Malan, tra Autonomia e Ius scholae: la posizione netta di FdI

Il senatore chiarisce anche che "non è che chiunque potrà fare qualunque cosa"

Redazione
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Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, esprime ottimismo riguardo alla legge sull’autonomia, affermando che è “improbabile” una bocciatura da parte della Consulta. Malan sottolinea che la legge in questione è “applicativa di una norma approvata 25 anni fa” e che “sarebbe un problema non attuarla“. In un’intervista a Repubblica, aggiunge che il governo ha previsto garanzie per l’unità nazionale e per i livelli essenziali delle prestazioni (Lep).

Quando gli viene chiesto se teme un referendum, Malan risponde con sicurezza: “No. È previsto dalla legge, a patto che la Corte ne verifichi l’ammissibilità“. L’esponente di FdI critica le opposizioni, che sostengono che la riforma minacci l’unità d’Italia e crei disparità tra le regioni. “Dicono che ci saranno quelli che staranno meglio e quelli che staranno peggio, come se non fosse già una realtà consolidata“, spiega. Malan si interroga: “Perché se la Lombardia esercita alcune funzioni in più dovrebbe danneggiare la Sicilia?“.

Le parole di Malan

Il senatore chiarisce anche che “non è che chiunque potrà fare qualunque cosa“. Le regioni, infatti, non possono semplicemente decidere di gestire funzioni statali come la Difesa. “La legge e la Costituzione prevedono un controllo del Parlamento“, afferma, rimarcando il quadro giuridico che regola l’autonomia.

In merito alla proposta di Forza Italia sullo Ius Scholae, Malan la definisce “interessante“, pur ammettendo di non averla letta completamente. “Non è una riforma devastante, ma piuttosto aggiustamenti delle attuali norme”, afferma. Egli si sofferma su un aspetto che trova positivo: “Il legame deve essere reale” per quanto riguarda il diritto di cittadinanza per i discendenti di italiani.

In un contesto politico che si fa sempre più complesso, le dichiarazioni di Malan offrono uno spaccato delle tensioni e delle aspettative attorno alla riforma dell’autonomia e alle questioni di cittadinanza. L’argomento promette di essere centrale nel dibattito politico nei prossimi mesi.

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