 miliardi di euro che, se slittassero al 2024, darebbero luogo ad una detrazione pari al 70%. Forza Italia vorrebbe una proroga del bonus fino ad aprile, ma solo per i condomini che al 31 dicembre 2023 abbiano raggiunto almeno il 60% dell’avanzamento dei lavori. Forza Italia sta cercando di trattare questa proroga, portando il Superbonus dal 110% fino al 90%, fino ad un 70% a partire da gennaio. Indipendentemente dalla modalità con cui il Superbonus verrà toccato, però, si aggiungeranno alla Legge di Bilancio spese non preventivate, che al ministro Giorgetti non piacciono proprio.

Manovra, manca ancora l’accordo sul “tesoretto

Tra maggioranza e opposizioni, poi, sono ancora presenti contrasti sul fondo di 100 milioni riservato dal governo alle iniziative parlamentari. Il cosiddetto tesoretto è stato creato per dare vita ad iniziative comuni, come i centri anti violenza o il caro affitti, ma ha poi subito una diminuzione ingente poiché parte dei fondi sono stati utilizzare per finanziare l’emendamento del governo sulla sicurezza. I 100 milioni sono stati, quindi, inizialmente dimezzati e addirittura finanziati con i 45 milioni sottratti al fondo accoglienza migranti e per il sostegno ai Comuni che li accolgono, e ciò ha scatenato una vera e propria rivolta tra i senatori, già pronti a mettere le mani su tale fondo.

A tranquillizzare gli animi è intervenuto nuovamente Dario Damiani che ha assicurato che “rimane di 100 milioni anche attraverso la possibilità di utilizzare tutta una serie di capitoli di investimenti“. Damiani poi definisce i temi comuni su cui indirizzare i fondi, ovvero i sopracitati centri antiviolenza il fondo caro affitti, come tematiche importanti, su cui “la maggioranza sta già ragionando“.

Nel testo della Manovra, inoltre, c’è un’altra sorpresa: un fondo da 170 milioni di investimenti in circa 2.000 Comuni sotto i mille abitanti è stato tagliato. La spesa per aumentare la capacità di spesa dei sindaci si era dimostrata troppo onerosa, per cui i fondi necessari sono stati presi in prestito dal fondo per i piccoli Comuni. Per evitare un taglio simile, però, sono partiti alcuni confronti sui subemendamenti, il cui termine è proprio oggi.

Manovra, la rabbia dell’opposizione per i ritardi del governo

Tutte le plausibili proposte sopra elencate sono però del tutto inutili se il testo della Manovra continua a non essere presentato in Senato. Il termine in extremis per le discussioni è il 18 dicembre, per cui la discussione alla Camera non sarà possibile il 20 dicembre ma dovrà slittare a sua volta.

Tra i più indignati per i ritardi del Governo c’è Francesco Boccia del Pd che si lancia in un discorso quasi minaccioso: “Sono passate tre settimane e non c’è nessun parere, hanno messo la museruola alla maggioranza e presentato tre modifiche che hanno peggiorato la legge. Per quanto ci riguarda noi possiamo stare qui anche a Natale e Capodanno, non ci muoveremo finché non avremo discusso i nostri emendamenti“. Si è espresso anche il capogruppo del M5S Stefano Putuanelli che invocato l’intervento del ministro Giorgetti perché “siamo in una situazione surreale“.

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Francesco Boccia

Chi prova a calmare gli animi è Maurizio Casasco, responsabile economia di FI, che ha dichiarato: “Siamo nei tempi, come ogni anno, arriveremo come sempre e meglio di sempre ad approvare la manovra di bilancio“. La situazione non è delle più semplici, ma non resta che attendere il tanto agognato inizio delle discussioni a Palazzo Madama.

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