Manovra da cambiare: le 5 priorità su cui puntano i partiti e i sindacati

Redazione
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Oggi prende ufficialmente il via il percorso della Legge di Bilancio 2024, con le prime audizioni nella sala del Mappamondo alla Camera dei Deputati. Il ciclo di incontri si apre con Legambiente e WWF, che illustrano le proprie proposte e preoccupazioni ambientali davanti alle commissioni Bilancio. Ma la giornata sarà lunga: fino alle 21 sono previste audizioni con decine di rappresentanti di associazioni di categoria, sindacati, esperti del settore pubblico e privato. Sarà solo l’inizio di una maratona di tre giorni che vedrà il coinvolgimento anche di enti locali, della Banca d’Italia, dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio e di rappresentanti del mondo universitario.

L’attesa per il nodo emendamenti

La vera partita della manovra si giocherà però sul terreno degli emendamenti, su cui sono già puntati gli occhi dei partiti e delle associazioni. Il governo sembra orientato a limitare il numero di proposte di modifica: si ipotizza che ciascun deputato possa presentare al massimo uno o due emendamenti. La data limite per la presentazione è fissata all’11 novembre. Seguirà una settimana per la selezione degli emendamenti “segnalati”, ovvero quelli ritenuti prioritari da ogni gruppo politico. La discussione vera e propria prenderà avvio a fine novembre e l’obiettivo è che il testo finale arrivi blindato alla Camera prima di essere trasmesso al Senato, dove si intreccerà con il decreto fiscale attualmente in esame.

Le posizioni dei partiti

Ogni partito sta definendo le proprie priorità da spingere nella legge di bilancio, cercando di far prevalere le istanze più care alla propria base elettorale.

  • Forza Italia punta alla riduzione dell’Irpef, chiedendo di abbassare l’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 33% e di ampliare il tetto dei redditi tassabili fino a 60.000 euro. Il partito spinge anche per rivedere la web tax per non danneggiare le piccole start-up e per evitare un controllo “troppo invasivo” del Ministero dell’Economia sulle aziende che ricevono fondi pubblici. Tra le altre proposte di FI, figurano modifiche alla sugar tax e un aumento delle pensioni minime.
  • Lega fa pressing per estendere la flat tax agli autonomi con redditi fino a 100.000 euro (l’attuale limite è 85.000 euro) e per ridurre l’impatto della nuova aliquota del 42% sulle plusvalenze da criptovalute. Il partito di Salvini chiede anche di mantenere inalterato il turnover nelle forze dell’ordine, per evitare riduzioni di organico.
  • Fratelli d’Italia, senza particolari pressioni, considera prioritario il taglio dell’Irpef e intende agevolare gli investimenti legati alla previdenza complementare.
  • Partito Democratico e Movimento 5 Stelle condividono l’allarme per la situazione della sanità pubblica, denunciando i tagli previsti, e difendono il fondo per l’automotive, ridotto di 4,5 miliardi di euro.

Le richieste delle associazioni di categoria

Anche le associazioni del mondo economico e sociale fanno sentire la propria voce.

  • Confindustria chiede incentivi più robusti per la transizione tecnologica e un’Ires ridotta per le imprese che reinvestono almeno il 30% degli utili in welfare e innovazione.
  • CGIL e UIL si oppongono al concordato fiscale e sollecitano maggiori investimenti in sanità e istruzione. I due sindacati vorrebbero anche una riduzione delle spese militari e più risorse per il rinnovo dei contratti nel settore pubblico.
  • CISL si dissocia dallo sciopero, preferendo sollecitare una ripresa del dialogo sulla riforma delle pensioni e chiedendo più fondi per le pensioni minime e un’estensione del contributo di solidarietà di banche e assicurazioni anche a multinazionali digitali e logistiche.

Forza Italia e l’idea del “concordato bis”

Un nodo di particolare interesse riguarda l’iniziativa di Forza Italia, che sta lavorando per introdurre un “concordato bis” fiscale. Dopo la scadenza del primo concordato al 31 ottobre, il partito di Antonio Tajani sta facendo pressione per concedere una nuova chance di sanatoria ai contribuenti.

Sarà una settimana decisiva per la legge di bilancio. Le trattative serrate, il fitto calendario di audizioni e la pioggia di emendamenti attesi preannunciano un iter complesso e acceso, in cui ogni fazione cercherà di guadagnare terreno, pur in un quadro di risorse limitate e vincoli di bilancio sempre più stringenti.

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